Il mercato tecnologico europeo non è mai stato cosi in forma. Il 2020 ha visto 13 società andare ad aggiungersi alla lista degli “unicorni” europei, che ha raggiunto così quota 115. Impressionante notare anche la distribuzione di queste società, con Talkdesk (cloud base contact centre) fondata a Lisbona, Mirakl (software per creare online marketplace) nata a Parigi, Cazoo (marketplace per automobili) a Londra, MessageBird (messaggi multicanali), ad Amsterdam e ancora Bolt (piattaforma di scooter elettrici) a Tallinn.
La buona salute del settore, oltre all’aumento esponenziale della penetrazione delle nuove tecnologie nella nostra vita di tutti i giorni dall’inizio della pandemia, si può spiegare da altri fattori, principalmente legati a interventi statali. Prima di tutto, le misure di confinamento hanno accelerato una transizione che era già in atto, con lo spostamento di vari aspetti della vita quotidiana in remoto (educazione, lavoro, ristoranti etc…). Secondo, l’importante iniezione di capitali nell’economia ha spinto le valorizzazioni dei vari asset e obbligato gli investitori a investire nelle azioni, quotate o meno, che offrono prospettive di rendimento migliori in questo mercato. Terzo, gli stati hanno adottato misure di sostegno alle società importanti, come il pagamento della cassa integrazione, che ha permetto alle startup di ridurre al massimo il ritmo dei consumi di cassa per fronteggiare la crisi. Si può aggiungere anche che i fondi di venture capital hanno tanto capitale non allocato e che è stato parzialmente utilizzato per preparare le startup a cogliere le opportunità di rimbalzo dopo la crisi.
Questi elementi hanno accelerato lo sviluppo dell’ecosistema Europeo, attirando investimenti record nei fondi di venture capital, con 19,6 miliardi di euro raccolti nel 2020 (in crescita del 35% rispetto al 2019), ma soprattutto si è assistito a un aumento spettacolare della partecipazione di investitori statunitensi in deal europei (+65% nel 2019 e +20% nel 2020). Questo è stato coronato dall’apertura del primo ufficio in Europa da Sequoia, uno dei fondi di venture capital statunitensi più rispettati al mondo.
Dal punto di vista delle exit, nel 2020 c’è stata anche un’accelerazione notevole, che è continuata in questi primi mesi del 2021. Tra le Ipo più importanti possiamo notare il sito di e-commerce polacco Allegro che è stato listato per un valore di 18,9 miliardi di dollari o l’acceleratore di marche Thg, che è stato collocato a un valore di 8,8 miliardi.
II primo trimestre 2021 ha dimostrato una resilienza del settore. Possiamo notare il round a febbraio di 750 milioni di dollari di UiPath (robot process automation), nata a Bucarest, e che ha raggiunto una valorizzazione di 35 miliardi, o il round a marzo da 1 miliardo di dollari di Klarna, società nata a Stoccolma, che ha raggiunto una valorizzazione di 31 miliardi. In questo contesto, l’Italia lancia il trend dei round importanti con Casavo, piattaforma immobiliare, che ha fatto un round da 200 milioni a marzo. Possiamo anche notare l’annuncio di Deliveroo per una quotazione a marzo con una valorizzazione di mercato compresa tra 7,6 miliardi e 8,8 miliardi di sterline. Questa sarà l’Ipo più importante che ha conosciuto Londra dal 2011 e soprattutto la più grande quotazione di una società tecnologica in assoluto nella city.
Ci sono ancora tante sfide da superare nel 2021. Oltre alla crisi economica che si sta sviluppando ci sono anche challenge geopolitici ed ecologici importanti. In questo contesto, il settore tecnologico sta portando delle soluzioni concrete e continuerà a crescere e accelerare. Inoltre, vediamo anche, soprattutto in Europa, che le considerazioni Esg sono diventate sempre di più un fattore primario nelle decisioni d’investimento.