Il Brunello Biondi Santi Riserva Tenuta Greppo 2012 sarà ricordata come l’ultima Riserva a firma Franco Biondi Santi, che ci ha la- sciato qualche mese dopo averla vinificata. Il vino è stato messo
sul mercato nella primavera del 2020 dopo un lungo affinamento in bottiglia. Il Brunello Riserva Biondi Santi viene rilasciato solo nelle annate eccezionali e nasce dalle migliori piante della Tenuta Greppo di età superiore ai 25 anni. Dalla prima annata del 1888 fino ad oggi sono state prodotte soltanto 38 Riserve. La prima vinificata da Franco fu la 1971 e da allora numerose straordinarie Riserve si sono avvicendate. Franco Biondi Santi è stato e rimane l’uomo mito del Brunello di Montalcino, per la qualità estrema dei suoi vini e per le battaglie a difesa dell’identità del Brunello. Filosofo del vino, sognatore, eccezionale agronomo ed enologo, Franco è noto in tutto il mondo come il gentleman del Brunello per il suo stile inconfon- dibile e la cultura che si riflettono nei suoi vini.
Lo stile è quello di un’azienda che ha mantenuto per 150 anni una coerente filosofia produttiva basata su fermentazione in tini di cemento, uso di lieviti autoctoni, invecchiamento in botti di rovere di Slavonia e lungo affinamento in bottiglia col risultato di vini di grande equilibrio e eccezionale longevità.
Biondi Santi rappresenta la storia del Brunello di Montalcino. Fu a metà dell’Ottocento che Clemente Santi – nipote del pioniere, Giorgio Santi – ebbe l’estro di vinificare il Sangiovese in purezza con l’intento di produrre un vino corposo e da lungo invecchiamento e si dovette aspettare il 1888, quando con il passaggio di un’altra generazione, Ferruccio Biondi Santi (nipote di Clemente), produsse la prima annata di quello che lui chiamò “Brunello di Montalcino” e che diventò uno dei vini più famosi al mondo. Due soli esemplari di queste pietre miliari sono custoditi nelle segrete della Tenuta Greppo. La Tenuta Greppo, all’altezza di circa 560 metri sul livello del mare, è la sede storica dell’azienda.
Si trova su un appezzamento di terreno di 47 ettari, sviluppati a terrazze ripide a forma di anfiteatro attorno alla cantina della Tenuta. Qui le viti più antiche risalgono al 1930 e sono riconoscibili dalla coltivazione in promiscuo con olivi, come si usava al tempo della mezzadria. Chiunque abbia avuto la fortuna di visitarla può testimoniare la magia del luogo che gode di una vista mozzafiato. Le rese per ettaro sono bassissime pari a 30-50 quintali di uva. La produzione destinata al Brunello è molto limitata e si su- perano raramente le 80.000 bottiglie, comprese circa 10mila bottiglie di Riserva. La vendemmia, completamente manuale, di norma inizia a metà settembre: viene fatta una selezione accuratissima delle uve raccolte destinando alla produzione del futuro Brunello solo la prima scelta proveniente dai vigneti che hanno almeno 10 anni di età per il tipo “Annata” ed oltre 25 anni di età per la “Riserva”.
Ma andiamo a degustare la Riserva 2012. Il colore è rosso rubino scuro limpido e brillante con riflessi granati. Il profilo olfattivo è ampio e complesso, con note fruttate di prugna, amarena e buccia di arancia e ricordi floreali di violetta e rosa appassita con accenni di spezie e tabacco. All’assaggio troviamo un vino di bella struttura con un tannino vellutato e a trama fitta che rimane impresso per la sua eleganza, ben sostenuto da un buon apporto di acidità, tipico dei Brunello del Greppo, che dona al vino succosità e tensione gu- stativa.
Il finale di grande pulizia e persistenza aromatica invoglia al sorso successivo. Un gran vino. Considerando le caratteristiche di longevità tipiche dei Brunello Riserva Biondi Santi, la notorietà del marchio, la relativa scarsità delle bottiglie e il fatto che sia la critica italiana che quella internazionale abbiano accolto questo vino con grande favore, ci sono tutte le premesse perché questa Riserva da un punto di vista di bene rifugio di investimento possa essere valutata come una vera e propria star. In quest’ottica, il rafforzamento dell’a- zienda sia finanziario che commerciale conseguente al passaggio del controllo nel 2016 al Gruppo Epi – di proprietà di Christopher Descours, la cui divisione Vini e Champagne include marchi d’eccel- lenza dall’identità forte e distintiva –garantisce sostegno del prezzo delle future annate e penetrazione in nuovi mercati e rappresenta quindi un’ulteriore garanzia.