“I suoi disegni devono essere letti e le sue parole devono essere viste“, dice di Pierre l’amico e scrittore Umberto Pasti. E’ un privilegio entrare, seppur virtualmente, nella casa studio parigina – un tempo pied-a-terre di Jean Cocteau – di Pierre Le-Tan (1950-2019), illustratore e artista, nato a Parigi da padre vietnamita e madre francese.
E’ dal padre,
pittore e figlio di un nobile tonkinese, che Le-Tan impara a disegnare, appassionandosi presto all’amore per i libri antichi e le stampe giapponesi e cinesi. Tanto che – ancora adolescente – Le-Tan è incaricato dal New Yorker Magazine di creare una copertina, opera che segna l’inizio di una lunga e fruttuosa collaborazione editoriale anche con molte altre pubblicazioni, da Vogue e Harper’s Bazaar. Per il New Yorker Pierre realizza 18 copertine.
In oltre 50 anni di lavoro la creatività di Le-Tan si arricchisce, spaziando dalla scenografia per il cinema e il teatro, alla collaborazione con la casa di moda parigina di sua figlia Olympia, ma soprattutto eccelle nella invenzione di oltre 100 copertine di libri e poster di film. Il lavoro di Le-Tan è stato esposto nelle gallerie di tutto il mondo; nel 2004 è stato oggetto di una retrospettiva al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid. Ha realizzato copertine per libri di scrittori noti, come il romanziere premio Nobel Patrick Modiano.
La prosa malinconica di Modiano è perfetta per le riflessioni di Le-Tan spesso rivolte ad una Parigi dimenticata, piena di personaggi strani e fascinosi. Una delle pubblicazioni di Le-Tan, “Album” (1992), traduce al meglio il suo stile intimo e insieme eclettico: un “album” pieno di ricordi, di Greta Garbo, Christian Lacroix, Mick Jagger, foto di vecchi amici, centinaia di disegni che raccontano della gita a casa di Cecil Beaton, a un portasigarette realizzato da Picasso, alle scarpe di Cardin, a una sedia che proviene dalla Reggia di Versailles.
Courtesy Sotheby’s
Il contenuto della casa-studio di Pierre è in asta da Sotheby’s Parigi in una fedele ricostruzione, stipata di scatole giapponesi laccate, ceramiche cinesi, disegni di Giacometti, Warhol e Hockney, antichità greche antiche e tappeti turchi del XVIII secolo che riassume la sua costante
messa in dialogo dell’Oriente con l’Occidente. Le-Tan si descrive come un entomologo assai concentrato sui particolari, che usa l’inchiostro per ritrarre con
un misto di tenerezza e crudeltà, personaggi senza tempo, spesso impaginati in interni. Il catalogo è già caricato sul sito e svelo in questa sede i lotti che mi accingo a seguire.
Intanto, il lot 14 con l’Autoritratto ad opera del padre di Le Tan ( lavoro stimato 150.000-200.000 euro, tra i pezzi più cari) , il pittore Le Pho, insieme al lot 85, bella natura morta del 1938 (val.40.000-60.000 euro), sempre dello stesso autore. Affettuoso il dialogo tra David Hockney e Pierre Le Tan, nei loro rispettivi ritratti ( lot 33 e 34). Tra le opere di Pierre in asta c’è solo l’imbarazzo della scelta, ma forse rivolgerei la mia attenzione alle prime copertine realizzate per il New Yorker, copertine che hanno dato il la’ al lavoro di una vita. Di Christian Bérard, seguirei il lotto 20, con il ritratto del 1927 del poeta surrealista René Crevel, stimato 1000-1500 euro. Poi tutti i lotti in relazione o ad opera di Jean Cocteau: lot 98 ed altri. Oltre al ritratto di Cocteau realizzato da Jean Hugo.
Il lot 43 di Domenico Gnoli, lot 151 di Balthus, lot 27 di Giacometti, opere di notevole poesia. Non indico qui tutte le stime – peraltro interessanti – e invito chi legge a sfogliare il catalogo sul sito della casa d’aste.
“I suoi disegni devono essere letti e le sue parole devono essere viste”, dice di Pierre l’amico e scrittore Umberto Pasti. E’ un privilegio entrare, seppur virtualmente, nella casa studio parigina – un tempo pied-a-terre di Jean Cocteau – di Pierre Le-Tan (1950-2019), illustratore e artista, nato a…