Il valore del metallo prezioso corre di pari passo con la marea montante di politiche fiscali e monetarie messe in campo dalle istituzioni internazionali per dare respiro a un’economia asfittica. Avere troppo denaro in circolazione però ne riduce il valore, e gli investitori cercano valori “reali”
L’ultimo record all’oncia (sotto forma di lingotto) risale al lontano settembre 2011, quando si attestava a 1921,17 dollari. Ma dal 2019 a questa parte l’oro si è rivelato uno degli asset class meglio performanti in assoluto
Ci sono però dei rischi anche sulla tenuta dell’aurum. Ecco quali secondo gli analisti di BofA
Già le previsioni dei
2000 dollari all’oncia entro l’estate sembravano un azzardo. Adesso però interviene la
Bank of America Corp., che alza il prezzo dell’
oro a 18 mesi a 3000 dollari. L’oncia usata per quotare i metalli preziosi è quella troy, pari a 31,1035 grammi. Ciò vuol dire che in capo a un anno e mezzo un grammo d’oro potrebbe valere più di 96 dollari…
BofA ha aumentato di oltre il 50% le previsioni sul record esistente, rivedendo la precedente stima di circa 200o dollari. Il valore del metallo prezioso corre di pari passo con la marea montante di politiche fiscali e monetarie messe in campo dalle istituzioni internazionali per dare respiro a un’economia asfittica. L’enorme quantità di denaro in circolazione nel sistema finanziario ed economico metterà sempre più sotto pressione il valore delle valute, e gli investitori cercheranno sempre più il valore intrinseco dell’oro. Del resto, “The Fed can’t print gold“, “La Fed non può stampare oro”, è il provocatorio titolo del report BofA degli analisti Michael Widmer e Francisco Blanch.
L’ultimo record all’oncia (sotto forma di lingotto) risale al settembre 2011, quando si attestava a 1921,17 dollari. Bank of America si aspetta che il valore medio dei lingotti quest’anno sarà di 1695 dollari. Per il 2021 si attende invece un prezzo medio di 2063 dollari. Ad oggi, le quotazioni sono salite dell’11% quest’anno. Il report però fa luce anche sui rischi che potrebbero essere avversi al metallo giallo: un dollaro forte, una ridotta volatilità nei mercati finanziari, una minor domanda di gioielli da parte di India e Cina. “Ma al di là dei fondamentali tradizionali di domanda e offerta, la repressione finanziaria è tornata. Ed ha una dimensione straordinaria”.
L’oro verso i 3000 dollari: uno degli asset meglio performanti
Dall’inizio del 2019 l’aurum è stato uno dei primi della classe fra le attività da investimento. In un 2020 completamente avverso al rischio, solo la performance dei Treasury a 30 anni ha fatto meglio del suo 11,8%. Ora, oltre al suo status di bene rifugio per eccellenza, arrivano anche i tassi di interesse ancora più in picchiata a dargli man forte. Una delle “leggi” economiche per eccellenza è infatti quella che descrive la relazione inversa fra oro e tassi di interesse. E data la crisi attuale, la peggiore da quasi un secolo a questa parte, questi ultimi resteranno per lo più negativi ancora a lungo.
Inoltre, concludono gli analisti strategici, c’è un altro motivo per cui hanno scommesso che l’oro aumenterà del 50%. Solo il 5,7% degli investitori è lungo sul metallo giallo: a gennaio, era il 56%.
Il valore del metallo prezioso corre di pari passo con la marea montante di politiche fiscali e monetarie messe in campo dalle istituzioni internazionali per dare respiro a un’economia asfittica. Avere troppo denaro in circolazione però ne riduce il valore, e gli investitori cercano valori “reali”L’…