Ha da poco inaugurato la mostra dedicata allo sciamanesimo dal titolo “Sciamani. Comunicare con “l’invisibile“ a cura del Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto presso Palazzo delle Albere a Trento.
La mostra si dirama fra diversi argomenti: antropologia, psicologia, archeologia e arte contemporanea.
Si tratta di un vero e proprio viaggio che riflette sul rapporto tra esseri umani e spiritualità.
La mostra resterà aperta fino al 30 giugno 2024.
Joseph Beuys, Budi Durini, Difesa della natura ph. Mart Rovereto
L’esposizione sullo sciamanesimo al Mart
La mostra si suddivide in due spazi diversi: Palazzo delle Albere a Trento e il Museo etnografico trentino a San Michele all’Adige. Il tema centrale dello sciamanesimo viene analizzato da punti di vista diversi e complementari proponendo un approccio multidisciplinare e prospettive innovative, unendo manufatti antichi, installazioni immersive, artigianato e opere d’arte.
Il progetto nasce dalla collaborazione di tre importanti istituzioni trentine: MUSE – il Museo delle Scienze di Trento; Mart il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, e METS – il Museo etnografico trentino di San Michele, questo ha permesso di affrontare la tematica dello sciamanesimo a tutto tondo secondo le specifiche competenze museali dei partecipanti al progetto.
Partner della mostra è la Fondazione Sergio Poggianella (FSP) da cui provengono oltre cento reperti e manufatti originari della Cina, della Siberia e della Mongolia.
Sciamanismo e viaggio sciamanico
Lo sciamanesimo affonda le sue radici in una tradizione millenaria, si tratta del primo approccio dell’essere umano con la spiritualità ed in qualche modo affonda le sue radici in ognuno di noi suscitando memorie assopite. In ogni tradizione è ancora vivo il concetto di “viaggio sciamanico” declinato nelle diverse filosofie spirituali. La figura dello sciamano rappresenta un ponte fra il mondo dei vivi e il mondo sottile, egli è infatti in grado di raggiungere uno stato di coscienza alterata che gli consente di aprire le porte verso il mondo degli spiriti, permettendogli di accompagnare in questo viaggio i suoi “pazienti”, cioè le persone che necessitano di una cura.
Accompagnato dal suono del tamburo e dei sonagli presenti sull’abito, lo sciamano intraprende il viaggio al di fuori dell’esistenza materiale. Il suono, fondamentale in questa pratica, è infatti in grado di stimolare la produzione di onde Thetha nel cervello e permette di raggiungere uno stato di meditazione profonda attraverso il distacco dalla mente razionale.
Così viene intrapreso un viaggio nello spazio tempo nel quale lo sciamano può accompagnare una o più persone con lo scopo si portare guarigione fisica, energetica e spirituale. Si tratta di un viaggio per recuperare i frammenti dell’anima, secondo la cultura sciamanica l’Anima di ogni individuo è composta da più frammenti e a causa di un trauma emozionale, fisico o spirituale, uno o più frammenti possono distaccarsi portando alla persona sintomi fisici e psicologici. Lo scopo dello sciamano è quello di accompagnare la persona alla ricerca del trauma permettendo il ritrovamento del frammento d’Anima perduto e aiutando il ricongiungimento delle parti per ottenere la guarigione.
Marina Abramovic, Balkan Baroque, 1997, Ramon Coelho video artist
Sciamani. Téchne, spirito, idea
La prima sezione della mostra è curata ed esposta presso gli spazi del METS – Museo etnografico trentino di San Michele e affronta il tema dello sciamanesimo con un approccio “tecnico/scientifico” dedicandosi prevalentemente alle tecnologie popolari come sottolineato dal titolo. I curatori di questa sezione sono Sergio Poggianella, Micaela Sposito e Luca Faoro.
La mostra espone le opere di undici artisti contemporanei mettendole in dialogo con gli oggetti della collezione di arte sciamanica provenienti dall’Asia centrale della Fondazione Sergio Poggianella.
Nel chiostro centrale è inoltre presente una yurta arredata di provenienza centro-asiatica.
La prospettiva della mostra è quella dell’object-specific, un percorso che mette in relazione la collezione di tecnologie popolari trentine (ricostruzioni dedicate alle pratiche agricole, alle macchine idrauliche, al bosco, alla segheria, alla tessitura), i corredi rituali sciamanici eurasiatici (amuleti, tamburi, abiti e copricapi) e le opere di artisti contemporanei quali Adolf Vallazza, Luca Pojer, Pietro Weber, Denis Riva (Deriva), Andrea Marinelli, Federico Lanaro, Bruno Norbu Griparich, Piermario Dorigatti, Andrea Tagliapietra, Paolo Dolzan e Elias Grüner.
Questo viaggio porterà lo spettatore attraverso un dialogo in cui gli oggetti e le opere saranno in grado di evocare memorie e sguardi contemporanei sul tema dello sciamanismo.
Sciamani. Comunicare con l’invisibile Parte uno
Al primo piano di Palazzo delle Albere troviamo la seconda sezione della mostra a cura di MUSE – Museo delle Scienze di Trento, e dei curatori Elisabetta Flor, Luca Scoz e Sergio Poggianella.
In questa sezione i focus affrontati si intrecciano fra archeologia, antropologia e scienze cognitive.
La figura dello sciamano come singolo individuo e in rapporto alla società viene analizzata attraverso straordinari reperti forniti dalla Fondazione Sergio Poggianella.
Grazie alla tecnologia delle scienze cognitive viene esplorata la dimensione dello stato alterato di coscienza, elemento centrale dello sciamanismo
Presente in mostra anche il documentario “Dialoghi con l’antropologo Sergio Poggianella” (regia di Nicolò Bongiorno, Allegria Films, 2023, 20 Min.) nel quale Sergio Poggianella racconta i suoi viaggi in Asia Centrale e i suoi incontri con gli sciamani, attraverso un approccio che unisce antropologia, arte e ricerca spirituale.
Sciamani. Comunicare con l’invisibile Parte due
Al secondo piano di Palazzo delle Albere viene presentata la terza sezione della mostra curata dal Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto che trova come protagonista l’arte contemporanea in continuità con la narrazione scientifica ed etnoantropologica. In mostra circa 40 opere prodotte da 26 artisti e artiste internazionali negli ultimi 70 anni, selezionate dal curatore del Mart Gabriele Lorenzoni e dall’antropologo Massimiliano Nicola Mollona.
In mostra Marina Abramovi?, David Aaron Angeli, Joseph Beuys e Buby Durini, Alighiero Boetti, Chiara Camoni, Ramon Coelho, Claudio Costa, Jimmie Durham, Bracha Ettinger, Angelo Filomeno, Hamish Fulton, Allan Graham, Louis Henderson, Karrabing Film Collective, Suzanne Lacy, Mali Weil, Attilio Maranzano, Si On, Anna Perach, Ben Russell, María Sojob, Daniel Spoerri, Alexandra Sukhareva, Alisi Telengut, Franco Vaccari.
Gli artisti scelti dialogano a loro personale modo con la tematica dello sciamanismo, recuperando oggetti materiali, gesti rituali ispirandosi a tradizioni culturali antiche, sottolineando l’imprescindibile legame fra il mondo degli esseri umani, il mondo animale, naturale e spirituale.