La Land Art o Earth Art nasce negli Stati Uniti alla fine degli anni ‘60 e si trasforma presto in una corrente internazionale. Il nome è stato coniato da un film del 1969 di Gerry Schum, intitolato Land Art, che documentava i lavori dei primi esponenti della nuova disciplina artistica, fra cui Michael Heizer, Walter De Maria, Robert Smithson, Richard Long, Dennis Oppenheim, Barry Flanagan e Marinus Boezem. La Land Art, letteralmente arte del territorio, è dove l’opera d’arte supera i limiti fisici delle gallerie, delle collezioni, dei musei e dei tradizionali circuiti espositivi, fino a estendersi nell’ambiente circostante. Il paesaggio, urbano o naturale, perde il ruolo passivo della rappresentazione e si trasforma in materia da plasmare, con interventi che mescolano architettura, scultura e design ambientale. Spesso si tratta di opere di dimensione importanti e monumentali, collocate in posti remoti e non accessibili a chiunque, come deserti, scogliere, spiagge o isole sperdute. Gli artisti, dopo essersi fatti ispirare dal sito esplorato, antepongono l’iter creativo e realizzativo delle stesse, per cui diventa di fondamentale importanza la fase di progetto. Per questa ragione, i progetti che gli attrististi eseguono prima di creare l’opera stessa sono quelli ricercati nel circuito del mercato dell’arte. Nel 1970, Robert Smithson crea la sua opera più famosa e impegnativa, Spiral Jetty. Si tratta di una enorme spirale creata sulle rive del Grande Lago Salato dello Utah e composta da cristalli di sale, sabbia e rocce basaltiche. Le sue opere sono principalmente vendute negli Stati Uniti e il mercato ricerca maggiormente i disegni e gli acquarelli che documentano il suo lavoro, la cui stima va dai 5.000 euro ai 20.000 euro.
Robert Smithson, Spiral Jetty, sulle rive del Grande Lago Salato
Man mano che la corrente cresceva, gli artisti di Land Art iniziavano a interagire con il paesaggio in modo sempre più personale, anche aggiungendo materiali non presenti in loco. Ad esempio, l’opera del ‘77 Lighting field di Walter De Maria era composta da 400 aste in acciaio piantate nel terreno per attirare i fulmini.
Walter De Maria, The Lightning Field, 1977, 400 pali in acciaio
inossidabile con punte solide e appuntite, disposti in una griglia rettangolare
di 1 miglio x 1 chilometro, Contea di Catron, New Mexico
Materiali locali o importati
L’abitudine di portare in contesti paesaggistici materiali estranei, creando con essi opere gigantesche è molto presente nell’attività di Christo, artista bulgaro divenuto celeberrimo per i suoi “impacchettamenti”, iniziati nel 1961 e di cui si ricorda la scogliera di Little Bay in Australia e l’Arco di Trionfo di Parigi. Il primo mercato di vendita delle opere di Christo sono gli Stati Uniti: nel 2023 il fatturato totale delle sue vendite è registrato per un valore di 4,8 milioni di euro. Le opere più ricercate dai collezionisti sono i disegni ad acquarello che documentano il suo lavoro. Il valore di queste opere va dai 37.000 euro ai 120.000 euro.
Christo, Little Bay, 1969
Christo, Valley Curtain, 1972, Rifle Gap in Rifle, Colorado
Christo, Arco del Trionfo, 2021, Parigi
Ma l’idea di ricoprire con un materiale “importato” costruzioni naturali o umane era già venuta ad Alberto Burri nel 1968, quando rivestì con del cemento le rovine del paese di Gibellina, distrutto dal terremoto del Belice, creando una delle più grandi opere di Land Art in Italia il Grande Cretto.
Alberto Burri, Grande Cretto, 1985- 2015
Oggi si considerano come appartenenti alla corrente della Land Art anche opere d’arte apparentemente più tradizionali, come sculture realizzate in materiali vari, ma inserite dialetticamente nel paesaggio e per il luogo che le ospita.
La Land Art nell’arte contemporanea italiana
Dopo aver esplorato le radici e lo sviluppo della Land Art a livello internazionale, è affascinante esaminare come questa forma d’arte si sia evoluta e si manifesti ancora oggi attraverso le opere di artisti contemporanei. Per gli artisti contemporanei realizzare opere di Land Art si traduce nel dare nuova forma a ciò che la natura mette a disposizione, con la consapevolezza che l’opera creata è destinata a mutare con il passare del tempo a volte fino a scomparire. Questa evoluzione di transitorietà dell’opera è un concetto che sottolinea ancora di più l’importanza che l’artista attribuisce all’esperienza che vive nell’eseguirla. L’esecuzione diviene persino più importante del risultato finale.
In Italia a oggi emergono due figure di land artist. Entrambi hanno la particolarità di relazionarsi con la natura in intersezione con l’architettura, dando vita a un’espressione creativa unica e coinvolgente: Tiziana Lorenzelli e Nicolas Monti.
Entrambi architetti di formazione, Lorenzelli e Monti incarnano approcci distinti alla Land Art, pur mantenendo un legame profondo con la loro formazione e pratica architettonica. Le loro opere si distinguono per l’uso innovativo dello spazio e dei materiali, oltre alla capacità di dialogare in modo significativo con l’ambiente circostante.
