A fine 2019 l’industria assicurativa italiana era in buona salute: la raccolta premi superava i 140 miliardi (+ 4% sul 2018) raggiungendo il 7,8% del Pil
A fine marzo la posizione di solvibilità delle compagnie era in media inferiore di 25 punti percentuali rispetto a fine dicembre (dal 235 al 210%)
L’Ivass sottolinea come le imprese hanno inoltre seguito le sue raccomandazioni non distribuendo (o rinviando) i dividendi per circa 4,4 miliardi di euro.
La tecnologia
Questa pandemia ha però riportato alla ribalta il concetto di innovazione, soprattutto all’interno di un settore tradizionale come le assicurazioni. L’Ivass ribadisce però come per garantire innovazione, solidità ed efficienza, non bastano le norme, ma in ciascuna compagnia sono fondamentali chiarezza strategica, forza finanziaria e robusti sistemi di governance. “Particolare rilevanza assume un assetto azionario forte e trasparente, con un’orizzonte di medio-lungo periodo, consapevole dell’esigenza di dotare le compagnie di solidi processi di governo e controllo, di consiglieri e manager dotati di adeguate professionalità, attenti all’innovazione e alla sostenibilità degli indirizzi strategici e operativi”, si legge nella relazione dell’Ivass.
La crisi come opportunità
Il presidente dell’Ivass conclude inoltre riflettendo sul fatto di come il comparto assicurativo possa contribuire, nell’era post Covid, a una nuova fase di sviluppo. Le leve strategiche da attivare coinvolgono istituzioni, mondo imprenditoriale, consumatori e riguardano modelli di cooperazione pubblico-privato, tecnologia, offerta produttiva, reti distributive ed educazione assicurativa.
Sotto il profilo normativo, i lavori in corso a livello europeo sono un’utile occasione per meglio definire la natura di lungo termine degli investimenti assicurativi e il loro ruolo nella transizione verso un assetto economico sostenibile anche sotto il profilo ambientale”, dichiara l’Ivass.
Franco sottolinea anche come va tenuta conto dell’esigenza di muovere verso un’economia innovativa, sostenibile e attenta ai valori ambientali. E vanno inoltre esplorate nuove forme di cooperazione pubblico-privato per la protezione contro i rischi catastrofali (calamità naturali e da fenomeni pandemici). Infine, la tecnologia può consentire, anche nel settore assicurativo, un accesso più veloce e immediato ai prodotti e ai servizi da parte della clientela. “Progetti sperimentali sono in corso con l’industria, l’accademia e la pubblica amministrazione per l’offerta di polizze totalmente digitali mediante blockchain e smart contracts”, conclude Franco.