Il futuro dello smart working rappresenta un’opportunità di evoluzione per lavoratori e abitazioni. Ma anche per lavoratori e aziende
Quanti sono gli smart worker? Da una ricerca di Intwig è emerso che nel mese di febbraio 2021 gli smart worker sono stati 7,5 milioni
Secondo la ricerca di Gabetti, poi, per chi risiede in un’abitazione in affitto, di metrature ridotte, o in condivisione con altri lavoratori, lo smart working potrebbe indurre all’acquisto di una prima abitazione, oppure nella ricerca di nuove soluzioni alternative, come strutture di co-living che forniscono una serie di servizi inclusi nel canone di affitto (per esempio il servizio di concierge, rete wifi, spazi di co-working).
Nell’ambito della stessa survey risulta invece minoritaria la tendenza che spinge gli smart worker a spostarsi dalle grandi città verso l’hinterland. Anche il trasferimento in un altro quartiere della stessa città è un fenomeno che appare residuale nell’ambito dell’indagine.
Ma quanti sono gli smart worker? Secondo una ricerca condotta da Intwig su un campione di circa 3.000 persone, che è stata illustrata all’interno del webinar “Lo smart working rende gli uffici vulnerabili: cosa succederà in futuro?” organizzato da World Capital, si è appreso che nel mese di febbraio 2021 gli smart worker sono stati 7,5 milioni, con un’incidenza maggiore sul settore dell’informazione e della comunicazione (92,5%), e che il 77% degli intervistati ha valutato l’esperienza dello smart working come positiva, questo soprattutto per le donne, che riescono così a conciliare meglio lavoro e famiglia.
Il futuro dello smart working rappresenta quindi un’opportunità di evoluzione per lavoratori e abitazioni. Ma anche per lavoratori e aziende.
Secondo World Capital, infatti, lo smart working rappresenta non solo una riprogettazione degli spazi, ma anche una sfida organizzativa per le aziende e comporta una progressiva tendenza alla flessibilizzazione dei contratti e orari di lavoro, una maggiore digitalizzazione, nuovi modelli di business, integrazione di politiche Csr nei piani strategici aziendali e un aumento di investimenti Esg. Il tema della flessibilità – hanno indicato da World Capital – viene poi riscontrato anche nell’arredo degli uffici, che in futuro dovrà essere personalizzabile e rimodulabile per puntare a uno spazio di lavoro poliedrico.
“L’ufficio tradizionale dunque sembra destinato a una naturale evoluzione dettata dal “new normal”, fatto da nuove norme e restrizioni, potenziali lockdown locali e aumento delle misure di sicurezza sul lavoro”, si legge nella ricerca di World Capital, che poi aggiunge che “la tendenza è quella di orientarsi verso il modello dell’hybrid-working, con uffici delocalizzati, in maniera diretta o indiretta, con accesso a una rete di spazi da poter utilizzare on demand, in modo flessibile e con un vantaggio economico relativo ai costi di gestione”.