Bofa ha pubblicato il report “Italian Financials and Macro: Why Italy should outperform” dove ha fatto il punto sullo scenario 2022 per i mercati italiani
Le stime di crescita del pil sono del 4% nel 2022, sopra la media stimata per l’area euro, e dell’1,8% nel 2023
I bilanci delle banche italiane dovrebbero beneficiare di minori costi e minori perdite su crediti. Anche per le reti l’outlook è positivo
Crescita sopra la media
Bofa stima una crescita del pil italiano del 4% nel 2022 – livello superiore rispetto a quello della media stimata per l’area euro – e dell’1,8% nel 2023. Il pil reale dovrebbe tornare ai livelli pre-Covid all’inizio di quest’anno, in contrasto con la Spagna che, a causa di un sostegno fiscale più timido, ritarderà significativamente l’Italia. L’Italia è probabilmente, dopo il cambio di governo, il paese europeo che ha messo in campo la migliore risposta di politica economica alla pandemia. L’incognita è la politica, fattore che in più di un’occasione ha alimentato la volatilità dei mercati. La prossima elezione del Presidente della Repubblica potrebbe essere uno di questi momenti. Lo scenario base è un risultato favorevole al mercato, che permette allo slancio delle riforme e alla stabilità di continuare, almeno fino al 2023, con il dibattito anti-euro che è scemato in modo considerevole grazie anche al sostegno del Ngeu.
Restare positivi sui Btp
La crescita della produttività italiana è in ritardo rispetto a quella dei suoi colleghi da decenni e cambiare la traiettoria a lungo termine richiederà probabilmente anni di politiche coraggiose. Tuttavia, l’Italia è un forte beneficiario dei programmi Ue e secondo le stime della banca il pil reale tornerà ai livelli pre-Covid all’inizio del prossimo anno. L’aumento dei tassi a livello mondiale e la crescita record dell’emissione di obbligazioni dovrebbero ridurre la domanda di prodotti a spread in euro, ma il rischio molto più basso di frammentazione dell’Ue rende il sovrano italiano un candidato naturale a sovraperformare. Bofa ritiene che il livello equo del Btp-Bund 10y per tutto l’anno sia intorno ai 150 pb (ora a 140 pb), ma che, se il forte slancio nel rialzo dei tassi dovesse persistere, allora quella soglia potrebbe essere anche superata verso giugno.
I titoli finanziari sono i favoriti
I titoli bancari dovrebbero essere sostenuti dal passaggio a un modello di banca a basso capitale/ad alta redditività. La chiusura delle filiali (evidente nel caso Intesa), un ulteriore consolidamento data la maturazione del settore e gli obiettivi DGS/RFS prossimi al raggiungimento dovrebbero aiutare a ridurre i costi delle banche nonostante l’inflazione. A ciò si aggiungono un mercato Npe altamente liquido, le garanzie statali pervasive, minori prestiti in sofferenza e crescita economica, tutti fattori che dovrebbero impedire il ripetersi di perdite di credito. In un contesto di minori costi/perdite, il capitale in eccesso può essere restituito agli azionisti, aumentando così la redditività, come si evince dal nuovo piano industriale di Unicredit. In generale Bofa continua a vedere valore nei titoli finanziari italiani, con Intesa che è stata recentemente inclusa nella lista preferiti della banca “Europa 1”.
Bene le reti
I flussi del risparmio gestito italiano sono stati forti nel 2021, per un totale di 48 miliardi di euro (fino a novembre). L’anno scorso è stato il migliore dal 2017, spinto dalla ripresa economica, dall’aumento della propensione al rischio, dai tassi bassi, dalla stabilità politica e dai mercati più alti. Gli afflussi sono stati positivi ogni mese: sono diminuiti solo a settembre a causa dei timori sui tassi, dei mercati più deboli e della stagionalità, ma si sono ripresi verso la fine dell’anno. I flussi hanno presentato anche un buon mix: 23 miliardi di euro sono arrivati dai fondi azionari, 20 dai fondi bilanciati, mentre solo 7,5 dagli obbligazionari. Per il 2022 le previsioni sono meno rosee, essendo che le performance dei fondi dipendono fortemente dall’andamento dei mercati, che probabilmente non saranno così brillanti come l’anno scorso. Lato reti, la penetrazione dei prodotti in fondi, i guadagni di quote di mercato sottratte alle banche, la ricerca di rendimento, la crescita dei consulenti. Le reti preferite da Bofa sono Mediolanum, la cui performance sarà sostenuta dai servizi automatizzati, e Azimut, la quale offre innovativi fondi di private asset per gli investitori retail.