Ottimismo. Eccitazione. Fremito. Euforia.
Ansia. Negazione. Paura.
Disperazione. Panico. Rimpianto. Afflizione. Depressione.
Speranza. Sollievo. Ottimismo, di nuovo
La cosa che più fa riflettere è che alle fasi di euforia emotiva corrisponde il massimo livello di rischio per l’investitore, mentre è nelle fasi di depressione che si ritrovano le migliori opportunità d’ingresso sul mercato (ma anche, psicologicamente parlando, le decisioni di investimento più difficili da prendere).
Fonte: Capital Group. Clicca sull’immagine per vederla ingrandita
Investimento emotivo: view di lungo termine e diversificazione
In una fase di mercato segnata dall’incertezza è importante non farsi trascinare dalle emozioni, mantenendo sempre una prospettiva di lungo termine. Ciò vale non solo per gli investimenti già in essere, ma anche per quelli in fase di sottoscrizione. Come ricordato dagli esperti di Capital Group, è importante tenere a mente che “eventuali cambiamenti drastici delle posizioni assunte in un contesto come quello attuale potrebbero essere molto costosi”.
Fare le cose gradatamente o aspettare una fase di maggiore stabilità, può quindi essere la scelta più adatta.
Come già sottolineato in passato, infatti, sui mercati conta il tempo, non il market timing.
Un altro aspetto che la recente fase di volatilità ha evidenziato è quanto sia indispensabile la diversificazione in portafoglio, indipendentemente dalla fiducia in una determinata asset class o in una selezione di classi di attivo sul mercato. “E’ sempre meglio disporre di una più ampia esposizione agli investimenti tra le diverse classi di attivo che più si adattano ai propri obiettivi finali”. Una condizione che, secondo gli esperti, è “particolarmente vera nei momenti in cui il cambiamento della strategia può comportare la realizzazione di perdite”.
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