Nessuno avrebbe pensato all’inizio del grande lockdown che una delle conseguenze dirette della pandemia sarebbe stata quella di risvegliare negli investitori l’interesse per l’energia alternativa
La tendenza, sottolineano gli analisti di Goldman Sachs, era già in atto. Dal 2011 il numero di investitori in azioni collegate al cambiamento climatico è almeno raddoppiato
Al momento, solo il 30% delle proposte di investimento relative alla transizione climatica è diretto verso il consumo finale di energia
La crisi del petrolio accende l’interesse verso l’energia alternativa
Ormai non si tratta più del solo cambiamento climatico. Gli analisti sono convinti che la crisi da Covid-19 accelererà la transizione energetica verso le fonti a bassa impronta di carbonio. A perderci, saranno i combustibili fossili. La tendenza, sottolineano gli analisti di Goldman Sachs, era già in atto. Dal 2011 il numero di investitori in azioni collegate al cambiamento climatico è almeno raddoppiato.
Se si considera poi la percentuale degli azionisti votanti a favore di decisioni con minor impatto di carbonio, il numero triplica. Un particolare: gli investitori preferiscono dirigere le loro scelte nei confronti dei produttori di energia rinnovabile piuttosto che verso il settore dei consumatori. In effetti, proseguono gli analisti di Goldman Sachs, il 50% delle proposte di investimento si focalizza sui produttori di energia, mentre il 30% è diretto verso il consumo finale di energia. Trasporti, agricoltura, materiali di base costruzioni contano solo per il 10% delle proposte di investimento relative al cambiamento climatico.
La domanda di energie alternative non è ancora massiccia
Quando le condizioni di domanda torneranno alla normalità, resterà il rischio di sotto-investimento strutturale nel settore petrolifero dovuto alla decarbonizzazione, puntualizzano gli analisti di Goldman Sachs. Il 2020 sarà un anno difficile, bistrattato dalla combinazione di distruzione della domanda e saturazione dell’offerta. Nel periodo 2021-2025 “crediamo che il sotto-investimento strutturale nel settore del petrolio e del gas creerà le condizioni per un mercato difficile”. Il problema è che alla corrispondente pressione sulla trasformazione dell’offerta di petrolio non corrisponde ancora un’adeguata domanda di energia alternativa.