L’acronimo “granolas” è stato coniato da Goldman Sachs nel 2020 per indicare 11 titoli: Gsk, Roche, Asml, Nestlé, Novartis, Novo Nordisk, L’Oréal, Lvmh, AstraZeneca, Sap e Sanofi
Diversamente dai magnifici 7, le granolas rappresentano una sezione molto più ampia dell’economia: i settori più presenti sono salute (32%) e consumer cyclical (29%)
Dai “magnifici sette” del mercato azionario statunitense alle “magnifiche undici” europee, anche note come “granolas”: 11 società, identificate per la prima volta da Goldman Sachs nel 2020, nell’ultimo anno hanno trainato il 50% dei guadagni dell’indice Stoxx Europe 600, che la scorsa settimana ha toccato un nuovo massimo storico. Si tratta delle farmaceutiche Gsk e Roche, dell’olandese Asml, le svizzere Nestlé e Novartis, la danese Novo Nordisk, le francesi L’Oréal e Lvmh, la britannica AstraZeneca, la tedesca Sap e infine Sanofi. I dati sembrerebbero insomma suggerire che l’Europa sta vivendo un fenomeno simile a quello degli Stati Uniti, dove i grandi gestori iniziano a manifestare timori sul rally guidato da una ristretta cerchia di aziende tech, come Nvidia che venerdì ha raggiunto una valutazione di mercato di 2mila miliardi di dollari. E c’è di più. Secondo gli analisti di Goldman, negli ultimi due anni le granolas “hanno addirittura superato i cosiddetti magnifici sette” (espressione che, oltre a Nvidia, include Meta, Apple, Amazon, Microsoft, Alphabet e Tesla). Ma quali sono i fattori alla base della sovraperformance dei campioni europei?
A rispondere a questa domanda è Morningstar, che ha esaminato le società dell’indice Morningstar Europe con il più alto valore di mercato ed estratto informazioni su valutazioni e fondamentali provenienti da altri database per analizzare le differenze tra i due cluster di super-titoli. Innanzitutto, nell’elenco delle granolas non ci sono ancora società con un valore di mercato pari o superiore ai mille miliardi di dollari, mentre sei dei magnifici sette sono valutati a quei livelli (tranne Tesla che vale circa 630 miliardi). Basti pensare che la società a maggior valore in Europa è Novo Nordisk, valutata 555 miliardi di dollari. La seconda grande differenza tra magnifici sette e granolas è evidentemente settoriale. I magnifici sette sono tutti orientati verso il tech, anche se Morningstar ne classifica solo tre (Microsoft, Apple e Nvidia) come titoli tecnologici, Amazon e Tesla come consumer cyclical e Alphabet e Meta come servizi di comunicazione.
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Cosa sono le azioni “granolas” (e quanto rendono)
Le granolas, al contrario, rappresentano una sezione molto più ampia dell’economia. I comparti più presenti sono salute (32%), beni di consumo difensivi (26%) e consumer cyclical (29%). Asml, fornitore globale di attrezzature fondamentali per l’industria dei semiconduttori, è l’unico titolo tecnologico. Molte aziende granolas sono tra l’altro leader a livello mondiale nei rispettivi settori di appartenenza: Nestlé per gli alimenti, Lvmh per il lusso, L’Oréal per i cosmetici, per esempio. In più, l’elenco include anche alcune delle maggiori aziende farmaceutiche al mondo, come Novo Nordisk, Roche, Novartis, Sanofi, AstraZeneca e Gsk. Dal 2021, rivela Morningstar, il loro rendimento medio si è rivelato inoltre molto solido. Un portafoglio equamente pesato delle “magnifiche sette” europee avrebbe raddoppiato il suo valore, restituendo un rendimento totale del 103% al 19 febbraio 2024 a fronte di un rendimento totale del 128% delle loro controparti statunitensi (nonostante una maggiore volatilità in quest’ultimo caso).
Il sottoinsieme delle sette granolas attualmente è valutato a 31 volte gli utili previsti per i prossimi 12 mesi, aggiunge Morningstar. In confronto, il mercato europeo tratta a 13-14 volte gli utili previsti. Le magnifiche sette statunitensi scambiano invece a 34 volte gli utili, mentre il mercato statunitense è attualmente scambiato a prezzi pari a circa 20 volte gli utili previsti. “Il premio storico delle magnifiche sette statunitensi rispetto alle loro controparti europee ha senso se si considera il più elevato rendimento del capitale proprio”, spiega Morningstar. “Sul premio delle magnifiche sette europee, invece, pesa la valutazione molto elevata di alcune società, in particolare Asml e Hermès International, che scambiano rispettivamente a un multiplo prezzo/utili di circa 43 e 49 volte”.
Per Peter Oppenheimer, chief global equity strategist e head of macro di Goldman Sachs intercettato dal Financial Times, i campioni europei potrebbero guidare “quasi tutta” la crescita dei ricavi delle società dello Stoxx 600 nei prossimi anni. La quota delle granolas nell’indice è salita al 25%, avvicinandosi al 28% dei magnifici sette nell’S&P 500. Alcuni operatori di mercato ritengono però che ci si stia concentrando eccessivamente sulla performance delle società più grandi, sottolineando come i principali indici tendano da tempo al ribasso e che le società più piccole ottengono spesso risultati ancora migliori. “Se una small cap cresce del 50% in cinque anni non creerà tanto valore quanto un’azione granolas o una delle magnifiche sette in termini assoluti, ma il rendimento è migliore”, osserva David Souccar, gestore di Vontobel. Un altro aspetto di cui tenere conto è che, se si vuole approcciare il mercato in modo diversificato, puntare tutto sulle big statunitensi potrebbe essere rischioso, esponendo a un saliscendi (come risulta evidente dal grafico sulle performance). Le magnifiche sette, in altre parole, potrebbero essere interpretate alla luce di un posizionamento tattico, tematico, sulla tecnologica. Le granolas, essendo invece più diversificate, sembrerebbero prestarsi per un posizionamento nella parte centrale del portafoglio.