Secondo i dati di lunedì, Intesa Sanpaolo ha ricevuto oltre 70mila richieste, Mps 13mila, Banco Bpm 8mila e Bnl 5mila
Bper ha toccato le 3mila domande complessive alla fine della giornata del 21 aprile
La task force Sace-Abi ha annunciato l’avvio di “Garanzia Italia”
Secondo Eurisc, il sistema di informazioni creditizie di Cris, nel primo trimestre del 2020 frenano le richieste di valutazione e rivalutazione dei crediti
Passo in avanti per le grandi imprese
Intanto, anche per le grandi imprese è stato fatto un ulteriore passo in avanti. La task force Sace-Abi ha infatti annunciato l’avvio di “Garanzia Italia”, definendo i “termini e le condizioni che disciplinano il rilascio delle garanzie da parte di Sace a beneficio degli istituti di credito che emetteranno i finanziamenti”, si legge in una nota della società per azioni del gruppo Cassa depositi e prestiti. Le garanzie saranno rilasciate attraverso un portale dedicato “in tempi brevi”, spiegano, e saranno controgarantite dallo Stato.
Crif, nel primo trimestre frenano le richieste di credito
A tal proposito, dalle elaborazioni di Eurisc, il sistema di informazioni creditizie di Crif, è emersa una frenata del 14,7% delle richieste di valutazione e rivalutazione dei crediti presentate dalle imprese italiane nei primi tre mesi dell’anno. La flessione ha coinvolto sia le società di capitali, per le quali si parla di un -11,2%, sia le imprese individuali con il -19,9%. “È fondamentale sottolineare come la propensione a richiedere credito sia sostenuta non solo dalla fiducia circa la possibilità di sostenere il peso delle rate senza eccessivi affanni, ma anche dalla concreta possibilità di vederselo erogare – spiega il rapporto – Anche alla luce dei provvedimenti varati recentemente dal governo, va sottolineato come il 58,6% del totale delle richieste di finanziamento complessivamente presentate nei primi tre mesi del 2020 abbia avuto un importo inferiore ai 20mila euro”.
Secondo lo studio, il lockdown e l’indebolimento dello scenario economico internazionale avranno comunque un effetto negativo sull’accesso al credito per una parte delle imprese. Il 45%, in particolare, rileverà delle “significative esigenze di liquidità”, ma solo una parte minoritaria potrà essere coperta dai flussi di cassa generati.