I fondi bilanciati, a gennaio, hanno subito riscatti netti per 7,6 miliardi in tutta Europa
Il rapido rialzo dei tassi di interesse ha spinto gli investitori nel reddito fisso nell’ultimo anno
I fondi multi-asset potrebbero tornare a brillare quando i tassi scenderanno. Ma resta l’incognita del mercato azionario
I fondi bilanciati sono un pezzo importante della storia dell’industria del risparmio gestito, soprattutto in Italia dove alcuni dei più grandi comparti domestici sono caratterizzati da un mix di azioni e obbligazioni.
Alcuni nomi sono storici come Alleanza obbligazionario, che gestisce masse per 5,29 miliardi di euro, o Anima Sforzesco, che ne ha 3,36 miliardi (al 31 gennaio).
Tuttavia, i fondi bilanciati, che adesso spesso si chiamano multi-asset, stanno attraversando una fase di forte calo della popolarità tra gli investitori in fondi e alcuni si stanno chiedendo se non sia giunto il momento di venderli.
In base ai dati Morningstar, nel primo mese del 2024, i bilanciati hanno subito riscatti netti per 7,6 miliardi in tutta Europa, proseguendo la scia negativa del 2023, quando i deflussi hanno sfiorato i 73 miliardi di euro.
Le strategie multi-asset hanno il poco invidiabile record di aver avuto solo tre mesi di raccolta netta positiva dal maggio 2022.
Fuori dai fondi bilanciati e dentro il reddito fisso
Per comprendere cosa stia succedendo bisogna guardare a dove si sono diretti i soldi degli investitori nell’ultimo anno. Il dato che salta subito agli occhi è quello dei 143,56 miliardi netti che sono entrati nei fondi obbligazionari europei nel 2023.
“Stiamo assistendo a un cambiamento nelle preferenze degli investitori”, ammette Matias Möttölä, direttore delle Manager Research di Morningstar. “Quando i tassi erano bassi o addirittura negativi, i rendimenti delle obbligazioni erano basse e gli investitori hanno cercato soluzioni più remunerative. Qui sono entrati in gioco i fondi bilanciati”. Adesso, però, le cedole dei bond sono diventate molto più allettanti, in seguito al rapido rialzo dei tassi da parte della Banca centrale europea, che è cominciato a luglio 2022.
Andamento delle macro-categorie di fondi negli ultimi 6 mesi in Europa (in blu i fondi bilanciati)
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Investitori delusi dalle performance dei fondi bilanciati prudenti
I fondi bilanciati hanno subito un doppio colpo.
Il primo, nel 2022, perché la componente obbligazionaria ha sofferto dell’impennata dei saggi di interesse, in un anno in cui anche i mercati azionari sono andati male.
Il secondo, successivamente, perché gli investitori sono tornati a privilegiare il reddito fisso, inclusi i titoli di Stato, o gli strumenti a più breve termine come i conti remunerati o i fondi monetari.
Non tutte le categorie hanno sofferto nello stesso modo, perché le strategie multi-asset possono avere diversi mix di azioni e obbligazioni. Quelle più aggressive prediligono la componente equity, mentre quelle più prudenti sono più esposte al reddito fisso. In effetti, queste ultime hanno avuto le performance peggiori negli ultimi due anni, con ritorni medi annualizzati del -1,56% contro il +0,34% medio annuo dei fondi aggressivi.
I fondi moderati, con una ripartizione tra bond ed equity più equilibrata, sono anch’essi in territorio negativo nel biennio (-0,89% annualizzato. I dati sono al 29 febbraio e si riferiscono alle categorie globali in euro).
I fondi bilanciati aggressivi hanno battuto quelli prudenti negli ultimi due anni
(dati al 29 febbraio 2024)
Questi risultati si spiegano con il fatto che i fondi bilanciati più esposti all’equity hanno avuto maggiori perdite nel 2022, ma dopo hanno recuperato più velocemente, a differenza dei comparti prudenti.
L’altro lato della medaglia è che i primi tendono ad avere una volatilità superiore ai secondi e quindi a essere più rischiosi.
Proprio il fatto che le strategie prudenti siano considerate a basso rischio ha probabilmente aumentato la delusione degli investitori di fronte alle forti perdite del 2022 e alla fatica con cui stanno risalendo la china. Di qui la decisione di molti risparmiatori di uscire da questi fondi. Negli ultimi dodici mesi, hanno subito riscatti per oltre 15 miliardi in tutta Europa.
I fondi bilanciati prudenti sono nelle tasche di molti italiani, considerato che sei su dieci delle più grandi strategie domiciliate nel Belpaese sono di questo tipo. Ed è chiaro che in molti si domanderanno se non sia il momento di vendere.
Aspetti da considerare prima di vendere i fondi bilanciati
È arrivato il momento di riconsiderare gli investimenti e uscire dai fondi bilanciati? Seguire “il gregge” potrebbe essere una buona strategia adesso?
“I fondi multi-asset sono un buon veicolo per gli investimenti a lungo termine. Sono una sorta di soluzione in cui ciascuno può scegliere il profilo adatto alla propria propensione al rischio”, spiega Möttölä, il quale aggiunge che anche se si è un investitore avverso al rischio, spesso non ha senso limitarsi alla liquidità.
L’obiettivo minimo di ogni investimento – ricorda – dovrebbe essere almeno quello di battere l’inflazione e a tal fine è necessario che il portafoglio sia composto non solo da liquidità e bond, ma anche da azioni o altre attività rischiose. “I fondi bilanciati sono un pacchetto che ha tutte le carte in regola per soddisfare queste esigenze”.
Gli investitori devono anche tenere in considerazione il fatto che il quadro macroeconomico e finanziario è in evoluzione. Da settembre 2023, la Bce ha mantenuto invariati i tassi di interesse e stanno aumentato le pressioni perché li riduca, anche a fronte degli incoraggianti dati sul calo dell’inflazione nell’Eurozona. Secondo le stime preliminari di Eurostat, l’indice dei prezzi si è attestato al 2,6% a febbraio, in calo rispetto a gennaio. Per contro, aumentano i timori di recessione, soprattutto a causa delle difficoltà che sta incontrando l’economia tedesca. Un’eventuale riduzione dei tassi, sarà favorevole per i bond in circolazione, perché quelli di nuova emissione avranno cedole più basse, quindi potrebbe dare supporto alla componente di reddito fisso dei fondi multi-asset. Più difficile fare previsioni sul mercato azionario, che oggi si trova in una fase di euforia e nessuno si sbilancia su quanto potrà durare.