La clientela upper high net worth e ultra high net worth sta maturando sempre più interesse per soluzioni storicamente appannaggio degli investitori istituzionali, come il private equity, il private debt e il real estate
La clientela affluent vale 3.500 miliardi di cui solo un terzo è gestito professionalmente
Alberto Martini: “Bisogna reinterpretare e innovare il concetto di bancassicurazione”
In primo luogo la clientela upper high net worth e ultra high net worth, che è “alla spasmodica ricerca di rendimento e sta maturando sempre più interesse e appetito per soluzioni che erano storicamente appannaggio degli investitori istituzionali”, come il private equity, il private debt e il real estate. Un mercato che viene stimato in 1000 miliardi, di cui l’80% è già servito professionalmente. “Sono clienti che ormai hanno il loro network professionale o che guardano con sempre maggiore interesse ai servizi offerti dai family office che per la prima volta in Europa mostrano tassi di crescita numerica superiori agli Stati Uniti – continua Martini – Qui i margini decrescenti e la richiesta pressante di sofisticazione potrebbero portare a disastri, spingendo a strafare, per cui l’educazione finanziaria della clientela è chiave”.
Dal wealth management al “wealth care”
Dall’altro lato c’è la clientela affluent, che vale 3.500 miliardi di cui solo un terzo è gestito professionalmente e che “inizia a rendersi conto che il prodotto non basta più”, privilegiando servizi di consulenza patrimoniale e di pianificazione evoluta con cui affrontare le grandi sfide nascenti: la crisi del welfare familiare, l’invecchiamento della popolazione, e l’oggettiva – e “non tanto affrontata”, precisa – sostenibilità nel lungo termine della spesa pubblica destinata alla salute e alle pensioni.
Il concetto di bancassicurazione
Secondo Martini, le sfide che i clienti stanno ponendo di fronte alle istituzioni finanziarie riguardano sempre più i temi della pianificazione, della protezione e della diversificazione, ma “servirli efficacemente lungo queste tre direttrici non è banale, ancor di più adesso che siamo più lontani e diventa difficile interagire con un cliente latino che ama il rapporto personale, a differenza di quello britannico”. In questo contesto, precisa, bisogna reinterpretare e innovare il concetto di bancassicurazione, “tanto in voga negli anni ‘90”, combinando a un’ampia gamma di prodotti e soluzioni, servizi specialistici di consulenza in ambito credito e protezione. “È utopico immaginare che una forza commerciale sia competente in tutto. È un tema molto caldo quello delle competenze e anche in questo caso la tecnologia dovrà fare la sua parte”, spiega Martini, sostenendo il concetto di ibridazione. “Pensare che una macchina si possa sostituire a un consulente è una follia, è necessaria una combinazione uomo-macchina”.