Se in Europa, nel 2022, il fatturato del settore immobiliare turistico è sceso leggermente a 20,5 miliardi, in Italia lo stesso è salito del 40% a 3,5 miliardi e si prevede un ritorno ai livelli pre-pandemici entro la fine del 2024.
Nonostante questo, però, il volume degli investimenti è calato del 7%, attestandosi a quota 1,7 miliardi di euro, a causa del concretizzarsi, nel corso della seconda parte dell’anno, dei primi segnali di rallentamento causati dal progressivo rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce e dal conseguente atteggiamento attendista da parte degli investitori. Sono questi alcuni dei dati che emergono dal rapporto 2023 sul mercato immobiliare alberghiero, che è stato presentato nel corso dell’Hospitality Forum 2023, organizzato a Milano da Castello Sgr e Scenari Immobiliari.
Segmentazione degli investimenti in Italia nel 2022 nel settore immobiliare alberghiero
Le allocazioni degli ultimi 18 mesi hanno riguardato poco più di 80 strutture ricettive tre stelle (26% circa), quattro stelle (41%) e cinque stelle (32% circa), rilevate dal mercato. Solo nel corso del 2022 gli investimenti hanno interessato più di 4mila camere. Una parte delle transazioni ha continuato a interessare location consolidate come Milano, Roma, Venezia, mentre le altre hanno agito in città secondarie e ambiti territoriali “periferici” potenzialmente attrattivi ma caratterizzati da fondamentali socioeconomici quasi esclusivamente correlati a forme di turismo spiccatamente stagionalizzato o marcatamente connotato dal punto di vista esperienziale.
Il sistema ricettivo Italiano: i numeri
Ad oggi l’offerta strutturata ricettiva si può declinare e suddividere in due macro ambiti rispettivamente identificati come il “sistema alberghiero” e il “sistema extra-alberghiero”, dove all’interno del primo sono ricomprese tutte quelle strutture identificabili come alberghi/hotel classificate attraverso l’attribuzione di stelle, e le cosiddette residenze turistiche alberghiere, mentre nel comparto extra-alberghiero ricadono campeggi e villaggi turistici, alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale, agriturismi, ostelli della gioventù, case per ferie, rifugi
alpini, bed&breakfast e altri servizi ricettivi.
In Italia si contano 32.400 strutture alberghiere, in aumento dell’1% sul 2021, che rappresentano il 21% dei quelle europee, per circa 1,1 milioni di camere: un valore che colloca l’Italia al 1° posto a livello europeo, mentre a livello mondiale occupa la 5a posizione; qui a fare da capo fila ci sono stabilmente gli Stati uniti con oltre 5 milioni di camere. In particolare, se si analizza l’offerta alberghiera è facile vedere come questa sia composta per il 2% da alberghi ricadenti all’interno della categoria 5 stelle e 5 stelle lusso, dal 20% da alberghi 4 stelle, dal 46% da hotel tre stelle e dal 32% da strutture a 1 e 2 stelle e residenze turistiche alberghiere (Rta).
E ancora: il numero di strutture gestite da una catena o affiliate a un suo marchio è passato da poco più di 1.300 unità nel 2013 a circa due mila alla chiusura del 2022, con un incremento vicino al 60%. In particolare, i gruppi internazionali sono presenti con circa 140 marchi alberghieri, pari a circa il 35% dell’offerta complessiva della filiera, mentre i gruppi nazionali sfiorano quota 160 marchi.
Entro il 2025, Scenari Immobiliari prevede un incremento del portafoglio delle catene
alberghiere di quasi 25 mila camere, di cui circa la metà appartenente al segmento Upscale e circa il 25% nel livello Upper Upscale & Luxury. Tra i nuovi ingressi internazionali spiccano player quali Nobu Hospitality, Ruby Hotels, Auberge Resorts Collection.
Inoltre, nel nostro Paese ci sono 190 mila strutture extra alberghiere (46% dell’Europa), di cui il 17% riguarda i bed & breakfast e il 61% gli alloggi in affitto gestiti in maniera imprenditoriale. Chiudono i circa 465 mila appartamenti gestiti da privati.
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Le due direttrici dello sviluppo del mercato immobiliare alberghiero italiano
“La crescita del fatturato generato dal mercato immobiliare alberghiero italiano nel 2022 è senza dubbio un segnale incoraggiante – ha commentato Giampiero Schiavo, ceo di Castello sgr – Vista l’incertezza che caratterizza questo momento storico, è necessario comunque che tutti gli attori del mercato – ognuno nel proprio ruolo – continuino a impegnarsi soprattutto su due direttrici: rendere maggiormente attrattivo l’intero territorio nazionale, anche attraverso un rafforzamento delle infrastrutture, e continuare a rinnovare il patrimonio alberghiero italiano per essere maggiormente attrattivi sul versante del turismo internazionale”.