Il mistero dell’Economia ha annunciato la riapertura di asta di tre titoli di Stato: un Btp short e due Btp€i indicizzati all’inflazione europea, per un’emissione totale fino a 5 miliardi di euro complessivi, al netto dell’asta supplementare.
Il termine per prenotare l’acquisto è il prossimo 25 gennaio. La richiesta può essere presentata presso gli uffici postali, gli sportelli bancari o presso il proprio home banking se abilitato alle funzionalità di trading.
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Btp Short le nuove emissioni a gennaio
Nel dettaglio i titoli in asta avranno le seguenti caratteristiche:
- Btp Short Term: il titolo è in scadenza il 29 settembre del 2025, si tratta della nona tranche del Btp emesso lo scorso 27 luglio con l’Isin IT0005557084. E’ prevista una cedola del 3,60%, anche se il rendimento finale potrebbe essere differente, in quanto determinato anche dal prezzo di aggiudicazione risultante dall’asta. Verranno messi in asta Btp Short per un ammontare massimo di 2,5 miliardi di euro, al netto dell’asta supplementare.
- I titoli a breve scadenza come questo sono un’alternativa ai conti deposito per la gestione della liquidità, con la possibilità di ottenere rendimenti superiori al conto corrente mantenendo un basso livello di rischio
- Btp€i a 5 anni: si tratta della nona tranche del titolo emesso il 26 aprile con Isin IT0005543803. Il titolo prevede una cedola minima garantita dell’1,5% che verrà rivalutata all’andamento dell’inflazione europea misurata da Eurostat. Anche il capitale investito godrà della medesima rivalutazione, in modo tale da garantire la copertura dall’aumento del costo della vita. Al netto dell’asta supplementare verrà raccolto fino a un miliardo.
- Btp€i a 15 anni: identico al precedente titolo per quanto riguarda la rivalutazione di cedole e capitale investito all’inflazione europea, questo Btp è la seconda tranche del titolo avente Isin IT0005547812. La cedola minima garantita è del 2,40% e verrà messo in asta un controvalore fino a 1,5 miliardi di euro.
- I titoli indicizzati all’inflazione possono essere utili, nell’ambito di un portafoglio diversificato, per coprirsi dal rischio di inaspettati aumenti dell’inflazione negli anni futuri. Al momento l’inflazione è prevista in calo, ma mantenere una quota di titoli indicizzati può essere una scelta adeguata a copertura di scenari imprevedibili come crisi geopolitiche in grado di avere un forte impatto sul costo delle materie di importazione estera.