Cinque le sfide da affrontare: prepararsi al ritiro delle misure di emergenza; sostenere la Capital market union e il Next generation Eu; finanziare la transizione climatica; accelerare la digitalizzazione del settore; e costruire una nuova infrastruttura finanziaria
In gioco complessivamente fino a 160 miliardi, pari al 25% dei ricavi totali attuali. Se saranno all’altezza, non solo rafforzeranno la loro posizione predominante nello scacchiere economico ma anche la fiducia della clientela
C’è poi la tematica della transizione climatica, con l’Europa che si prepara a investire tra gli 1,5 e i 2mila miliardi di euro nell’economia verde. A tal proposito, racconta lo studio, le banche si sono impegnate a raggiungere l’azzeramento delle emissioni di carbonio nei loro portafogli prestiti entro il 2050 ma, per far ciò, “dovranno essere proattive nell’avviare progetti di transizione”. Gestendo anche eventuali conflitti tra obiettivi climatici e rendimenti finanziari, per una sfida che vale 25-50 miliardi di euro.
Nell’ottica della transizione anche il quarto punto, relativo all’economia digitale. Come spiega Oliver Wyman, nei prossimi 10 anni è possibile che nuove modalità di accesso ai prodotti bancari rappresentino il 10% del mercato del credito non ipotecario, dei depositi e dei pagamenti per i clienti al dettaglio e le piccole e medie imprese. Un approccio che potrebbe generare 40 miliardi di euro di entrate. Ma, a tal fine, gli istituti europei “dovranno essere aggressivi per competere con attori fintech e big tech e sviluppare servizi ed ecosistemi incentrati sulla clientela”, osservano i ricercatori.
Chiude il cerchio la sfida di una nuova infrastruttura finanziaria (dal valore tra i 10 e i 25 miliardi di euro, o più). “In generale, il sistema bancario deve adottare un approccio collaborativo, impegnandosi con i responsabili politici e le autorità di regolamentazione per identificare e fornire miglioramenti a livello di sistema”, si legge nel rapporto. E, nel frattempo, il lavoro di razionalizzazione, consolidamento, digitalizzazione e riduzione dei costi non dovrà subire una battuta di arresto, avvertono i ricercatori. Nel complesso, come anticipato, queste nuove sfide (o opportunità) mettono in gioco fino a 160 miliardi, pari al 25% dei ricavi totali attuali. Se gli istituti saranno alla loro altezza, non solo rafforzeranno la loro posizione predominante nello scacchiere economico, ma anche la fiducia della clientela. “Abbracciare il cambiamento e guidare la ripresa”, conclude Oliver Wyman, “è il modo migliore per loro per prosperare”. Ed evitare l’emarginazione.