La maggioranza dei grossi istituti chiederà ai suoi dipendenti di far sapere se si sono vaccinati
In alcuni casi il vaccino sarà obbligatorio per il rientro in ufficio
L’avversione culturale al lavoro da remoto
Il settore bancario è tradizionalmente uno dei più avversi alla cultura del lavoro “da casa”. La presenza dei dipendenti sul posto di lavoro è ritenuta, di norma, un segnale della piena dedizione alle mansioni svolte. “Sappiamo per esperienza che la nostra cultura di collaborazione, innovazione e apprendistato prospera quando le nostre persone si riuniscono e non vediamo l’ora di avere più colleghi in ufficio in modo che possano sperimentarlo di nuovo su base regolare”, avevano scritto in giugno i dirigenti di Goldman Sachs in una nota rivolta ai dipendenti.
Ancor più netto era stato il ceo di JPMorgan, Jamie Dimon, che lo scorso maggio aveva dichiarato, durante una conferenza organizzata dal Wall Street Journal, come lavorare esclusivamente da casa “non funziona per i giovani, non funziona per chi vuol fare le cose rapidamente, non funziona per la generazione di idee spontanee, non funziona per la cultura”.
Anche il ceo di Morgan Stanley, James Gorman, non si era espresso con mezzi termini sulla prospettata fine dello smart working: “Se puoi andare in un ristorante a New York City, puoi anche tornare in ufficio”, aveva dichiarato lo scorso giugno.
Le tempistiche e le condizioni del rientro
- Morgan Stanley. Gli ultimi aggiornamenti sul piano di rientro sono datati 23 giugno, quanto di il ceo James Gorman ha fatto sapere che lo staff ha iniziato a riprendere possesso delle proprie scrivanie al civico 1585 di Broadway già da inizio giugno. “Entro il Labor Day sarei molto di deluso se le persone non avessero ancora trovato la via dell’ufficio e allora avremmo un altro tipo di conversazione” aveva dichiarato Gorman, aggiungendo che non ci si può aspettare un salario newyorchese se si continua a lavorare a distanza. Morgan Stanley ha fatto sapere che tutti i dipendenti dovranno dichiarare se si sono vaccinati o meno. Per i non vaccinati non sarà possibile tornare in ufficio – condizione che potrebbe mettere a repentaglio il posto di lavoro una volta realizzato, entro settembre, il rientro in ufficio.
- Goldman Sachs. La banca d’affari ha già riportato in presenza la maggioranza dei suoi dipendenti Usa a partire dal 14 giugno, con alcune eccezioni che consentiranno il rientro al 30 settembre. Tutti i dipendenti hanno dovuto rendere una dichiarazione (senza l’obbligo di allegare prove) sull’eventuale vaccinazione. Il rientro nel Regno Unito, invece, è slittato a dopo il 19 luglio in seguito al prolungamento delle restrizioni anti-Covid da parte del governo britannico.
- JPMorgan. La più grande banca americana ha previsto il rientro del personale a partire da luglio sulla base di una rotazione che dimezzerà la capienza massima degli uffici per tutta la fase di rientro. Sul fronte delle vaccinazioni il comitato operativo di JP Morgan ha esortato “con forza tutti i dipendenti a vaccinarsi”. Allo stesso tempo, il personale è tenuto ad informare la banca sull’eventuale vaccinazione.
- Bank of America. Le tempistiche del completo rientro sono fissate dopo il Labor Day anche per la seconda maggiore banca statunitense, ha dichiarato a metà giugno il ceo Brian Moynihan in un’intervista rilasciata a Bloomberg. “Incoraggiamo i dipendenti a inserire il loro stato di vaccinazione nel portale aziendale e ci aspettiamo che la maggior parte dei nostri dipendenti torni dopo il Labor Day”, ha aggiunto in seguito un portavoce di Bank of America, raggiunto dalla Cnn.
- Wells Fargo. Anche in questo caso la data che dovrebbe segnare il ritorno alla normalità, almeno per la routine d’ufficio, è quella del 6 settembre. Lo aveva rivelato un memo circolato lo scorso marzo cui non sono seguiti ulteriori aggiornamenti.