L’Italia si colloca al primo posto per numero di destinazioni accessibili senza visto
Il passaporto statunitense ottiene il settimo posto, spianando la strada a 188 paesi
I paesi al top consentono di raggiungere 166 destinazioni in più rispetto all’Afghanistan
Sapevate che il passaporto italiano è uno dei più “potenti” al mondo? Dimenticandoci per un attimo dei lunghi tempi di attesa per ottenere un appuntamento in questura per il rilascio o il rinnovo del documento – fino a 10 mesi a Venezia, quasi otto a Bolzano e sette a Cagliari secondo una recente analisi di Altroconsumo – l’Italia si colloca al primo posto per numero di destinazioni che i cittadini possono visitare senza visto (ben 194 Paesi) insieme a Germania, Spagna, Francia, Singapore e Giappone.
Al secondo posto della classifica stilata da Henley & Partners si collocano Finlandia, Corea del Sud e Svezia, che consentono ai titolari di passaporto di accedere a 193 destinazioni di viaggio, mentre altri quattro Stati dell’Unione europea (Austria, Danimarca, Irlanda e Paesi Bassi) condividono il terzo posto con 192 destinazioni. Il resto della top10 è ampiamente dominato da nazioni europee, con il Regno Unito che sale di due posizioni rispetto a un anno fa e guadagna il quarto posto, permettendo ai suoi cittadini di accedere senza visto a 191 destinazioni a fronte delle 188 della rilevazione precedente. Il passaporto statunitense ottiene invece il settimo posto, spianando la strada a 188 paesi senza la necessità di richiedere un visto in anticipo.
Fonte: Henley Passport Index 2024
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Afghanistan in fondo alla classifica
A chiudere il ranking con il minor numero di destinazioni alle quali i titolari di passaporto possono accedere senza un visto sono Iraq, Siria e Afghanistan, che permettono rispettivamente di visitare 31, 29 e 28 paesi. Secondo Christian H. Kaelin, presidente di Henley & Partners, sebbene la tendenza generale nella storia della classifica sia stata quella di una maggiore libertà di viaggio, il divario tra i primi e gli ultimi posti resta di fatto più ampio che mai. “Il numero medio di destinazioni cui i viaggiatori possono accedere senza visto è quasi raddoppiato, passando dalle 58 del 2006 a 111 nel 2024”, dichiara Kaelin. “Tuttavia, con l’inizio del nuovo anno i paesi in testa alla classifica sono ora in grado di raggiungere ben 166 destinazioni in più rispetto all’Afghanistan, che consente di accedere a soli 28 paesi senza visto”.
Il caso degli Emirati Arabi Uniti
Analizzando invece i più grandi (e più piccoli) scalatori della classifica, gli Emirati Arabi Uniti hanno fatto da padrone nell’ultimo decennio, avendo aggiunto ben 106 destinazioni al “pacchetto” complessivo dal 2014 e balzando così dalla 55esima all’11esima posizione. Anche Ucraina e Cina rientrano nella top5 dei paesi che hanno migliorato maggiormente la loro posizione in classifica negli ultimi 10 anni, salendo rispettivamente al 32° posto con 148 destinazioni di viaggio accessibili e al 62° posto con 85 destinazioni. Diverso il caso della Russia: nonostante abbia aggiunto 24 destinazioni alla lista nell’ultimo decennio, il suo punteggio e la sua posizione in classifica hanno subito un lievissimo aggiustamento dal 2017, consentendole oggi di occupare il 51° posto con 191 destinazioni.
I programmi di migrazione degli investimenti
Henley & Partners ha rilevato tra l’altro una forte correlazione tra la “forza” dei passaporti e l’offerta di programmi di migrazione degli investimenti. Per esempio, quasi il 60% dei paesi del G7 che rappresentano il 30% del prodotto interno lordo mondiale e vantano un punteggio medio dell’82% in tema di passaporti (definito “Henley passport power” o Hpp) offrono una qualche forma di cittadinanza o residenza da investimento. Analogamente, quasi tutti i 27 Stati membri dell’Ue (con un punteggio Hpp medio del 74%) offrono la residenza in cambio di una qualche forma di investimento, così come la maggior parte dei 19 Stati del G20 (con un punteggio Hpp medio del 54%). Secondo Juerg Steffen, ceo di Henley & Partners, sia l’apertura dei visti che i programmi di migrazione degli investimenti sono leve significative che i governi possono utilizzare per migliorare il potere del loro passaporto e, conseguentemente, la crescita economica dei loro paesi. “La migrazione da investimenti è una vera e propria soluzione win-win, a lungo termine e sostenibile per tutte le parti interessate, che si tratti di investitori, di cittadini o delle nazioni stesse”, conclude Steffen.