Il patrimonio del risparmio gestito italiano è aumentato nel quarto trimestre del 2023, ma il merito è dell’effetto mercato, ossia l’aumento di valore delle quote dovuto alle performance dei titoli sottostanti. La raccolta netta del risparmio gestito, il saldo fra il denaro investito dai risparmiatori e quello ritirato sotto forma di rimborsi, è stata negativa per 15,396 miliardi di euro nel quarto trimestre, portando il rosso finale del 2024 a -49,5 miliardi di euro.
Il patrimonio gestito, però, ha raggiunto i 2.338 miliardi di euro, in aumento dai 2.212 miliardi di fine 2022 e dai 2.223 miliardi del settembre 2023.
Il rosso della raccolta netta ha colpito, nel quarto trimestre così come nel complesso del 2023, tanto le gestioni collettive quanto le gestioni di portafoglio.
Fondi aperti, bene solo gli obbligazionari
I fondi aperti, la categoria di fondi più diffusi fra risparmiatori al dettaglio, hanno avuto un deflusso netto di 8,5 miliardi fra ottobre e dicembre, che ha portato il rosso del 2023 a 22,5 miliardi. In particolare la fuga è stata più pronunciata per i fondi flessibili e bilanciati, che nel trimestre hanno avuto deflussi, rispettivamente, da 8,34 e 5,66 miliardi di euro.
In controtendenza, invece, i fondi obbligazionari che, complice la prospettiva di solide performance in vista del calo dei tassi, hanno raccolto 7,8 miliardi nel trimestre e oltre 24 miliardi in tutto l’anno. All’interno della categoria obbligazionaria i maggiori afflussi si sono visti sui flessibili, mentre si sono osservate decise fuoriuscite dai fondi dedicati ai bond dei Paesi emergenti. I fondi azionari, hanno registrato deflussi da oltre 3,5 miliardi nel trimestre, che hanno portato in rosso il bilancio finale del 2023 con un netto negativo da quasi 3 miliardi. Fra gli azionari la gran parte della raccolta si è concentrata sugli internazionali, mentre chiudono in rosso i fondi azionari specializzati in equity italiano, così come in quello europeo.
“Nel corso del quarto trimestre” i patrimoni dei fondi aperti “sono cresciuti di circa 60 miliardi euro, per l’effetto combinato di tre diversi flussi: la raccolta netta, negativa per 8,5 miliardi di euro, un effetto mercato di quasi il 5% che vale quasi 50 miliardi di euro e infine un effetto perimetro, per l’ingresso nella segnalazione statistica di un nuovo gruppo di gestione”, ha commentato Alessandro Rota, Direttore Ufficio Studi Assogestioni, “notiamo che i fondi azionari hanno cominciato ad andare in negativo dal terzo trimestre di quest’anno. Sostenuti invece i flussi verso gli obbligazionari, grazie alla performance di raccolta dei fondi a scadenza. Proprio gli afflussi verso questi prodotti hanno supportato la raccolta dei fondi italiani”.
Per quanto riguarda i principali distributori di fondi aperti, nel contesto di deflussi generalizzato spiccano le eccezioni positive di Generali (+4,2 miliardi nel trimestre), Mediolanum (+661 milioni) e JP Morgan AM (+1,38 miliardi, con un forte contributo anche della componente in Etf).
Positiva, invece, la raccolta dei fondi chiusi, strumenti più diffusi fra gli investitori istituzionali come banche e assicurazioni: nel trimestre la raccolta è stata positiva per 2,28 miliardi di euro (oltre +4 miliardi nell’intero anno), con un particolare exploit per i fondi mobiliari che investono in emittenti non quotati.