Uno scherzo che vale +11mila%
Palmer e Markus non avrebbero mai pensato che la cripto sarebbe arrivata a essere la quinta valuta per capitalizzazione, grazie soprattutto all’endorsement di Elon Musk su twitter. Nella prima settimana di maggio il suo valore ha toccato un nuovo record storico, a 70 centesimi di dollaro. Merito anche dell’ingresso su due nuove piattaforme di trading, ovvero l’israeliana eToro e la Usa Gemini di Cameron e Tyler Winkelevoss (i gemelli famosi per aver fatto causa a Mark Zuckerberg per furto di proprietà ai tempi della fondazione di Facebook). Da inizio anno la performance è esplosiva, considerando che il valore di partenza era inferiore a 0,006 dollari (per una variazione che equivale al +11mila%). Più visibilmente: chi avesse investito 300 dollari in dogecoin a inizio anno oggi potrebbe incassare 35mila dollari. Come si fa a convincere gli appassionati – o chi ha effettivamente fatto cassa con poco – che non si tratta di un buon investimento? O meglio, che dietro l’effige dello Shiba Inu ci sia poco o nulla?
Etherum, la corsa dell’antagonista di Bitcoin
Se dogecoin è uno scherzo, non lo è senza dubbio ether, il token della piattaforma Etherum che nella prima settimana di maggio ha toccato il valore di 3500 dollari, partendo da un minino, a marzo 2020, di meno di 100 dollari. Una crescita esponenziale che ha però cause che vanno ben oltre l’hype. Qui il valore sta nella sua tecnologia, più versatile di quella di Bitcoin: che offre, per esempio, la possibilità di programmare applicazioni terze (le cosiddette DApp) per qualsiasi funzione diversa dalla transazione di denaro, dagli smart contract, al crowdfunding, ai videogame ai prestiti centralizzati all’emissione di strumenti derivati (ovvero i DeFi oggi sulla cresta dell’onda). Due degli esperimenti di maggior successi di queste applicazioni sono Uniswap e Compound, la prima una piattaforma decentralizzata per scambiare criptovalute, e la seconda per prestarla in cambio di un interesse (con relativi token su cui è possibile investire). Una tecnologia tanto interessante da aver attratto l’attenzione della Bei che il 27 aprile l’ha usata per lanciare un’obbligazione digitale biennale da 100 milioni in partnership con Goldman Sachs, Santander e Société Générale. E l’8 febbraio il Mercantile Stock Exchange di Chicago aveva a sua volta emesso contratti future sull’ether, conferendo alla valuta ulteriore credibilità.
Ma gli ether a differenza dei bitcoin (che sono programmati per arrivare a un numero massimo di 21 milioni di pezzi nel 2140) sono potenzialmente infiniti, il che potrebbe smorzare a un certo punto la corsa del prezzo.
… e quella della sua versione classic
A meno che, a dare ulteriore gas, non sia la modifica “EIP 1559”, che da luglio dovrebbe velocizzare e rendere più economiche le transazioni, oltre a introdurre un meccanismo che preveda di eliminare dal mercato parte delle monete (i più ottimisti hanno fissato a 10mila dollari il target price per l’estate).
Quale sarà il futuro sviluppo lo vedremo, intanto vale la pena segnalare che il fratello minore di ether, ovvero classic ether – foraggiato da una sorta di frangia dissidente di sviluppatori contrari a un cambiamento della tecnologia originale di ether (il Dao hard fork) adottato a giugno 2017 – ha seguito a ruota portandosi dai circa 15 dollari di inizio aprile a quota 170 per poi ritracciare a circa 130 dollari. C’è chi sostiene che classic ether sia la crasi tra il meglio di bitcoin e di ether. Di certo è che in un mese ha avuto un rendimenti di 10X.
