Il Ministero dell’Economia ha annunciato una nuova asta di Buoni ordinari del Tesoro (Bot) a 12 mesi, per un controvalore da 9 miliardi di euro.
Per presentare la propria richiesta c’è tempo fino all’8 febbraio, presso gli sportelli postali e bancari, oltre che presso l’home banking se abilitato alle funzionalità di trading.
Il rendimento di mercato dei Titoli di Stato italiani a un anno è pari al 3,615% al momento: questo valore è indicativo del rendimento lordo che è possibile aspettarsi da questo nuovo Bot a 12 mesi. Tuttavia il rendimento finale sarà determinato dal successo dell’asta stessa, laddove un numero maggiore di richieste si tradurranno in un rendimento più contenuto.
Ipotizzando un rendimento lordo del 3,61% si otterrebbe, al netto delle imposte, un rendimento del 3,16% a scadenza.
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Come inserire i Bot in portafoglio
Il Buono Ordinario del Tesoro è un titolo caratterizzato da breve scadenza e basso rischio, che offre una modalità di investimento alternativa alla liquidità mantenuta sul conto. La sua durata limitata contribuisce a moderare le fluttuazioni di prezzo, una peculiarità che riduce l’incertezza sul valore di vendita in caso di liquidazione anticipata rispetto alla scadenza. Contrariamente ai Btp, i Bot non staccano cedole periodiche: il rendimento del titolo è determinato dalla differenza tra il prezzo d’acquisto e quello di rimborso, che avviene alla pari (cioè a 100). Questa particolarità li classifica come titoli “a sconto”, poiché vengono acquistati a un prezzo inferiore al loro valore di rimborso.
Per quanto riguarda la tassazione, i rendimenti generati dai Bot sono soggetti al 12,5%, un’aliquota inferiore rispetto a quella applicata ai conti deposito e ad altri investimenti diversi dai titoli di Stato e dai buoni fruttiferi, la cui aliquota è al 26%. La tassazione agevolata dei rendimenti dei Bot li rende una scelta interessante per gli investitori che cercano un equilibrio tra rendimenti competitivi e vantaggi fiscali. Tuttavia è buona regola valutare una valida diversificazione, anche oltre i titoli emessi dallo Stato italiano, come avevamo approfondito in questo articolo.