Siamo in una situazione in cui i bisogni cambiano di giorno in giorno
Secondo un recente sondaggio quasi due terzi (il 65%) degli italiani si sono pentiti delle decisioni di pianificazione finanziaria fatte prima che la crisi colpisse
Qual è il valore aggiunto della consulenza, soprattutto quella delle reti?
L’imprevedibile andamento dei mercati
In questa pandemia, i mercati finanziari hanno dato un prezzo al panico. Non c’è stato un giorno simile al 12 marzo dal black monday dell’ottobre 1987, che rimarrà negli annali come uno dei giorni peggiori nella storia dei mercati. L’indice S&P 500, il più popolare negli Stati Uniti tra gli investitori professionali, è sceso del 10% in quella data. Le azioni europee nello stesso giorno hanno avuto la peggiore evoluzione della loro intera storia. Coloro che hanno una visione a lungo termine sanno che i mercati correggono, non regolarmente, ma in modo ricorrente.
“E poiché nessuno può predire il mercato (chi può dire come andranno i mercati da qui ai prossimi 20 anni?), sviluppare un piano finanziario e rimanere fedele a esso, con contributi regolari nel tempo, è davvero il modo migliore per gli investitori di raggiungere i propri obiettivi a lungo termine? E La consulenza, sopratutto quella delle reti, in cosa dovrebbe remunerarsi? – si chiede Bulgarelli – Gli investitori, in questo 2020 con grandi movimenti di mercato ma pochi movimenti di portafoglio, sono rimasti sostanzialmente abbastanza stabili sui loro pattern. Qual è stato il motivo? Perché i movimenti sono stati così repentini che non si è avuto il tempo di farsi prendere dal panico (perché l’attenzione era posta più sulla malattia che sui portafogli) o perchè i risparmiatori sono maturati? Erano tutti distratti a guardare Netflix”, scherza l’esperto. Dopo la bufera sui mercati scatenata dalla pandemia, un italiano su tre (il 31%) ritiene di non avere un piano finanziario adeguato, mentre circa uno su nove (11%) di avere un orizzonte temporale troppo di breve termine. Un aspetto positivo è che molti sembrano aver imparato dai propri errori: il 40% degli investitori italiani vuole investire con maggiore diversificazione in futuro, il 42% darà maggior valore e spazio alla consulenza finanziaria, il 51% sta identificando nuove opportunità di investimento.
L’importanza della consulenza
È proprio in questo scenario che i consulenti sono infatti indispensabili per supportare l’investitore retail nel correggere possibili bias comportamentali errati, nell’individuare specifici obiettivi finanziari e nello scegliere il miglior approccio per raggiungerli.
Ma come va remunerata la consulenza? Qual è il suo valore aggiunto? “È questo il problema che mi sono posto sempre io come gestore di secondo livello. Un fund selector, per cosa è valutato? Se rimani ancorato sempre alle tue scelte, se non cambi mai niente, se non cerchi dei gestori nuovi, non capisco perchè dovrei pagarti. Stesso discorso vale per la consulenza quando ti propone sempre lo stesso portafoglio per anni”, si chiede ancora il manager. Che poi conclude dicendo: “È proprio in un contesto come l’attuale con elevata volatilità che si evidenza maggiormente il valore aggiunto della gestione attiva di portafoglio”.