Quando si pensa all’andamento dei titoli tecnologici nel primo semestre del 2022, una delle prime parole che emergono alla mente è “correzione”. Dal 3 gennaio al 23 giugno, infatti, il Nasdaq ha perso il 29%, “una battuta d’arresto che ha indotto alcuni investitori a chiedersi se la rivoluzione digitale non abbia ormai fatto il suo corso” ha spiegato Martyn Hole, Investment director di Capital Group nel corso della presentazione dell’Outlook secondo semestre 2022: niente è come prima lo scorso 23 giugno. “L’aumento di dei tassi di interesse e inflazione ha sicuramente oscurato le prospettive per gli utili a lungo termine per molte di queste aziende e, per quelle che oggi generano utili limitati rispetto al loro valore di mercato, una contrazione era piuttosto ovvia”.
Tuttavia, restano sempre presenti società caratterizzate da una buona gestione in segmenti in rapida crescita con prospettive favorevoli, specialmente per quanto riguarda i produttori di software. Un esempio è il cloud, il cui mercato “si sta espandendo rapidamente da quando le imprese stanno trasferendo su cloud le tradizionali funzioni IT aziendali” ha continuato Hole. Secondo la società di consulenza americana Gartner, infatti, la spesa globale nei servizi di cloud potrebbe raggiungere i 410,9 miliardi di dollari entro il 2022, in crescita del 20,4% rispetto al 2021. Nel 2023, invece, la cifra dovrebbe sfiorare i 600 miliardi di dollari.
Le stime di crescita future per il comparto confermano l’interesse dimostrato nei confronti di tali servizi negli ultimi anni. Si prendano ad esempio le tre principali società del settore, Google Cloud (Alphabet), Amazon Web Services (Amazon) e Intelligent Cloud Services (Microsoft). Nel 2017, le entrate generate grazie alla tecnologia cloud dalle tre aziende si attestavano rispettivamente a 4,1 miliardi, 17,5 miliardi e 29,3 miliardi di dollari. Nei quattro anni fino al 2021, le tre società hanno visto aumentare tali cifre del 48%, del 37% e del 23%, portando così il fatturato a raggiungere rispettivamente i 19,2 miliardi, i 62,2 miliardi e i 67,8 miliardi di dollari. “Quando AWS è stata introdotta alcuni anni fa, si trattava di un segmento di business decisamente nuovo. Oggi non è più una novità, ma siamo ancora nelle fasi iniziali di questa transizione. Microsoft non è stata la prima ad aprire questo mercato, ma sta crescendo più rapidamente di AWS e Google Cloud grazie ai solidi rapporti aziendali pregressi” ha precisato Hole. “Ad aprile 2022, infatti, la divisione servizi cloud di Microsoft ha messo a segno una crescita trimestrale del 32% rispetto all’anno precedente, un risultato che le consentirà di raggiungere i quasi 100 miliardi di ricavi annuali”.
Tuttavia, dato il contesto attuale resta fondamentale per gli esperti di Capital Group “investire in maniera selettiva tramite la ricerca fondamentale” ha concluso Hole. “Non è scontato infatti che tutte le aziende cloud realizzeranno una crescita dei profitti tale da giustificare valutazioni elevate”.