Tiziana Lorenzelli
Nata a Lecco nel 1961, Tiziana Lorenzelli ha una carriera eclettica che spazia dall’architettura al design e all’arte. La sua opera si caratterizza per una forte attenzione alla natura e al tema del riciclo, con progetti come la serie Alberi Elettrologici -nata tra il 1985 e il 1993- che è realizzata con materiali metallici recuperati dalle industrie locali. Lorenzelli trasforma i paesaggi naturali attraverso opere site-specific che rompono l’armonia preesistente, creando un dialogo intimo e stimolante tra la sua creazione artistica e l’ambiente circostante. Nel 2009 Lorenzelli ha sviluppato un nuovo materiale, l’Aluflexia®, utilizzato inizialmente per il design del vaso FOIL, premiato nel 2011 all’International Design Award di Los Angeles. Successivamente, ha applicato questo materiale a una nuova serie di sculture ispirate alla Natura e al Cosmo. L’artista ha spesso interagito con paesaggi naturali straordinari, inserendo le sue opere in contesti dove la natura è protagonista, creando delle istantanee dove il suo lavoro interagisce con l’ambiente circostante, rompendo l’armonia preesistente. Questo dialogo intimo con la natura rappresenta un omaggio alla sua bellezza e vulnerabilità. Oltre alla sua produzione artistica, Lorenzelli si è dedicata anche all’installazione urbana site-specific. Nel 2023, ha realizzato un progetto all’esterno di Palazzo Bocconi (appartenente a Javotte Bocconi Manca di Villahermosa), che si estendeva anche agli interni degli uffici del Gruppo Azimut. Le opere che documentano il lavoro site-specific di Tiziana Lorenzelli acquistabili sul mercato, partono da un valore di 2.000 euro a un massimo di 10.000 euro. Per le sculture di piccola-media dimensione si parte da un minimo di 5.000 euro a 10.000 euro.
Tiziana Lorenzelli, Al Ula Flash Installation 1, stampa Fine Art Giclée su alluminio, 2023, 100 x 130 cm, P.A.
Tiziana Lorenzelli, Sankt Moritz Flash Installation 2, P.A., stampa Fine Art Giclée su alluminio,
2023, 100 x 100 cm, P.A.
Tiziana Lorenzelli, Intervento site-specific sulla facciata del Palazzo Bocconi,
Corso Venezia 48, Milano, 2023. Foto Matteo Piazza
Nicolas Monti
D’altra parte, Nicolas Monti, nato a Milano nel 1956, porta avanti un approccio più spontaneo e “gioioso” e “giocoso” della Land Art dal 1984, influenzato dalle sue esperienze di vita quotidiana e dalla pratica architettonica. Utilizzando materiali e strumenti tecnici legati alla sua formazione, Monti crea opere d’arte che interrogano e rivelano gli elementi che compongono il paesaggio urbano e naturale. La sua pratica artistica, sebbene intimamente connessa all’architettura, si distingue per la sua natura improvvisata e spontanea, sfidando il significato e il ruolo sociale degli ambienti che modifica. Utilizza materiali e strumenti tecnici provenienti dalla pratica architettonica, con cui ha creato opere d’arte dove questi elementi sono coinvolti nel processo costruttivo. A differenza della sua pratica architettonica, il suo lavoro artistico è libero da regole esterne e imposizioni. Le sue azioni sono strettamente legate alla sua vita quotidiana e derivanti dalle esperienze del momento; non c’è nulla di premeditato, tutto è spontaneo e improvviso. La posizione, i materiali e le caratteristiche dell’opera derivano da incontri casuali durante passeggiate, viaggi, visite a luoghi o lavori in cantiere. Attraverso le sue azioni, Nicolas modifica la natura, gli edifici o la città circostante con segni, oggetti o installazioni che possono avere caratteristiche durature o transitorie nel tempo. Questo processo mira a interrogare e rivelare gli elementi che compongono un paesaggio, un ambiente o una stanza, sfidandone il significato e il ruolo sociale, spesso in modo ironico e puramente creativo. Le opere che documentano il lavoro site-specific di Nicolas Monti acquistabili sul mercato, partono da un valore di 2.000 euro a un massimo di 10.000 euro. Mentre per le istallazioni siti-specific il valore varia in base alla grandezza dell’intervento.
Nicolas Monti, Dressed Chandeliers – Destroy and Build, installazione su lampadari, Malta, 2014.
Nicolas Monti, Endless Benches – Urban Traces, installazione con panche, Sardegna, 2005.
Nicolas Monti, Prayers in the Wind – Anthropomized Nature,
installazione con mollette e fili di ferro, Parco Nazionale Gran Paradiso, 2012.
Entrambi gli artisti, pur con approcci diversi, condividono un profondo rispetto per la natura e una sensibilità verso l’interazione tra l’uomo e l’ambiente. Le loro opere rappresentano un’interpretazione contemporanea e innovativa della Land Art, che continua a evolversi e a ispirare una riflessione profonda sulla relazione tra l’uomo e il suo ambiente.
In conclusione, l’influenza della Land Art si manifesta in modo vivido e coinvolgente attraverso le opere di artisti come Tiziana Lorenzelli e Nicolas Monti, che integrano la loro formazione architettonica con un’espressione artistica che celebra la bellezza e la fragilità della natura. Attraverso il loro lavoro, ci invitano a riflettere sul nostro rapporto con il mondo che ci circonda e a riconsiderare il significato e il valore dell’arte nell’ambiente contemporaneo.
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