Il coronavirus ha accelerato alcuni processi sul lato della digitalizzazione che prima stano subendo rallentamenti e ostruzionismi
La tecnologia porta però con se anche dei pericoli. E dunque gli attacchi informatici stanno diventando sempre più importanti e così anche le soluzioni assicurative che dovranno nascere
Il coronavirus è dunque andato ad ampliare movimenti che nel settore assicurativo stavano iniziando a prendere piede. La digitalizzazione non era infatti così sconosciuta agli assicuratori ma l’evoluzione verso sistemi più digitali stava procedendo molto lentamente e con non poche resistenze. E dunque il coronavirus è riuscito a far accelerare questi processi, visto che il contatto umano è diminuito sempre di più. Sono infatti andati a svilupparsi sempre di più polizze di protezione della casa, per l’interruzione dell’attività attraverso piattaforme digitali, oltre che l’aumento delle videoconferenze e delle teleconsultazioni per le informazioni sui prodotti. A tutto questo si devono aggiungere il potenziamento dei contratti smart per le assicurazioni contro gli infortuni e i vari canali di messaggistica istantanea per la gestione dei sinistri e degli eventuali risarcimenti. Soluzioni che hanno limitato e che continueranno a ridurre l’esposizione umana, anche nel corso degli anni.
Ovviamente tutta questa scorpacciata di digitale porta con se anche delle preoccupazioni, e soprattutto dei pericoli legali alla sicurezza informatica. E infatti una sempre maggiore digitalizzazione può portare ad un crescente rischio di attacchi cyber. Il sito della previdenza sociale italiana, per esempio, è stato colpito da un cyber-attacco nell’aprile 2020.Attacchi di questa natura creeranno, sempre di più, una domanda di cyber-assicurazione. E dunque gli assicuratori dovranno iniziare a sviluppare soluzioni nuovi anche per riuscire a coprire questo pericolo, che diventerà sempre più presente nella vita di tutti i giorni.