Guardare oltre per trovare le opportunità. Vale anche nel caso delle elezioni di metà mandato degli Stati Uniti, previste il prossimo 8 novembre. Un appuntamento che, come si è visto negli articoli precedenti, portano con sé maggiore incertezza, volatilità e debolezza dei mercati azionari. Ma guardando oltre, ovvero dopo le midterm elections, ecco che le cose cambiano. In particolare sul piano dei rendimenti del mercato americano, che tende a rimbalzare fortemente nei mesi successivi.
Lo dimostra l’analisi dell’indice S&P 500 condotta dagli esperti di Capital Group sul price return (ritorno dei prezzi) a un anno di distanza dalle elezioni di metà mandato. Il risultato è decisamente positivo.
Dal 1950 a oggi ci sono state 18 elezioni midterm, 19 con quelle dell’8 novembre, e in tutti i casi, nei 12 mesi successivi, il mercato azionario è stato caratterizzato da un andamento positivo.
Matt Miller, political economist di Capital Group, evidenzia che solitamente il rendimento è di circa il 7%, mentre “nell’anno successivo alle midterm elections, il rendimento sale in media al 15,5%, quindi più del doppio rispetto a tutti gli altri periodi”. Quindi, per l’intero anno successivo al ciclo elettorale i rendimenti sono rimasti tipicamente superiori alla media.
Cosa lo causa? Si sa che il mercato non apprezza l’incertezza, quindi una volta che la situazione torna stabile, e si rialza la fiducia degli investitori, anche l’azionario torna a rialzarsi.
Ovviamente, bisogna ricordarsi che ogni ciclo è differente e i dati riguardanti gli effetti che le elezioni di metà mandato hanno avuto sul mercato devono solo essere presi come modello, non assicurano che lo stesso accada anche questa volta. Soprattutto perché, come ricorda Miller, “le elezioni sono solo uno fra i tanti fattori che influenzano il mercato”. E analizzando proprio la situazione attuale, dove volatilità, incertezza e ribassi dipendono principalmente da fattori ben lontani dalle midterm elections, come la corsa dell’inflazione e la stretta monetaria delle banche centrali, “gli investitori devono considerare anche l’impatto che una potenziale recessione avrà sugli Stati Uniti, preoccupandosi anche dei possibili effetti dell’economia globale e dell’attuale situazione geopolitica”.