Veneri Savoia (Dexx): “Negli ultimi giorni abbiamo tokenizzato per la prima volta un quadro di Lucio Fontana, una Rolls-Royce e un cavallo da corsa. Tre asset reali tendenzialmente fuori dalle scelte degli investitori”
La piattaforma si concentra su tre tipologie di asset: arte, sport (dal tennis al golf fino all’equitazione e al calcio) e prodotti finanziari (primo fra tutti la tokenizzazione di fondi di investimento)
Un’indagine condotta da Bain & Company a livello globale rivela che oltre il 50% dei very high net worth individual e il 38% degli high net worth individual dichiarano che la loro quota di portafoglio in alternativi aumenterà nei prossimi tre anni
Immaginate di poter investire in un’opera di Lucio Fontana per pochi euro, piuttosto che in una Rolls-Royce fino a un cavallo da corsa. Potrebbe sembrare utopistico, ma non lo è. Dexx, piattaforma fintech promossa da un team di esperti internazionali in materia di investimenti, diritto e tecnologia e fondata da Look Lateral e Colombo & Partners, consente di fare tutto questo. Specializzata nella tokenizzazione di asset (sia esistenti che nativi digitali) democratizza investimenti alternativi “altrimenti inaccessibili”, racconta Niccolò Filippo Veneri Savoia, ceo di Look Lateral e presidente di Dexx intervenuto in occasione dell’evento Nuovi market makers per asset & security token del futuro. Ma come funziona?
“Partirei col dire che non c’entriamo nulla con le criptomonete”, precisa in apertura Veneri Savoia. “Sono state il primo prodotto della tecnologia blockchain, ma questa tecnologia è in grado di fare anche molto altro. Il secondo aspetto che vorrei sottolineare è che quello che facciamo lo facciamo in maniera regolata. Siamo infatti partiti dalla Svizzera perché è stata la prima giurisdizione ad alta reputazione a normare questa materia in modo omogeneo e completo. E abbiamo costruito un’infrastruttura tecnologico-finanziaria e legale per la tokenizzazione e il trading di asset reali e prodotti finanziari. Gestiamo infatti tutto il processo, dall’ideazione del token passando per la sua creazione, il collocamento sul mercato primario e il trading sul mercato secondario, che fra l’altro è uno degli aspetti più importanti a livello aziendale su cui abbiamo investito moltissime energie, risorse e studi che ci hanno condotto verso un risultato unico al mondo”, racconta l’amministratore delegato.
Così si investe nelle performance di un tennista
La piattaforma si concentra su tre tipologie di asset: arte, sport (dal tennis al golf fino all’equitazione e al calcio) e prodotti finanziari (primo fra tutti la tokenizzazione dei fondi di investimento). “Si tratta di una piattaforma ibrida, quindi non ha i rigidi binari di una blockchain completamente decentralizzata come Ethereum”, precisa Veneri Savoia. Un aspetto importante perché consente a istituzioni e aziende di sfruttare i propri sistemi digitali esistenti senza rivoluzionarli, aggiunge. “Spesso si sente infatti parlare del fatto che la blockchain rivoluzionerà il modo in cui gli asset vengono tradati. In realtà forse la vera rivoluzione è dire che non ci sarà alcuna rivoluzione, se affrontata in un certo modo. A me piace parlare di evoluzione, il più semplice e naturale possibile”, dice il ceo. “Negli ultimi giorni abbiamo tokenizzato per la prima volta un quadro di Lucio Fontana, una Rolls Royce e un cavallo da corsa. Quindi tre asset reali, importanti, che tendenzialmente sono fuori dalle scelte degli investitori”.
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“Siamo all’inizio della creazione di un nuovo mercato dello sport”, suggerisce Luca Ferrari, partner and global head of sports di Withers. “Un cavallo da corsa è un bene che produce un reddito e un bene che può essere compravenduto, come un’opera d’arte. Ma ci sono anche altri tipi di asset. Un tennista, per esempio, è un asset che produce reddito in due modi: con il prize money e con le attività commerciali. Creare un rapporto tra il giocatore di tennis che sale progressivamente in classifica e il valore del token, sia sul mercato primario che secondario, ovviamente non solo rende accessibili investimenti alternativi altrimenti inaccessibili ma offre anche una possibilità importantissima agli atleti che hanno bisogno di finanziare la loro carriera, come tennisti appunto ma anche golfisti e automobilisti. Il tutto creando un algoritmo che permette di attribuire un valore a ogni progresso e coniugando finanza e sport in modo sostenibile, interessante e divertente”, osserva Ferrari.
Le opportunità per l’industria del wealth management
La piattaforma è di fatto pensata per essere accessibile al retail, ma si apre anche al mercato B2B, consentendo ad altri player (specialmente banche) di allacciarsi all’infrastruttura tecnologica in modo che attraverso i loro sistemi digitali attuali e attraverso il loro brand possano offrire i servizi e i token disponibili ai loro clienti. “Abbiamo di fronte a noi una grande opportunità per tutto il settore finanziario e, dentro il settore finanziario, anche per il wealth management”, interviene Andrea Viganò, managing director di Av Advisory. “Il wealth management si occupa essenzialmente dei soli attivi finanziari dei clienti, ma noi sappiamo che detengono molto di più. Solo in Italia hanno tanto in immobili quanto in attivi finanziari, ma anche auto, pleasure asset e così via. Con la tokenizzazione mettiamo in condizione gli intermediari di rendere investibili anche solo piccole quote di questi asset. E come tali diventano, a seconda dell’intermediario, sia tradabili che consulenziabili”, conclude Viganò.
Rossi, PwC: “Un mercato da 16 trilioni al 2030”
Ma diamo voce ai numeri. Secondo una recente analisi di Ey, il 61% degli high net worth individual investirà in forme tokenizzate di asset entro il 2024. Nel caso degli istituzionali, si parla di una quota del 37%. “Dal 2 al 6% dell’asset allocation di questi soggetti si modificherà per abbracciare la tokenizzazione”, dice Stefano Rossi, senior manager di PwC Italia. “Stimiamo che la tokenizzazione degli asset illiquidi raggiungerà i 16mila miliardi di dollari entro il 2030”, aggiunge. Un’indagine condotta da Bain & Company a livello globale rivela inoltre che oltre il 50% dei very high net worth individual e il 38% degli hnwi dichiarano che la loro quota di portafoglio in alternativi aumenterà nei prossimi tre anni. Cosa manca dunque? “La nostra survey mostra perché l’investimento in asset alternativi è ancora così limitato, analizzando le risposte di asset manager, advisor e investitori individuali”, racconta Flavio Rettore, associate partner di Bain & Company. “Gli asset manager citano due temi principali: regolamentazione e accesso, gli advisor liquidità e commissioni, mentre gli investitori dichiarano che non conoscono bene questa materia e non conoscono le offerte sul piatto, il che crea una barriera nell’investimento”. L’innovazione, in tutto questo processo, può tendere una mano. E la tokenizzazione può giocare a sua volta un ruolo. Ma per far sì che diventi “la tecnologia del futuro”, secondo Rettore sono sei gli elementi da affrontare:
- accessibilità e liquidità, ovvero essere in grado di vendere e acquistare token in maniera efficiente ma anche a prezzi equi e stabili;
- fiducia e trasparenza;
- creare di marketplace ed exchange che rendano più “user-friendly” l’accesso;
- interoperabilità;
- governance e regolamentazione;
- e infine formazione.