Il 2022 potrebbe essere ricordato come l’annus horribilis per i mercati, e in particolare per il reddito fisso, che ha sofferto pesantemente della politica monetaria sempre più aggressiva delle banche centrali (soprattutto Federal Reserve, Bank of England e Banca centrale europea), per frenare la corsa dell’inflazione. Ma attenzione, perché il peggio potrebbe essere alle spalle e l’obbligazionario potrebbe prendersi una rivincita. Ne sono convinti gli esperti di Vontobel Asset Management, guardando agli ultimi sviluppi. L’inflazione negli Stati Uniti, infatti, ha fermato la sua corsa e iniziato ad arretrare, suggerendo una certa stabilità dei tassi nel breve termine. E “un ritorno alla stabilità dei tassi – sostengono – potrebbero consentire agli investitori di beneficiare dei rendimenti obbligazionari insolitamente elevati per questa fase del ciclo”.
Punto di svolta per l’obbligazionario
Per capire la ragione dietro a questa convinzione è bene partire dall’inflazione, visto che è la causa scatenante dell’intervento delle banche centrali e quindi del nervosismo dei mercati. Ebbene, il livello dei prezzi sta dando, almeno negli Stati Uniti, segnali positivi. Dopo il livello del 9,1% di giugno, l’indice dei prezzi al consumo negli Usa ha iniziato a scendere all’8,5% a luglio e all’8,3% ad agosto, suggerendo che l’inflazione ha finalmente raggiunto il picco e sta reagendo alle diverse strette monetarie della Fed. La banca centrale americana ha infatti portato progressivamente il tasso di interesse di riferimento al 3,25%, un livello ormai prossimo al cosiddetto “terminal rate”, ovvero al punto più alto raggiungibile nel ciclo attuale, previsto al 4,25%-4,5%. Dovrebbero quindi mancare solo altri due rialzi per raggiungere questo terminal rate e vedere la Fed prendersi una pausa, così da valutare il reale impatto della sua stretta. “La storia ci insegna che in genere i rendimenti dei Treasury Usa a più lunga scadenza raggiungono il picco verso la fine di un ciclo rialzista – osserva Eoin Walsh, Partner e Portfolio Management di Vontobel AM – quindi a poco meno del 3,5% riteniamo che anche i decennali non siano lontani dal picco”.
Fonte: Bloomberg
Insomma, questo possibile ritorno alla stabilità dei tassi, secondo l’esperto, cambierebbe radicalmente le condizioni del mercato e rappresenterebbe un potenziale punto di svolta, con gli investitori del reddito fisso che verranno remunerati in maniera adeguata per la loro pazienza. Finalmente.
Che fare sul portafoglio?
Di fronte a questa prospettiva, l’esperto di Vontobel suggerisce di orientare il portafoglio verso le obbligazioni, privilegiando quelle a breve scadenza. “In generale, riteniamo che le obbligazioni con i migliori profili rischio-rendimento si trovino sul tratto più breve della curva”, avverte Walsh, sottolineando come alcuni bond investment grade a due-tre anni hanno rendimenti intorno al 7 e 8%. Insomma, una remunerazione mica male per un rischio di breve termine. Non solo. Anche il Treasury Usa a dieci anni, sebbene non di breve durata, potrebbe essere interessante considerando che il rendimento si aggira sul 3,5% e potrebbe raggiungere il picco a 3,75%. “Potremmo dover aspettare ancora un po’ di tempo per la stabilità dei tassi – conclude – ma essere pazienti è molto più facile quando i rendimenti obbligazionari sono così elevati come in questo momento”.