In Lombardia, nel 2022 i prezzi delle case dovrebbero crescere del 5,5% su base annua, mentre le compravendite dovrebbero calare del 2,5% rispetto al 2021
Poco meno del 50% degli investimenti immobiliari nazionali negli ultimi 10 anni sono arrivati in Lombardia, con oltre 37 miliardi di euro nel periodo 2010-2021 e 44 miliardi considerando il 2022, per la forza trainante di Milano
La Lombardia è la prima regione nella rigenerazione urbana con 21 km quadrati recuperati nel 2022, quattro volte la media italiana
Nel 2022, la Lombardia si conferma la regione più dinamica d’Italia per compravendite di immobili. Ma all’orizzonte ci sono luci e ombre. Se le transazioni sono previste ancora in discesa, i prezzi dovrebbero invece proseguire nel loro trend rialzista.
A metterlo in luce è il “Rapporto sulle nuove periferie lombarde” di Scenari Immobiliari e Urban Up|Gruppo Unipol, dal quale emerge che la Lombardia dovrebbe chiudere il 2022 con 158mila compravendite di immobili residenziali, pari a oltre il 22% del totale nazionale (710mila) in lieve diminuzione del 2,5% rispetto all’esercizio del 2021, meglio però della media italiana, che dovrebbe essere negativa del 5,3%.
In Lombardia si transano, infatti, oltre il doppio delle case del Lazio, seconda regione con 73mila scambi, dell’Emilia Romagna (terza regione con 66mila transazioni), del Veneto e del Piemonte (rispettivamente con attese, per fine 2022, di 65,7 e 63,5 migliaia compravendite).
Le attese nel 2023 per il mercato lombardo
Nel 2023 però le negoziazioni dovrebbero scendere ancora, a un ritmo più accentuato; gli operatori stimano un’ulteriore contrazione del 6%, sugli stessi ritmi però del decremento atteso a livello nazionale, quando le compravendite totali dovrebbero scivolare a quota 670 mila.
Di contro, i prezzi dovrebbero continuare nel loro andamento crescente, innescato a partire dal 2015 con tre anni d’anticipo rispetto al resto del Paese, fatta eccezione per il 2020. Nel 2021 i valori immobiliari medi del comparto residenziale registrati nel territorio lombardo hanno confermato la buona salute del settore realizzando un incremento di circa due punti percentuali. “Le stime per la fine del 2022 sono molto maggiori e portano la variazione positiva su base annua al 5,5%”, si legge n nello studio, che poi precisa che complessivamente, per l’anno in corso, le aspettative sono di un’ulteriore conferma dell’andamento degli indicatori per i capoluoghi e di un lieve rallentamento per i territori provinciali, come rimbalzo rispetto alla spinta ottenuta negli 2021.
Le province della Lombardia: dove sono cresciuti di più i prezzi delle case
Il principale mercato residenziale della regione è Milano che, è il secondo a livello nazionale dopo Roma. Nel 2022, le compravendite sono salite dal 17 al 19% del totale del territorio lombardo e dal 62 al 63% dei capoluoghi. In pratica, una compravendita su cinque avviene a Milano.
Tra le altre province lombarde, Brescia con una previsione di circa 3.700 transazioni si conferma al secondo posto per dinamicità, seguita da Bergamo e Monza (2.700 e 1.950 scambi). Como e Varese pesano, in termini di fatturato, il 2% sul totale dei capoluoghi regionali, con un andamento stabilmente in crescita. Cremona, Lecco, Lodi, Mantova e Pavia registrano un fatturato pari all’1% del totale e un andamento in crescita delle transazioni. Sondrio è l’ultimo dei capoluoghi di provincia lombardi sia in termini di fatturato, su cui pesa per meno dell’1%, sia per numero di compravendite (rappresentano circa l’1%).
Milano
A Milano, nel 2022 le aree semicentrali sono tornate a essere le locazioni preferite e la pressione delle famiglie ha spinto al rialzo i prezzi.
Gli altri capoluoghi lombardi
Negli altri capoluoghi lombardi la completa sostituzione in termini di dinamiche di crescita delle quotazioni delle aree periferiche con quelle più interne non è ancora così marcata come avvenuto nel capoluogo regionale.
La forza trainante della Lombardia sul mercato real estate italiano
“Poco meno del 50% degli investimenti immobiliari nazionali negli ultimi 10 anni sono arrivati in Lombardia, con oltre 37 miliardi di euro nel periodo 2010-2021 e 44 miliardi considerando il 2022, per la forza trainante di Milano e di un tessuto provinciale più ampio che continua a offrire le maggiori opportunità per progetti, investimenti e carriere, anche grazie al supporto di un’efficace gestione della cosa pubblica e a un’estesa rete di infrastrutture e servizi – ha dichiarato Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari.
Dopo gli ultimi due anni di euforia e timori, emerge con maggiore importanza la necessità di operare nella definizione di processi in grado di guidare le future iniziative di trasformazione del territorio in ottica di rigenerazione, non solo di riqualificazione.
La Lombardia e la rigenerazione urbana
Con il termine “rigenerazione urbana” si fa riferimento a un programma di riqualificazione e di
recupero del patrimonio immobiliare a livello urbano finalizzato all’innalzamento dei livelli di
qualità della vita, dal punto di vista sociale, ambientale e urbanistico-edilizio. Tali programmi di
intervento, riferendosi al patrimonio immobiliare esistente, oltre a limitare il consumo di suolo e
a tutelare il territorio, inteso nelle sue componenti antropiche, paesaggistiche e ambientali,
risultano fortemente coerenti alle attuali tematiche di sostenibilità.
In un arco temporale di lungo periodo, ipotizzato tra il 2023 e il 2035, le principali trasformazioni
di natura edilizia e urbana potrebbero avere un impatto sul mercato immobiliare lombardo di
circa 224 miliardi di euro di valore aggiunto, concentrato per quasi il 50% nel
comparto residenziale.
“La Lombardia, dal punto di vista della rigenerazione territoriale, si porta a casa un
nuovo primato nazionale con oltre 21 km quadrati recuperati nel corso del 2022. La quota più alta di recupero con il 32% in provincia di Milano, e soprattutto nel capoluogo”, ha spiegato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, che poi ha concluso dicendo che “la regione precede il Veneto (16 kmq) e l’Emilia Romagna (15,5) e supera di quattro volte la media nazionale”.