Nava: “I cambiamenti climatici non rappresentano più una possibilità, ma una realtà chiarissima che necessita di essere affrontata”
In Italia il tasso di partecipazione delle donne alla forza lavoro si aggira intorno al 50% a fronte del 63% della media europea
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“È tempo di riforme strutturali”. Con queste parole Mario Nava, direttore generale della DG Reform della Commissione europea, anticipa a We Wealth i temi del suo intervento in apertura del nuovo forum digitale dal titolo Il Fattore S e le nuove leve dell’universo Esg in programma il prossimo 30 settembre. Un’occasione per discutere con i protagonisti dell’industria del wealth management e dell’asset management – in dialogo con esponenti del mondo accademico, formatori e opinion leader internazionali – di come lo scenario attuale possa rappresentare uno stress test per la finanza sostenibile. E come diversity, inclusion e capitale umano possano trasformarsi in nuove leve per interpretare lo sviluppo sostenibile secondo diverse coordinate: sia nell’ambito degli investimenti, sia nel percorso delle aziende verso una maggiore responsabilità sociale.
“I cambiamenti climatici non rappresentano più una possibilità, ma una realtà chiarissima che necessita di essere affrontata”, spiega Nava. “Alcuni dicono che quest’estate sia stata la più calda degli ultimi 500 anni, altri ricordano che purtroppo è stata anche la più fredda dei prossimi 50. È dunque essenziale intervenire, non solo sul riscaldamento globale ma anche sulle tematiche ambientali in generale. E sulla parità di genere”.
Ricordiamo che la Dg Reform è l’organismo che aiuta gli Stati membri dell’Unione europea a progettare e attuare le riforme strutturali per favorire la creazione di posti di lavoro e la crescita sostenibile. Tra i progetti in cantiere c’è quello che riguarda la definizione di una cornice per la gestione del rischio Esg (Environmental, social, governance) da parte del settore finanziario, ma anche un progetto multipaese sulla diversity che coinvolge l’Italia. Il gender gap, infatti, rappresenta un grave problema irrisolto per il Belpaese: basti pensare che il tasso di partecipazione delle donne alla forza lavoro si aggira intorno al 50% a fronte del 63% della media europea.
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