Poco più di due settimane e gli americani saranno chiamati al voto. A seconda che vinca Trump o Biden si apre uno scenario diverso anche per l’Europa
Secondo Filippo Diodovich, market strategist di Ig, in Europa gli effetti dell’esito delle urne americane saranno più di carattere commerciale e politico, meno borsistico
Biden o Trump? Tutto ma non un pareggio
Chi 10, chi 8. Ma ad ogni modo, per i sondaggisti, i punti di vantaggio di Biden su Trump nella corsa alla Casa Bianca sono tanti. Nel mentre i mercati non sembrano registrare scossoni, il che fa pensare che alla fine un cambio di presidenza non sarebbe visto così male dagli investitori. Eppure i livelli di volatilità rimangono alti. Allora a cosa è dovuta tutta questa incertezza sui mercati? Secondo Filippo Diodovich la principale fonte di ansia borsistica è l’ipotesi di stallo istituzionale. Scenario non così tanto improbabile, soprattutto se le urne decreteranno una vittoria risicata. “Queste elezioni avvengano nel contesto del voto per posta, il che potrebbe comportare tempi più lunghi per lo spoglio e dare l’opportunità a Trump, se sarà sconfitto, ma non di così tanto come ci si aspetta, di gridare ai brogli e passare per la Corte Suprema” afferma l’analista di Ig, che evidenzia come in questo scenario, alla luce dell’emergenza sanitaria e degli aiuti fiscali che devono essere approvati, si potrebbero verificare anche tensioni sociali, già alte negli ultimi mesi. Lo scenario migliore per i mercati invece sarebbe un clean sweep, sia democratico che repubblicano, anche se quest’ultimo poco probabile. In sintesi: “Vittoria di Biden o Trump vorrebbe dire moderata crescita sui mercati. Pareggio: forte ribasso. Anche per i mercati europei fortemente correlati con quelli statunitensi”.
Relazioni commerciali e geopolitiche
Se dunque a livello aggregato i mercati reagirebbe probabilmente in modo positivo a una vittoria netta di entrambi i candidati, da un punto di vista commerciale l’Europa tifa Biden. Per capire il perché basta tornare un po’ indietro nel tempo. “Solo un anno fa Trump aveva creato una task force per porre dazi sull’esportazioni europee, ritenendo l’avanzo commerciale di certi paesi, come Germania e Italia, troppo elevato” afferma Diodovich che sottolinea inoltre come la scorsa amministrazione abbia comportato l’uscita degli Stati Uniti dai trattati di libero commercio. Al contrario Biden, secondo l’analista di Ig, sembrerebbe essere favorevole all’allentamento delle tensioni e pronto a promuovere il multilateralismo commerciale. “L’unico deluso forse da questo atteggiamento potrebbe essere il Regno Unito, che vedeva in Trump un possibile appoggio per intrattenere una relazione commerciale di privilegio”. A pesare sulla questione commerciale, però c’è anche l’aspetto valutario. Su questo aspetto però a fare la differenza saranno le banche centrali: “se è vero che la politica espansiva voluta da Biden si potrebbe tradurre in un dollaro che continua a deprezzarsi, non è nell’interesse dell’Europa un dollaro debole, che di fatto penalizzerebbe l’export europeo. Inoltre sulle valute pesano più le politiche monetarie che quelle fiscali”.
Anche a livello geopolitico, i cittadini europei sperano in una vittoria democratica e anche in questo caso per motivi “storici”. “Trump nella sua prima amministrazione ha messo fortemente in dubbio il ruolo giocato dalla Nato, collante tra i due continenti, al punto che alcuni paesi europei avevano pensato all’ipotesi di un esercito europeo” conclude Diodovich