Si è da poco conclusa la terza edizione del Noor Riyadh Festival, il più grande festival al mondo dedicato esclusivamente all’arte contemporanea “luminosa” che ha avuto luogo nella capitale saudita trasformando diverse aree pubbliche in spettacolari gallerie a cielo aperto.
Un’ode alla luce, elemento fondamentale e protagonista del festival attorno al quale si sono sviluppate nel corso del tempo molte ricerche ed opere in ambiti diversi, partendo dall’ambito artistico (nel quale Lucio Fontana fu precursore nell’utilizzo del neon seguito da Mario Merz e Bruce Nauman per citarne alcuni), arrivando poi a contaminare anche il mondo del design come ad esempio con l’utilizzo dei neon nell’iconico specchio Ultrafragola di Ettore Sottsass o l’utilizzo di questo mezzo nelle opere più contemporanee della designer Sabine Marcelis.
Il Noor Riyadh Festival
Il festival ha avuto una durata di 17 giorni e ha proposto al pubblico opere d’arte di ampia portata, come sculture effimere, proiezioni urbane a installazioni immersive site-specific, in cinque punti nevralgici della città, il King Abdullah Financial District (KAFD), il JAX District, Wadi Hanifa, Salam Park e Wadi Namar.
La rassegna ha presentato più di 120 opere di oltre 100 artisti locali e internazionali, fra cui anche artisti italiani come Marinella Senatore rinomata artista multidisciplinare che combina ricerca estetica con il potere trasformativo dell’impegno sociale che ha qui presentato l’opera We Rise by Lifting Others, un’immensa e colorata struttura luminosa che incorpora scritte arabe e disegni dell’Italia meridionale; il lavoro si adatta dunque all’ambiente circostante per favorire il contatto con il pubblico .
Marinella Senatore, We Rise by Lifting Others, 2023, courtesy l’artista e havas
L’artista tedesco Tobias Rehberger, conosciuto per la sua ricerca su percezione e consapevolezza, sulla temporalità e sul senso di transitorietà, discontinuità e ambiguità. Presenta qui l’opera Lost to Find, un’ode al tempo libero in diretta connessione con Salam Park, la meta dello svago per eccellenza di Riyadh. Rehberger presenta un’installazione che celebra un’altra dimensione del tempo caratterizzata da variopinte insegne al neon disposte su una parete a motivi bianchi e neri, l’opera dell’artista si trasforma in porta verso un’altra temporalità, dove tutto diventa possibile.
Tobias Rehberger, Lost to Find 2023, curtesy l’artista e havas
Solenoglyphous C.C è il titolo dell’opera presentata da Dana-Fiona Armour, artista che fonde nei suoi lavori medicina, scienza e arte collaborando spesso con ricercatori e medici. In questa occasione, Dana-Fiona Armour porta un’installazione che crea un paesaggio distopico dove dalla sabbia emergono sculture di vetro ispirate alle zanne del Cerastes Cerastes, una specie di serpente originaria dei deserti dell’Arabia Saudita. Come un miraggio, queste strane sculture metà rettili e metà vegetali attirano i visitatori grazie alla luce che si riflette sulla loro superficie di giorno e che emerge dall’interno di notte. Invocando la figura del serpente, Dana-Fiona Armour fa eco alle numerose cosmogonie in cui la creatura ruba il sole o la luna.
Dana-Fiona Armour, Solenoglyphous C.C., 2023, courtesy l’artista e havas
I quattro curatori del Noor Riyadh Festival
La produzione dell’edizione 2023 del Noor Riyadh Festival è stata affidata a un team di quattro curatori che hanno collaborato a stretto contatto per dar vita all’esposizione.
Tra i curatori protagonisti vi è stato Pedro Alonzo, curatore indipendente con sede a Boston, dal 2006 specializzato nella produzione di mostre in ampi spazi pubblici e nel paesaggio urbano. Nel 2015 Alonzo ha inoltre collaborato con l’artista JR per collocare una gigantografia sul muro di confine tra Stati Uniti e Messico.
Chris Levine, Molecule of Light, 2021, courtesy l’artista e havas
Il secondo curatore è Jérôme Sans, agitatore culturale e direttore artistico, noto a livello internazionale per il suo approccio pionieristico e creativo. Jérôme Sans è stato co-fondatore e co-direttore dell’acclamato Palais de Tokyo a Parigi dal 1999 al 2006. Dal 2008 al 2012 è stato direttore dell’Ullens Center for Contemporary Art di Pechino (UCCA), affermandosi come la prima fondazione privata d’arte contemporanea in Cina e come modello per molti progetti museali privati cinesi. Oltre a numerose pubblicazioni di cui è autore, è stato direttore creativo e caporedattore della rivista culturale francese L’Officiel Art. Ha curato numerose mostre importanti in tutto il mondo, tra cui la Biennale di Taipei (2000), la Biennale di Lione (2005) e grandi mostre monografiche.
Badiya Studio, Symphony Of Light, 2023, courtesy Noor Riyadh 2023
Abbiamo poi Fahad Bin Naif, originario di Riyadh, artista emergente e curatore. Fahad combina questioni socio-economiche con la memoria collettiva utilizzando la città di Riyadh come filo conduttore. Il lavoro di Bin Naif vede l’uso di installazioni e interventi su larga scala, opere video, fotografia e design, tutti guidati dalla sua ricerca sul paesaggio urbano.
E, infine, Alaa Tarabzouni, artista e curatrice dalla carriera ultradecennale, già direttrice della ATHR Gallery e, prima ancora, consulente senior presso il Ministero della Cultura dell’Arabia Saudita. La sua esperienza diversificata sia nel settore pubblico che in quello privato, unita alla sua pratica artistica, le ha permesso di acquisire una comprensione profonda e a tutto tondo delle arti. Nel 2018 Tarabzouni ha co-fondato Very Public, uno spazio espositivo multidisciplinare gestito da artisti a Riyadh.
FriendsWithYou, Nature’s Gift, 2017, courtesy l’artista e havas
JAX il nuovo distretto creativo
L’esposizione proseguirà fino a fine marzo con le opere di oltre 30 artisti provenienti da tutto il mondo che affronteranno i temi della mitologia, dell’astrofisica, e molto altro. La mostra sarà ospitata negli spazi del nuovo distretto creativo JAX di cui si sta molto parlando. Il nuovo spazio tutto dedicato alla creatività è situato nell’ex sito industriale di Diriyah, che si pone come faro per la diffusione e la promozione delle arti, invitando i talenti a esporre le proprie opere in una comunità artistica fiorente e solidale, rendendo il JAX District la destinazione preferita di rinomati artisti sauditi, gallerie d’arte all’avanguardia, importanti media e dinamiche agenzie creative.
Il 20 febbraio sarà inoltre ospitata nel distretto la “Biennale di Diriyah” acclamata a livello internazionale, che consolida la sua posizione di destinazione globale per l’arte e la creatività.
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