Il 2023 di Unicredit si è concluso con utili record da 8,6 miliardi di euro superiori alle aspettative e in aumento di oltre il 50%. Alla base del risultato c’è un balzo del 31% nel margine d’interesse, che si è unito a entrate commissionali sostanzialmente stabili e costi in calo dell’1%. Nel 2024 la banca prevede di mantenere profitti in linea con l’ultimo anno e un Rote pari al 16,5%, nonché una distribuzione complessiva pari 10 miliardi di euro fra dividendi e buyback.
In vista di un aumento del costo del rischio e di un calo dei tassi d’interesse nel 2024 l’ad, Andrea Orcel, ha sottolineato l’importanza dei flussi commissionali nell’equilibrio della banca, con un’incidenza pari al 32,3% dei ricavi a fine settembre 2023.
Oltre l’assist dei tassi d’interesse
“Siamo meno dipendenti dai tassi d’interesse rispetto a quanto talvolta si crede: abbiamo beneficiato dei tassi in proporzione minore rispetto alle altre banche italiane, grazie a un approccio che privilegia la profittabilità piuttosto che i volumi. Siamo molto più guidati dalle entrate commissionali di quanto non si percepisca e siamo fra le prime banche in termine di incidenza delle commissioni sui ricavi”, ha dichiarato Orcel durante la conference call. “E’ importante notare una porzione significativa di questa crescita nelle entrate commissionali è sigillata e non dipende dalle condizioni di mercato”, ha aggiunto, ribadendo come la strategia di Unicredit prevede “l’internalizzazione della catena del valore nella gestione patrimoniale, l’internalizzazione delle polizze vita” nonché la “rinegoziazione degli accordi distributivi lungo la catena distributiva”.
Unicredit Più valore trattenuto su polizze e fondi
Più nel dettaglio, l’ad di Unicredit ha prefigurato che la banca razionalizzerà i partner nel business assicurativo (“saremo fortemente orientati su Allianz”), mentre si prospetta un’internalizzazione del business delle polizze vita, con un focus sulle unit linked.
Per quanto riguarda l’asset management, ha affermato Orcel, “non penso si parli di una ristrutturazione, ma di un miglioramento progressivo”. Come già affermato nella precedente conference call, nell’agenda di Unicredit c’è un aumento delle commissioni trattenute internamente nella catena del valore della gestione patrimoniale: “Eravamo soliti trattenere il 60% della catena del valore in house, l’abbiamo portata negli ultimi anni nella parte bassa del 70% e penso potremo innalzarla alla parte bassa dell’80%”, ha affermato Orcel. Sotto la lente degli analisti c’è il destino dell’accordo distributivo principale di Unicredit, quello con Amundi, i cui termini saranno da rinegoziare nel 2027. “Amundi non fornisce tutto il nostro asset management, ma lo fa in una proporzione fra il 20 e 30%”, ha affermato Orcel, guardando al futuro “non penso sarà un tutto o niente… il 2027 sarà un anno importante perché uno dei nostri accordi chiave sarà da rinegoziare”.
Nel dettaglio dei conti dei servizi di investimento (individual solutions) il 2023 si è chiuso con una contrazione del 4% delle entrate, a 2,9 miliardi. In particolare, sono pesate le ripercussioni dei tassi sulle polizze vita (-7%), mentre i ricavi del risparmio gestito sono scesi del 4%: si tratta di ribassi solo in parte compensati dall’aumento, pari al 3%, degli asset in custodia (risparmio amministrato). Secondo quanto anticipato in conference call, la competizione del Btp sulle polizze vita continuerà a farsi sentire anche nel 2024, per cui si prevede una normalizzazione solo nel 2025.
Unicredit, la reazione di mercato
L’azione Unicredit ha reagito con un balzo arrivato a superare il 10% nel corso della seduta di lunedì 5 febbraio. Le politiche di remunerazione degli azionisti di Unicredit prevedono per il 2023 un payout ratio pari al 100% dell’utile netto, per un totale di 8,6 miliardi, suddivisi fra un buyback da 5,6 miliardi e un dividendo da 3 miliardi. L’esecuzione di questo piano è stata già avviata ad ottobre con una prima tranche di riacquisto di azioni proprie da 2,5 miliardi iniziata ad ottobre 2023 ed eseguita per 1,4 miliardi al termine dell’anno solare 2023.
Per il 2024 la distribuzione ordinaria passerà a un minimo del 90% dell’utile netto: si prevede una distribuzione di circa 10 miliardi di euro di cui 7,2 miliardi di parte residua relativa ai risultati del 2023 e un cash dividend yield del 10%.