A rischio chiusura circa 300mila imprese solo del commercio al dettaglio non alimentare e del terziario di mercato, 240mila delle quali come conseguenza diretta proprio della crisi di reddito e di liquidità
Evidenziato un brusco crollo dell’anticipo fattura, che nel 2020 scivola a quota 44 miliardi di euro (-33% sul 2019). Lo stesso vale per il factoring diretto, che riflette il calo dei volumi transati nei mesi di picco della pandemia
Secondo Federico Caniato le soluzioni di supply chain finance sono uno strumento più avverso al rischio e di più veloce attuazione. E l’operazione è “assolutamente apprezzata” anche dagli operatori finanziari
“In termini di miliardi finanziati, le soluzioni ancora più utilizzate restano quelle tradizionali, perché sono anche quelle più note, come il factoring e l’anticipo fattura. Ma le soluzioni più innovative, che partivano da valori più bassi, hanno conosciuto tassi di crescita decisamente più significativi”, spiega Federico Caniato, direttore dell’Osservatorio supply chain finance della School of management del Polimi. Nel dettaglio, si evidenzia un brusco crollo dell’anticipo fattura, che nel 2020 perde il primato tra le soluzioni più utilizzate e scivola a quota 44 miliardi di euro (-33% sul 2019). Lo stesso vale per il factoring diretto, che riflette il calo dei volumi transati nei mesi di picco della pandemia e la predilezione degli imprenditori per strumenti maggiormente orientati alla filiera, portandosi sui 55 miliardi (-8%). Col segno più soluzioni più innovative come il reverse factoring (7,5 miliardi di euro, +13%), il confirming (800 milioni di euro, +7%), l’invoice trading (300 milioni di euro, +20%) e il dynamic discounting (100 milioni di euro, +500%). “Si è continuato a usare anche le carte di credito B2B come strumento di pagamento ma anche per concedere dilazioni a fornitori e clienti, mentre sono rimaste abbastanza stabili soluzioni come il finanziamento dei magazzini e il finanziamento sull’ordine, non ancora su valori particolarmente significativi”, aggiunge Caniato.
“Nel 2020 le soluzioni di supply chain finance hanno giocato un ruolo importante anche per supportare le imprese esportatrici colpite dal covid”, aggiunge Antonella Moretto, a sua volta direttore dell’Osservatorio supply chain finance, in occasione della presentazione del rapporto. “Hanno superato i confini geografici, ma anche quelli dimensionali e di lontananza nella filiera: durante la pandemia, sono state sviluppate soluzioni deep-tier financing per servire l’intera supply chain, a valle e a monte, portando sollievo finanziario a chi maggiormente ne ha bisogno. A differenza della crisi del 2008, gli operatori hanno immediatamente compreso che nella crisi di liquidità la filiera andava protetta e numerose soluzioni per dare sostegno e liquidità sono state rivolte anche a clienti e distributori. La sfida ora è aumentare il livello di consapevolezza e passare da una gestione della catena a una vera e propria gestione dell’ecosistema”, conclude Moretto. Sebbene infatti la vendita a credito sia diventata uno strumento commerciale fondamentale anche per competere sui mercati internazionali, più della metà delle imprese tricolori faticano ancora a coglierne i vantaggi: il 54% dichiara di non conoscere tali soluzioni, il 22% le impiega solo nel mercato nazionale e unicamente il 24% le utilizza nelle operazioni di export. Ma, per chi ha saputo aggrapparvisi, hanno rappresentato una leva strategica della resilienza, nell’anno della crisi. Aiutando il 25% a stabilizzare o incrementare il fatturato estero e il 22% a riavviare le proprie attività, localmente o al di fuori dei confini nazionali.
Cinque vie alternative al credito bancario
Reverse factoring e confirming
Il reverse factoring è una modalità operativa del factoring in cui un cliente di elevato merito creditizio avvia una partnership con un “factor” per agevolare la cessione delle fatture dei propri fornitori strategici (anche imprese di piccole dimensioni), che a loro volta sfruttano il merito creditizio del cliente per ottenere prezzi più bassi rispetto alla modalità “diretta”. Come tutti gli strumenti di supply chain finance, si tratta di una soluzione a breve termine. Sulla stessa linea d’onda anche il confirming, che gode di una maggiore flessibilità perché può essere utilizzato anche con un unico fornitore (differentemente dal reverse factoring che si applica a tutta la filiera). Tra i principali player del settore, si segnalano Unicredit factoring, Intesa Sanpaolo, Crédit Agricole e Santander.
Dynamic discounting
Per coprire la coda lunga della base di fornitura, vale a dire attori con cui sono in corso rapporti sporadici e fatture di piccole dimensioni, c’è il dynamic discounting. Si tratta di una soluzione tecnologica che permette di caricare la fattura su una piattaforma (come C2fo, FinDynamic e PlusAdvance) sulla quale, in caso di emergenza di liquidità, il fornitore può richiedere uno sconto al buyer indicando con quale anticipo vorrebbe essere pagato. Di contro, il buyer che dispone di liquidità in eccesso indica la quantità che è disposto a mettere sul piatto e il ritorno desiderato. Uno strumento di business altamente flessibile, anche se i tassi d’interesse potrebbero talvolta risultare elevati (a seconda dell’accordo raggiunto tra le parti per ciascuna transazione).
Invoice trading
Si tratta di un “marketplace” basato su una piattaforma tecnologica (tra le altre CashMe, Credimi, Workinvoice e Incassa subito) che consente a terze parti di investire nelle fatture emesse dalle aziende. Un meccanismo adatto anche a importi limitati: le pmi che intendono cedere le proprie fatture commerciali per ottenere liquidità anticipata possono caricarle e indicare con quanto anticipo intendono pagarle e quale tasso d’interesse si è disposte a mettere sul piatto. Un parametro che dipende anche dal merito creditizio.
Carte di credito
Una soluzione che prevede l’utilizzo di una carta di credito “virtuale” per una gestione semplificata dei pagamenti tra fornitore e cliente. L’obiettivo, si legge nell’ultimo rapporto dell’Osservatorio supply chain finance della School of management del Politecnico di Milano, “è trasformare un sistema di pagamento in uno strumento di ottimizzazione del circolante”. Tra i principali operatori si segnalano Nexi, American Express e Diners Club che, nel B2B, consentono di utilizzare tali soluzioni per concedere dilazioni a fornitori e clienti. Una linea di finanziamento aggiuntiva rispetto al credito bancario e che non compare in centrale dei rischi.
Inventory finance
Per le imprese che hanno un costo del magazzino elevato, come quelle che producono beni con un periodo di stagionatura molto lungo (il caso tipico è quello del Parmigiano Reggiano, del Grana Padano o del prosciutto di San Daniele), corre in soccorso l’inventory finance. La scorta viene utilizzata come garanzia attraverso un accordo con un attore bancario o fintech (come Credem o Crédit Agricole, ma anche Supply@ME del gruppo AvantGarde) definendo la quota di magazzino che viene impegnata. In altre parole, viene calcolato il valore di mercato del bene al termine del periodo di finanziamento e, su quel valore, viene riconosciuta una liquidità anticipata. Quando i prodotti vengono venduti, viene restituito il capitale prestato meno gli interessi riconosciuti alla banca.
Articolo tratto dal magazine We Wealth di maggio 2021