Solo nel quarto trimestre del 2023 il valore delle operazioni di private equity è diminuito del 22,6% su base annua
Pitchbook: “Riteniamo che i volumi di private equity siano destinati a risalire nel 2024; tuttavia, la chiave è nelle exit”
Il private equity statunitense archivia l’anno peggiore dal 2016. Secondo l’ultima analisi di Pitchbook, se gli acquisti hanno ormai superato il blocco indotto dalla pandemia di covid-19, le vendite hanno raggiunto il punto più basso da oltre un decennio. Scorrendo i dati, risulta infatti evidente come solo nel quarto trimestre del 2023 il valore delle operazioni di private equity sia diminuito del 22,6% su base annua. Per l’intero anno, si parla di una contrazione del 29,5% a 645,3 miliardi di dollari, un valore che non si osservava dal 2017. È finita qui? Dipende.
“Una ripresa delle attività di exit è necessaria per innescare una più ampia ripartenza degli accordi di private equity negli Stati Uniti”, scrivono gli analisti di Pitchbook. “Gli operatori stanno aspettando prezzi migliori, ma non tutti possono permettersi di farlo”, spiegano. “Riteniamo che i volumi di private equity siano destinati a risalire nel 2024; tuttavia, la chiave è rappresentata dalle exit. Senza un loro riavvio, dubitiamo che possa iniziare una ripresa più ampia delle operazioni ed è probabile che anche la raccolta dei fondi vacilli”, avvertono.
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Gli analisti si sono poi focalizzati su tre settori, analizzandone andamento e prospettive: tecnologia, software e assistenza sanitaria. Il valore delle transazioni nel settore tecnologico nel quarto trimestre del 2023 ha raggiunto i 27,8 miliardi di dollari, in calo del 2,8% rispetto al trimestre precedente e del 33,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “In termini i volumi, la situazione sta migliorando”, raccontano da Pitchbook. “Le operazioni più piccole mostrano una tendenza al rialzo, con 368 operazioni nel trimestre in corso”, in aumento del 43,2% rispetto al trimestre precedente e del 9,2% rispetto al quarto trimestre del 2022. Quanto all’ambito software, il 2023 si preannuncia come un passo indietro rispetto ai recenti massimi del 2021-2022 ma un passo avanti rispetto ai livelli pre-pandemici.
“Non sorprende che, nei dati relativi allo scorso anno, l’attività di private equity sia diminuita del 54% in termini di valore delle operazioni e del 18,5% in termini di numero di operazioni rispetto al 2022”, si legge nel rapporto. Tuttavia, rispetto alla media pre-covid (dal 2017 al 2019), il 2023 restituisce una crescita del 24,4% sul valore delle operazioni e del 4,2% sul numero di deal. “Queste tendenze supportano la nostra opinione secondo la quale l’ambito software rappresenti sempre più un punto di riferimento per gli investitori di private equity nel panorama post-pandemico”, osservano gli analisti. “La performance del settore indica un posizionamento solido nell’attuale contesto di mercato”, aggiungono. L’ultimo settore esaminato è quello dell’assistenza sanitaria che, nel 2023, ha messo a segno 1.086 operazioni per 79,9 miliardi di dollari (a fronte dei 201,6 miliardi del 2021). Ciononostante, alcuni grandi deal – come l’acquisizione di Syneos Health per 7,1 miliardi di dollari – suggeriscono secondo gli esperti “un ottimismo selettivo” nell’ambito del farmaceutico e del medtech. “Prevediamo un ulteriore calo della quota del settore sanitario nel conteggio globale delle operazioni di private equity nel 2024. Tuttavia, riteniamo che nel lungo periodo l’industria farmaceutica si orienterà verso i prodotti biologici. E le società di private equity probabilmente capitalizzeranno queste opportunità continuando a investire in organizzazioni farmaceutiche che offrono servizi di ricerca e produzione”, concludono da Pitchbook.