Avendo alle spalle una chiusura sostanzialmente piatta, Wall Street, ha riaperto il 17 febbraio con un deciso ribasso dello 0,7%
Al centro della scena, come già raccontato nei giorni scorsi, sono i prezzi dei metalli preziosi come il palladio (+4%, forte della grande importanza della Russia nella sua estrazione a livello globale) e l’oro (+1,27%, rifugio per eccellenza nelle fasi di crisi geopolitica); ma anche nichel (+4%) e alluminio (+0,8%) continuano la loro ascesa favorita dallo scenario ucraino.
“I verbali dell’ultimo meeting del Fomc hanno solamente chiarito che i banchieri centrali statunitensi hanno sottovalutato le pressioni inflazionistiche e che la Fed dovrà cambiare velocemente rotta in politica monetaria alzando i tassi di interesse e riducendo l’ammontare di asset nel proprio bilancio (pari a 9.000 miliardi di dollari)”, ha dichiarato a We Wealth Filippo Diodovich, senior strategist di IG. Questi, però, erano gli elementi che i mercati avevano già acquisito e prezzato in precedenza. “Le minute non hanno specificato se i rialzi dei tassi saranno tanti, diluiti nel tempo e di lieve entità (da 25 punti base ciascuno) o pochi incrementi ma molto aggressivi (da 50 punti base) e neppure le tempistiche del processo di quantitative tightening ovvero di riduzione della liquidità nel sistema”.
Dello stesso avviso anche l’analista senior di Oanda, Craig Erlam, “Non credo che abbiamo imparato molto dai verbali della Fed”, ha dichiarato Erlam a questo giornale, “è diventato chiaro che si cercherà di anticipare i rialzi per poi analizzare i dati verso la metà dell’anno, quando ci si aspetta che l’inflazione sarà di nuovo su una traiettoria discendente. Quello che la Fed farà dopo dipenderà da quanto velocemente l’inflazione scenderà”. L’andamento dei prezzi negli Usa resterà il dato principale da seguire per molti mesi a venire, assieme alle dinamiche di crescita dei salari.
Mercati, come maneggiare la crisi ucraina
“L’incertezza è massima anche per la crisi nell’est Europa in un valzer di notizie e dichiarazioni che ancora non tolgono le preoccupazioni degli investitori su un possibile conflitto in arrivo”, ha proseguito Diodovich.
Su questo fronte le forze occidentali hanno espresso dubbi più o meno marcati sul supposto alleggerimento delle forze militari russe al confine con l’Ucraina. Un ufficiale di alto livello statunitense ha dichiarato ai media, in forma anonima, che Mosca ha incrementato e non diminuito il suo schieramento di ulteriori 7mila unità. Nel frattempo, il governo di Kiev ha accusato un gruppo di forze filo-russe di un attacco ad un villaggio dell’Ucraina orientale, con danneggiamento di strutture civili. Questo alimenterebbe l’ipotesi, ventilata da giorni dagli Usa, sul fatto che la Russia starebbe cercando di creare l’incidente in grado di giustificare il suo intervento militare.
“In una situazione del genere il consiglio è di avere un portafoglio molto diversificato in asset class e molto flessibile in caso di riposizionamenti per un veloce cambio di scenario”, ha suggerito Diodovich. “Tenendo conto dei probabili scenari futuri (banche centrali che rialzano i tassi di interesse e tensioni geopolitiche) crediamo che nei prossimi mesi asset come oro e valute rifugio (dollaro e yen) possano evidenziare performance positive”, ha aggiunto lo strategist, “manteniamo la nostra view positiva anche sulle soft commodities. Sull’azionario preferenze sul settore finanziario statunitense”.