Il caso di xrp, il token sotto il radar della Sec
Da tre mesi alla guida della Sec è arrivato Gary Gensler, professore di blockchain e criptovalute alla Sloan School of Management del Mit. In Goldman Sachs per 18 anni, fino al 1997 quando è diventato consigliere del Tesoro, Gensler nel 2008 è stato, sotto Obama, presidente della Commodity Futures Trading Commission (Cftc), dove ha contribuito a scrivere il Dodd-Frank Act del 2010 e a regolamentare il mercato dei derivati. Si diceva avrebbe impresso una svolta alla causa che il predecessore aveva intentato contro Ripple Labs, la società emittente xrp. L’accusa dell’autorità di vigilanza è che xrp sia stata venduta non come una valuta ma come uno stock, e quindi contro la legge. Il 6 aprile scorso il tribunale ha accolto la mozione di Ripple Labs per accedere ai documenti su Ethereum e Bitcoin in cui la Sec di fatto dimostra lei stessa che anche le due regine delle cripto sono connesse a una infrastruttura (quindi in tutto simili a xrp). I giochi sono ancora aperti, ma la valuta in quell’occasione ha ripreso forza e ha già fatto un balzo molto vicino ai 2 dollari (dal minimo di 0,17 di dicembre) e mentre scriviamo staziona su 1,6. In campo sono scesi anche gli holder, il Ripple army, promuovendo una class action contro la Sec che in questo caso, anziché difenderli, ha contribuito a erodere i loro risparmi. Di certo, chi ha già comprato, ha ogni interesse ad attendere che le maggiori piattaforme di trading, tra cui Coinbase, riammettano alla vendita il token – che avevano cancellato negli Usa quando la Sec aveva fatto causa. La riammissione in vendita potrebbe causare un balzo delle quotazioni.
La galassia di Justin Sun e le altre bitcoin
Justin Sun, il trentenne miliardario cinese, pupillo di Jack Ma e fondatore di Tron che nel 2020 ha comprato BitTorrent, il protocollo ptop per lo scambio e il download veloce di file da cui chiunque sia stato ragazzino a inizio anni 2000 ha scaricato film o musica. Sun è un attivista di twitter, al pari del più celebre collega Elon Musk, ha sostenuto lo short squeeze di Gme e la moneta del popolo, doge. Tron è un ecosistema per creare e scambiare contenuti – una sorta di social media on demand che viaggia sulla blockchain. Il valore in questo bull run è arrivato a 15 centesimi, dai circa 3 che quotava a inizio anno. Dietro a Tron si muove la galassia delle valute collegate, Btt e Win, il cui valore è ancora di frazioni di centesimo. E qualcuno potrebbe voler acquistare come staccare un biglietto della lotteria, immaginando che le penny cripto un giorno possano arrivare a valori più consistenti.
Tra le valute più consolidate (e a prezzi più alti) spicca stellar lumens, soprattutto dopo che ad aprile, è circolata la notizia che la Fondazione di Bill e Melinda Gates avrebbero puntato la tecnologia come sottostante di un progetto per portare servizi finanziari ai due miliardi di persone non bancarizzate in tutto il mondo. Stellar, nata in Ripple Labs per trasferire denaro ed effettuare micropagamenti, ha un valore che si muove nel range 0,40-0,60 cent senza aver ancora sorpreso in maniera dirompente gli holder in questa bull run. Tra le top ten per capitalizzazione compare anche Cardano, sede a Hong Kong, consente di eseguire smart contract e DApp e anche questa coin non ha mai lasciato il suo range nell’intorno del dollaro. Molto promettente sembra essere anche il progetto di Iota, che sta aprendo la strada per alimentare l’Internet of Things, grazie all’infrastruttura Tiangle che consente di scalare più velocemente man mano che si aggiungono cpu alla rete (al contrario di bitcoin). A maggio il valore è salito a circa 2 dollari.
Le coin il cui prezzo ha due zeri dopo questa bull run
E infine, un cenno ai fratellini minori di bitcoin, che hanno un valore unitario effettivamente già consistente e che negli ultimi tre mesi sono volati alle stesse. Come litecoin, l’argento digitale che dai sei mesi ha visto il valore crescere da circa 80 a oltre 300 dollari e bitcoin cash, sulla scena da agosto 2017, nato da un hard fork di bitcoin e rispetto a questo più veloce e capace di accelerare il processo di mining quando la rete è congestionata. Il valore attuale è intorno ai 1500 dollari, anche in questo caso dopo una galoppata da inizio anno (quando quotava intorno ai 300 dollari).
Anche Dash, digital cash, l’unica che tra le critpo presenta una organizzazione autonoma decentralizzata (una sorta di democrazia in cui le decisioni si prendono a votazione e sono moderate dai masternodes, che sono coloro che hanno messo a garanzia mille dash per svolgere questa funzione. L’organizzazione conferisce stabilità al sistema. La valuta si caratterizza per l’estrema rapidità delle transazioni. Il suo valore è oggi intorno ai 430 dollari (a inizio anno circa 90).