Perché gli esperti di finanza studiano pagine e pagine di dati per strappare pochi zero virgola di performance in più? Fa davvero così tanta differenza, o sono solo problemi astratti? La risposta a tutte queste domande è una sola: la differenza c’è e, più tempo passa dall’inizio dell’investimento, più diventa grande. In questo articolo andremo dritti al punto, facendo due semplici simulazioni utilizzando una macchina di calcolo accessibile a tutti, quella messa a disposizione dalla Banca d’Italia a questo link.
Interesse composto: cos’è è perché è importante
Immaginiamo di investire 100 euro e di ricevere un rendimento (interesse) dell’1% ogni anno. Se ogni anno si riceve 1 euro di interesse sui 100 euro iniziali, dopo dieci anni dovremmo aver accumulato 110 euro, giusto? Questo calcolo è chiamato interesse semplice e manca di un importante dettaglio: dopo il primo anno potremmo decidere di reinvestire il rendimento e ottenere l’1% non solo sulla somma iniziale, ma anche sui guadagni ottenuti strada facendo. In questo secondo caso, bisogna calcolare l’interesse composto.
A differenza dell’interesse semplice, in cui gli interessi vengono calcolati solo sul capitale iniziale, il tasso composto prevede l’accumulo di ulteriori interessi sugli interessi già ricevuti. Dopo il primo anno, la performance dell’investimento, non verrà calcolata solo sull’investimento iniziale, bensì dalla sommatoria di investimento iniziale + rendimento ottenuto l’anno precedente.
Per capire meglio cosa cambia nel concreto, faremo due esempi pratici.
Investire 20.000 euro in 20 anni: quanto vale l’interesse composto
Immaginiamo di aver investito 20.000 euro per vent’anni, reinvestendo costantemente tutti i rendimenti ottenuti alla fine di ogni anno. In questo esempio il nostro investimento renderà il 5% ogni anno. Un rendimento di questo tipo può essere ottenuto con gestioni piuttosto ambiziose: ad esempio, fondi d’investimento prevalentemente azionari.
Grazie all’interesse composto, ossia agli interessi guadagnati non solo sui 20mila euro iniziali, ma anche sui profitti generati anno dopo anno, il risultato finale arriva 53.065,99 euro. Quanto “vale” l’effetto dell’interesse composto? Ben 13.065,99 euro in più. Infatti, se avessimo semplicemente aumentato i 20.000 euro iniziali del 5% annuo, per vent’anni, avremmo portato il capitale finale a 40.000 – e non a 53.065,99. Nel grafico in basso la distanza fra i punti rossi e la cima delle barre azzure indica quanto denaro è stato guadagnato in più grazie all’interesse composto.
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Vediamo ora il secondo esempio.
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Solo un 2% in meno? Non proprio
Facciamo ora un secondo esempio utilizzando esattamente le stesse cifre e le stesse ipotesi, eccetto una: anziché un rendimento del 5%, scendiamo al 3%.
Questa riduzione, per gli addetti ai lavori, è evidentemente molto grande. Ma per chi non è molto esperto di mercati e matematica finanziaria potrebbero sembrare “solo due punti in meno”.
Aver rinunciato, ad esempio, a un po’ di potenziale di rialzo per avere più sicurezze a breve termine, ma anche essersi affidati ad intermediari e case di gestione più costose potrebbe contribuire facilmente a un calo di 2 percentuali di perfomance annua.
Dopo vent’anni, i 20.000 euro iniziali, in questo secondo scenario diventeranno 32.000, se calcolati con l’interesse semplice e 36.122,21 si si tiene conto dell’interesse composto.
Come ovvio, dopo aver ridotto il rendimento annuo al 3% il risultato finale è diminuito, ma non è tutto. Il valore aggiuntivo creato dall’interesse composto si è abbassato dagli oltre 13mila euro dell’esempio precedente a soli 4.122 euro. In altre parole, anche se il rendimento annuo si è ridotto “solo” del 40%, essendo passato dal 5 al 3%, gli interessi composti si sono abbassati del 68%: ovvero molto di più.
Mettendo giù i risultati in fila, si scopre che aver rinunciato a due punti percentuali ogni anno, passando dal 5 al 3%, avrebbe ridotto il guadagno netto di oltre la metà (33.065,99 euro di profitto contro 16.122,21).
Interesse composto, meglio calcolarlo prima di investire
In sintesi, chi pianifica un investimento, specialmente se lo fa a lungo termine, dovrebbe considerare che:
- Il potenziale di rialzo delle azioni, su periodi sufficientemente lunghi, ripaga con rendimenti molto più elevati.
- La rinuncia di rendimento dovuta a costi d’investimento elevati, un elemento certo della gestione che può essere valutato in anticipo guardando il documento Kid, pesa tanto più l’orizzonte d’investimento è lungo.
- Iniziare a investire presto permette di sfruttare l’effetto esponenziale dell’interesse composto, con una grande differenza in termini di risultati.