La vendita privata sarebbe avvenuta lo scorso gennaio 2024, a cura di Christie’s. Il ceo della casa d’aste ha fatto sapere che il quadro è stato rivenduto per «oltre 100 milioni di dollari» (che sarebbero comunque pochi rispetto al suo prezzo d’acquisto)
Una curiosità: “No. 6 (Violet, Green and Red)” non è il dipinto record di Rothko: il primato spetta al suo “No. 20 (Yellow Expanse)”, passato di mano nel 2014 per 200 milioni di dollari
Quello delle private sales è uno dei settori d’affari maggiormente in crescita nel mercato dell’arte degli ultimi anni, soprattutto dopo il 2020
La riservatezza tipica delle vendite private protegge il valore dell’asset nel caso in cui esso non venga venduto, aspetto che difetta alle aste tradizionali
Rothko viola verde e rosso: dal magnate russo a quello degli hedge fund
Privata, ma fino a un certo punto: è la trattativa con cui il miliardario russo Dmitry Rybolovlev ha ceduto il suo No. 6 (Violet, Green and Red) di Mark Rothko (1903-1970) a un altro grande collezionista, l’amministratore delegato dell’hedge fund Citadel Kenneth Griffin. Secondo le informazioni trapelate alla stampa americana, la vendita privata sarebbe avvenuta lo scorso gennaio 2024, a cura di Christie’s. Il ceo della casa d’aste, Guillaume Cerutti, ha comunicato che il quadro – realizzato nel 1951 – è stato rivenduto per «oltre 100 milioni di dollari». Un’affermazione che lascia chiedersi se il venditore abbia o meno recuperato l’esborso: l’opera fu infatti acquistata da Rybolovlev (appena uscito soccombente da una causa con Sotheby’s) per 186 milioni di dollari nel 2014, cifra che la fece entrare nella top ten dei quadri più costosi di tutti i tempi. I protagonisti della vicenda non hanno fornito ulteriori dettagli o commenti.
Mark Rothko, No. 6 (Violet, Green and Red)
Cerutti ha solo aggiunto che le vendite private sono molto apprezzate dalla clientela di fascia altissima «perché veloci e riservate». La riservatezza in questo caso è stata ben lungi dall’essere preservata, ma sarebbe stato difficile nascondere del tutto la trattativa: i protagonisti sono estremamente noti nel mondo dell’arte e non solo (Dmitry Rybolovlev è anche proprietario e presidente della squadra di calcio di Monaco) e il presunto mistero che aleggia sulla vendita non fa in realtà che metterla ancora più in luce. Una curiosità: No. 6 (Violet, Green and Red) non è il dipinto record di Rothko: il primato spetta al suo No. 20 (Yellow Expanse), passato di mano nel 2014 per 200 milioni di dollari.
Arte, la vera classifica di mercato si fa considerando le vendite private
In ogni caso, quello delle vendite private, delle private sales, è uno dei settori d’affari maggiormente in crescita nel mercato dell’arte degli ultimi anni, soprattutto dopo il 2020. L’opera oggetto dello scambio viene direttamente proposta alla casa d’aste prescelta, che sonda l’interesse dei suoi migliori clienti, senza passare dal battage tipico delle aste pubbliche. Spesso si pensa che le opere più care della storia siano transitate sotto il martelletto, ma non è (solo) così. Il quadro più costoso del XX secolo, è Interchange (1955) di William de Kooning, acquistato privatamente nel 2015 per 300 milioni di dollari proprio da Kenneth Griffin.
La Marilyn in blu salvia di Andy Warhol, quasi sempre indicata come l’opera più cara del Novecento, è in realtà prima se si considerano le sole aste pubbliche. In classifica generale è quarta, dopo la Orange Marilyn dello stesso Warhol, venduta tramite una private sale a… Kenneth Griffin e dopo il Rothko da 200 milioni.
A titolo di esempio, ecco alcuni altri capolavori della storia dell’arte non transitati in asta pubblica al momento della vendita: Wasserschlangen II di Gustav Klimt (187 milioni di dollari nel 2013), Number 17° di Jackson Pollock (200 milioni di dollari nel 2015), il ritratto dei coniugi Marten Soolmans e Opjen Coppit (1634) di Rembrandt (160 milioni di euro nel 2017), Adele Bloch Bauer I (1907) di Klimt (135 milioni di dollari nel 2006) e il già citato quadro record di Mark Rothko, No. 20 (Yellow Expanse).
Private sales, uno strumento per proteggere il pleasure asset
Nel 2023, il lotto più caro piazzato da Christie’s in asta è stato un quadro della serie delle ninfee di Claude Monet (Le bassin aux ninphéas, 74 milioni di dollari), ma il ceo ha svelato che in realtà la casa d’aste ha venduto «a un prezzo maggiore» in trattativa privata un’altra opera.
Le vendite private funzionano particolarmente bene nei periodi di incertezza economica, avendo la capacità di essere anticicliche (vale a dire di agire in senso contrario a quello preso dall’economia, “stabilizzandola”).
Come evidenziano le società di elaborazione dati per il mercato dell’arte (ArtTactic, Pi-eX) nel 2023 le vendite totali delle principali case d’asta internazionali sono diminuite di circa il 20% rispetto al 2022. Nel 2023 Christie’s ha messo a segno 1,2 miliardi di dollari in vendite private, per un incremento del 49% rispetto ai livelli ante covid; ha raggiunto la stessa soglia Sotheby’s, che ha registrato 1,2 miliardi di dollari in private sale, anch’essa in trend crescente (nel 2022 per il segmento aveva messo a bilancio 1,1 miliardi di dollari).
La riservatezza tipica delle private sales protegge il valore dell’asset nel caso in cui esso non venga venduto, aspetto che invece mancherebbe del tutto se restasse invenduto in un’asta classica: ciò ne comprometterebbe spendibilità sul mercato successivamente.