In Italia il 44% pensa ad un piano per risparmiare sulle propria pensione futura. In Europa la percentuale sale al 54%
Il 53% degli italiani non risparmia. E il gender gap è davvero significativo. Le donne (47%) sono quelle che hanno più problemi rispetto agli uomini (40%)
Ma chi non risparmia perché lo fa? La maggioranza ha risposto che non lo fa perché non può (42%). Da sottolineare come però non sono pochi neanche i disinteressati o gli inconsapevoli (38%). Focalizzandoci su questa fascia si può delineare il profilo dei soggetti che non risparmiano per la pensione.
E dunque tra gli inconsapevoli si trovano per lo più vedovi (19%) e inoccupati (13%). Tra i disinteressanti il 28% sono ultra 50enni e i dipendenti pubblici (34%). Passando agli impossibilitati si trovano gli inoccupati (52%), i dipendenti part-time (39%) e le persone con bassa istruzione (48%). In generale si può dire che chi attualmente non sta risparmiando per la propria pensione per il 42% non se lo può permettere, per il 28% non è di interesse, per il 20% ci penserà in futuro e per il 10% resta un mistero.
L’analisi sottolinea inoltre come la prima cosa che gli europei e gli italiani cercano nella previdenza sia la sicurezza. In un mondo finanziario che ha perso i tradizionali asset sicuri (come possono essere i titoli di stato), la ricerca del porto sicuro ha pochissimi punti di riferimento e il prodotto assicurativo resta centrale. Nel caso italiano entra in gioco anche una peculiarità istituzionale, il Tfr e il suo rendimento garantito allo 1.5% +75% dell’inflazione. Anche azzerando la componente inflazionistica, quel punto e mezzo è oggi molto sfidante anche se i fondi pensione lo hanno superato senza problemi (il 3,6% è la percentuale media annua dei fondi pensione). E dunque per il 60% dei partecipanti all’indagine la sicurezza dell’investimento è al primo posto, al secondo (33%) c’è la flessibilità nei pagamenti, al terzo l’eredità (32%) e al quarto la liquidità (32%). Nelle ultime posizioni troviamo: rendimento (14%), sostenibilità ecologica (12%) e portabilità (10%). E allora i ricercatori hanno messo gli intervistati davanti alla scelta tra rendimento basso, ma garantito o potenzialmente maggiore ma volatile; e i partecipanti hanno dichiarato di preferire nettamente la prima opzione (73% in Europa e 77% in Italia). “In Italia ben il 76,8% degli interpellati si è dichiarato a favore di una garanzia sul capitale con un ritorno finanziario medio annuo tra lo 0 e l’1,75%. E che questa sia la richiesta fondamentale dei clienti le compagnie conoscono. Il risparmio assicurativo garantito continua infatti a crescere costantemente e ammonta a più di 550 miliardi di euro e da 40 anni ha risultati positivi stabili più alti dell’inflazione.