L’avvincente racconto di uno dei lotti più ricercati in assoluto dagli appassionati di numismatica. Il rarissimo conio in oro dell’epoca di Roosevelt è l’unico che il Tesoro Usa abbia mai autorizzato alla vendita. Come mai?
L’ultima asta di Sotheby’s si chiamava “Tre Tesori” (un
francobollo, un set di francobolli e una moneta), ma nei fatti i collezionisti di numismatica e filatelia ne hanno considerato tale solo uno (vedremo nel
prossimo articolo perché). Si tratta della moneta Double Eagle in oro da venti dollari del 1933, passata dal vecchio proprietario Stuart Weitzman al nuovo per 18.872.250 dollari, da una base di 10 – 15 milioni di dollari. Il designer di scarpe la aveva acquistata direttamente dal governo Usa nel 2002 da Sotheby’s nel 2002 per 7,59 milioni di dollari, il prezzo più alto mai pagato allora per una moneta. La disegnò lo scultore Augustus Saint-Gaudens per Theodore Roosevelt: sul fronte, raffigura la Libertà con un’aquila americana in volo, sul retro l’apice degli Stati Uniti.
Perché questa moneta era così ricercata dagli appassionati di numismatica? È la moneta che segna l’uscita dagli Usa del Gold Standard (1933), l’ultima in oro coniata dalla Zecca degli Stati Uniti, mai di fatto entrata in circolazione. Quell’anno infatti il presidente Roosevelt eliminò il sistema di ancoraggio del dollaro al suo contenuto intrinseco di oro per aiutare a risollevare l’economia americana dalla grande depressione.
Per questo motivo, le monete in oro battute nel 1933 furono presto destinate alla rifusione, tranne due desinate allo Smithsonian. A partire dal 1937 però iniziarono a comparire sul mercato diverse Double Eagle 1933. L’Fbi aprì un’investigazione. Nel 1944 tutte le nuove monete Doppia Aquila 1933 vennero dichiarate illegali. Prima però che il Tesoro Usa sancisse ne sancisse l’illegalità, un esemplare ebbe per errore una licenza all’esportazione, raggiungendo così la collezione privata egiziana di Re Farouk. Quivi rimase fino al 1954 quando andò in asta da Sotheby’s, che agì in nome del re d’Egitto. Venuto a conoscenza della vendita, il Tesoro Usa ne chiese che il ritiro.
Fino ad allora, nessuno seppe dove fosse. Fino al 1996, quando fu sequestrata a New York durante un’operazione dei servizi segreti al Waldorf Astoria. Dopo cinque anni di battaglie legali che disseppellirono la dimenticata questione della licenza d’esportazione emessa per errore, la causa fu finalmente composta: a quell’unica moneta fu permesso essere venduta a un privato. Nel 2005 dieci nuove “doppia aquila” vennero alla luce: erano ancora in possesso della famiglia di uno degli individui investigati nel 1944… Ma i giudici le dichiararono di proprietà esclusiva degli Stati Uniti.
L’autorizzazione alla vendita della Double Eagle 1933 risale all’anno stesso della sua penultima asta, nel 2002. In quell’occasione, il governo degli Stati Uniti era parte venditrice. Solo al momento dell’aggiudicazione il direttore della Zecca Usa firmò un “certificato di monetizzazione” che sanciva il corso legale della Double Eagle: l’unica volta nella storia. L’acquirente, come detto, era Stuart Weitzman. Collezionista generoso, il designer ha concesso in prestito la Double Eagle prima alla Fed di Manhattan e poi alla New-York Historical Society Museum & Library (dal 2013). Il ricavato della vendita d’asta andrà alle attività filantropiche dell’imprenditore, inclusa la Weitzman Family Foundation che supporta la ricerca medica e assegna borse di studio alla Stuart Weitzman School di Design presso la University of Pennsylvania. Un altro progetto che verrà finanziato con il ricavato dell’asta è quello del museo di Madrid dedicato alla Judaica spagnola.
L’ultima asta di Sotheby’s si chiamava “Tre Tesori” (un francobollo, un set di francobolli e una moneta), ma nei fatti i collezionisti di numismatica e filatelia ne hanno considerato tale solo uno (vedremo nel prossimo articolo perché). Si tratta della moneta Double Eagle in oro da venti dollari del…
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