Quali prospettive per il 2023 per gli investimenti nel reddito fisso a livello globale? E quali comparti di questo mercato è meglio tenere d’occhio alla ricerca di opportunità? Gli analisti di PGIM Fixed Income puntano su un miglioramento per il prossimo anno, dopo un andamento ancora negativo delle principali variabili macro in quest’ultima parte del 2022.
In particolare un ciclo economico senza precedenti, una gamma di probabilità quanto mai vasta, cambiamenti secolari e i primi segnali di ripresa del reddito fisso sono le variabili chiave e i temi che stanno guidando gli investimenti di PGIM.
Il cambio di prospettiva per il prossimo anno è guidato dall’aspettativa che negli Usa l’inflazione, a seguito di variazioni sia della domanda, sia dell’offerta di lavoro e del conseguente contenimento dei salari, dovrebbe ridursi e, quindi, la politica monetaria diventare meno restrittiva. Ma quando l’inflazione allenterà la presa? Alcune indicazioni sulla sua direzione si possono ricavare da un’indagine cui hanno partecipato 225 analisti di PGIM: a livello globale per il 49% l’indice dei prezzi al consumo diminuirà in maniera decisa nella seconda metà del 2023, mentre l’inflazione Usa tornerà al target fissato entro tre anni secondo il 42% degli intervistati.
Fonte: PGIM Fixed Income. Q4 2022 Quarterly Outlook (october 2022)
Più in dettaglio, ecco le prospettive per sette diversi comparti del mercato obbligazionario messe a fuoco dagli specialisti di PGIM Fixed Income, che ogni tre mesi rendono pubblica la loro visione dei mercati.
Mercato obbligazionario 2023, ecco le prospettive
1. Dm (Developed markets) sovereign rates
Dopo la discesa del mercato obbligazionario, PGIM Fixed Income sta prestando molta attenzione alle sue dinamiche e alle crescenti irregolarità nel mercato dei pronti contro termine del Tesoro. La prospettiva è cautamente opportunista.
2. Agency Mbs (Mortgage-backed securities)
Per la prima volta nel 2022, gli esperti di PGIM Fixed Income sono orientati per un sovrappeso sugli agency Mbs rispetto ai tassi di interesse. I tassi più elevati e la volatilità implicita hanno spinto le valutazioni settoriali sostenute ai livelli più interessanti dalla fine del 2008. Le valutazioni appaiono convenienti rispetto al credito di alta qualità, come Cmbs e società. La prospettiva è di sovrappesare.
3. Crediti cartolarizzati
Approccio mirato sulle emissioni di alta qualità. Le condizioni delle strutture di capitale dovrebbero rimanere resilienti nel caso in cui una recessione economica influisca sul settore immobiliare, sui prestiti alle imprese e sulla salute dei consumatori. Le emissioni primarie presentano opportunità e gli spread sulle emissioni ad alto rating rimangono interessanti in una prospettiva di lungo termine.
4. Global Ig (Investment grades) corporate
In quest’area, relativa ai titoli societari con rischio contenuto, l’indicazione degli analisti è di ampliare le opportunità di valore relativo in Europa, data la sua sottoperformance. Sebbene l’Ig statunitense sia rimasto resiliente, gli spread, in particolare quelli su ciclici e BBB, potrebbero ampliarsi in una recessione economica. La prospettiva è di mantenersi neutrali.
5. Muni-bond
Sui Municipal bonds, cioè i titoli emessi dagli enti locali, l’orientamento è da neutrale a cautamente ottimista. Tassi più elevati e relativa volatilità pongono sfide tecniche, ma la performance di questa asset class dovrebbe migliorare una volta che i Treasury raggiungeranno il picco.
6. Global leveraged finance
I rischi geopolitici, inflazionistici e di recessione destano preoccupazioni significative. PGIM Fixed Income è posizionata per un ulteriore ampliamento, ma vede valore in particolari situazioni e opportunità. La gestione attiva e l’accurata selezione del credito dovrebbero permettere di ottenere vantaggi dalla volatilità continua ma la prospettiva è di cautela.
7. Debito dei mercati emergenti (Em debt)
Posizionamento cauto. L’aumento dei tassi d’interesse, il rallentamento della crescita e le tensioni geopolitiche continueranno a mettere alla prova gli asset debitori dei mercati emergenti. Le continue pressioni della catena di approvvigionamento, gli shock energetici e l’aumento dei prezzi alimentari incidono sul contesto macroeconomico dei paesi emergenti e potrebbero portare a disordini sociali. Gli analisti sono convinti del persistere di questi venti contrari da cui deriva il cauto posizionamento in tutti i segmenti dei mercati emergenti.
I segnali che indicano che la propensione al rischio negativa ha raggiunto il picco appariranno probabilmente prima nel dollaro Usa, seguiti da una migliore performance delle obbligazioni in valuta locale dei mercati emergenti e degli spread in valuta forte dei mercati emergenti. Il posizionamento difensivo degli investitori e i prezzi interessanti contribuiscono a mitigare parte del rischio di ribasso nel segmento del debito emergente.