La speranza di ottenere energia pulita e illimitata, di fronte alla corsa dei prezzi del gas e all’interruzione di fornitura da parte della Russia, ha riacceso l’interesse per il nucleare. Dalla Francia, al Regno Unito, fino alla Cina e alla Corea del Sud, le dismissioni delle centrali nucleari si sono interrotte e, anzi, i progetti per la costruzione di nuovi impianti si sono moltiplicati. E non è un caso che proprio il mese scorso, il Parlamento europeo abbia inserito il nucleare nella tassonomia, ovvero nell’elenco delle attività sostenibili. Anche secondo gli esperti di Columbia Threadneedle Investments, l’energia nucleare può rappresentare un’interessante e proficua fonte di investimento a lungo termine. Ecco i motivi che potrebbero spazzare via i dubbi e le paure su questa fonte di energia.
Nucleare sempre più efficiente
L’energia nucleare ha dei chiari punti di forza, che potrebbero renderla la nuova frontiera dell’energia sostenibile. Innanzitutto, a differenza di altri tipi di fonti pulite, come il solare o l’eolico, il nucleare “fornisce energia in qualsiasi momento della giornata, indipendentemente dalle condizioni metereologiche e richiede meno materiali rispetto ad altre tecnologie di transizione”, sottolinea Jess Williams, analista investimenti responsabili di Columbia Threadneedle.
La sua efficienza, inoltre, potrebbe aumentare nel prossimo futuro grazie all’innovazione tecnologica. La maggior parte delle centrali nucleari attualmente esistenti sono impianti di terza generazione che utilizzano principalmente reattori ad acqua pressurizzata, i quali sono relativamente inefficienti nell’utilizzo dell’energia immagazzinata nelle materie prime, poiché sfruttano solo il 5-8% dell’energia disponibile, generando di conseguenza una grande quantità di rifiuti. Tuttavia, sono stati creati i reattori nucleari di quarta generazione che grazie a un gruppo di tecnologie diverse possono utilizzare il 95-98% dell’energia disponibile.
Costi più ridotti grazie alla standardizzazione
Si arriva poi all’aspetto dei costi per la produzione di energia nucleare, solitamente molto elevati. Tuttavia, anche in questo caso, se si guarda più da vicino la questione e si considerano i progressi tecnologici raggiunti, questo problema si ridimensionerebbe. Corea del Sud e Cina ci sono effettivamente già riusciti, modificando la prassi di costruzione delle centrali. “Piuttosto che concepire ogni nuovo progetto da zero, entrambi i paesi riproducono di volta in volta lo stesso impianto”. Questo nuovo approccio non solo riduce notevolmente i costi e i ritardi di costruzione, ma, grazie alla regolarità di questi progetti, è diventato anche più immediato trovare forza lavoro con competenze adeguate.
Inoltre, si sta iniziando a parlare anche di mini reattori (Small modular reactors, SMR), che occupano meno spazio rispetto agli impianti convenzionali e possono essere costruiti molto più rapidamente e in modo standardizzato. Una innovazione che potrebbe diventare realtà già nel prossimo futuro.
Nucleare sicuro quasi come l’eolico
Quando si parla di centrali nucleari, il primo pensiero va anche alla loro sicurezza. Incidenti come quelli di Fukushima e Chernobyl sono ancora freschi nella mente, a causa degli effetti catastrofici e duraturi che ne sono conseguiti. Tuttavia, secondo il Centro comune di ricerca (JRCrc), direzione della Commissione europea che si occupa delle consulenze scientifiche, non vi è alcuna evidenza scientifica comprovante che l’energia nucleare arrechi un danno maggiore alla salute dell’uomo o all’ambiente rispetto alle altre tecnologie per la produzione di energia elettrica, come quella eolica o solare.
Tassi di mortalità dovuti alla produzione di energia per TWh
Fonte: Columbia Threadneedle Investments
Anzi, Williams sottolinea come, “considerando i decessi dovuti all’inquinamento atmosferico, il nucleare risulta particolarmente positivo rispetto ai combustibili fossili e alla biomassa ed è pressoché paragonabile all’energia eolica, idroelettrica e solare”.
Cosa aspettarsi dal futuro
La Cina si è posta l’obiettivo di attivare la sua prima centrale nucleare di nuova generazione (SMR) entro il 2026. Ma anche nel continente europeo sono in programma progetti simili: il governo britannico spera che gli SMR, ovvero i mini reattori di nuova generazione, siano in grado di fornire energia alla rete nazionale entro il 2030.
E guardando ancora più in là nel futuro, Williams conclude considerando la fusione nucleare che, a differenza dell’attuale fissione nucleare, si concentra sulla fusione di elementi leggeri (come l’idrogeno e non l’uranio): “Grazie alle recenti scoperte e al significativo aumento dei finanziamenti per la ricerca, la fusione nucleare può essere inclusa nelle prospettive di investimento a lungo termine”.