Il maestro buddista Lama Tzong Khapa conquista la vetta: quella dei lotti più costosi di Cambi Casa d’Aste, che chiude il 2023 con un fatturato complessivo di 34.887.000 euro, il 62% di venduto e il 205% circa di incremento sulle stime dei lotti venduti. Risultati che dimostrano il consolidamento, l’apprezzamento e la considerazione sul mercato per la casa genovese.
Tutte le foto sono cortesia di Cambi Casa d’Aste
Tornando al podio dei lotti più desiderati, la figura di Lama Tzongkhapa seduto su fiore di loto in bronzo dorato, realizzato in Tibet tra la fine XVII e l’inizio del XVIII secolo, è stato aggiudicato alla cifra di 352.100 euro. Al secondo posto il Rolex Cosmograph Daytona ref 6263 in oro giallo 18k con quadrante nero, contatori champagne, ghiera nera acrilica, bracciale rivettato, aggiudicato a 206.350 euro.
Chiude il terzetto lo splendido Leone con zebra di Antonio Ligabue (1954), un olio su faesite che rappresenta l’animale nell’atto di avventarsi sulla sua preda, battuto a 175.100 euro.
Cambi Casa d’aste 2023: quali sono i dipartimenti che hanno performato meglio?
Quanto ai dipartimenti invece, quello che in termini di fatturato ha raggiunto il miglior risultato nel 2023 è stato, con 6,4 milioni di euro, il design, seguito dalla divisione dipinti e disegni antichi (4,1 milioni); al terzo posto si posiziona il dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea (4 milioni), seguito da Gioielli che raggiunge i 3,5 milioni.
Ottime performance anche quelle realizzate dai dipartimenti di antiquariato, numismatica e orologi da polso e da tasca, che chiudono il 2023 con fatturati di circa 3 milioni.
Come forse dimostra il top lot, crescono anche le vendite all’estero, con il 31% di lotti venduti fuori dall’Italia (41% di venduto a valore), nello specifico in Usa, Francia, Regno Unito, Svizzera e Cina.
“In generale, dopo una forte crescita negli anni post pandemia a livello europeo e mondiale, notiamo un momento di leggera flessione del mercato che si è evidenziato nella seconda metà dell’anno – commenta Matteo Cambi, presidente della casa d’aste –. Il mercato italiano è in buona salute mentre più cauta è la domanda proveniente dall’estero. Il design mantiene il suo primato in termini di fatturato, ma quest’anno abbiamo notato una rivalutazione di arte e arredi antichi con risultati interessanti sia per il dipartimento di dipinti e disegni antichi, con ottime aggiudicazioni per pittori italiani e fiamminghi del XVII secolo, che per quello di antiquariato dove abbiamo stabilito il record per una rara teiera di Vezzi del 1725.”
L’imprescindibile contributo del lusso
Cambi registra buoni risultati anche nel settore lusso, in cui spiccano gioielli e orologi tra i quali, accanto a marchi consolidati e storici, emergono anche alcuni marchi indipendenti più di nicchia, mentre la numismatica, il cui dipartimento è ormai uno di quelli di punta della maison, conferma un momento particolarmente felice con un forte collezionismo nazionale e internazionale.
Le previsioni 2024 per il mondo delle aste
“ll panorama politico internazionale e le incertezze economiche che ne derivano fanno sì che la richiesta di beni rifugio sia estremamente alta e ciò determina risultati a volte eclatanti – continua Matteo Cambi –. La mia previsione è che nel 2024 la tendenza rimarrà invariata, almeno per quello che riguarda la prima parte dell’anno. Per quanto riguarda gli artisti in crescita, abbiamo notato che c’è molto interesse per quello che oggi è richiesto sul mercato internazionale: pezzi particolari, artisti storici a carattere internazionale. In ripresa il mercato asiatico dell’arte orientale, infatti il nostro top lot dell’anno è stata proprio una scultura cinese in bronzo del XVIII secolo.”
Robusto il collezionismo italiano, sempre alla ricerca qualità e particolarità, dimostrando interesse per autori storici di inizio novecento, come Fortunato Depero e Medardo Rosso, ma anche per gli anni cinquanta e sessanta, con autori come Ligabue, Sergio Lombardo o Giuseppe Santomaso. L’autore che però quest’anno ha avuto un incremento da record – anche in questo caso – è Salvo, anche se, come ribadisce Matteo Cambi, “sembra più un’operazione di mercato destinata a sgonfiarsi che vera rivalutazione artistica.”
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