Il sito visualcapitalist riprendendo un’infografica di MSCI ha fatto il punto su come è composto l’universo dei fondi passivi che investono in società sostenibili
I fondi sostenibili sebbene abbiano raggiunto i 150 miliardi di dollari in gestione, rappresentano solo circa il 5% dell’intero universo etf
Gli etf sostenibili più diffusi sono quelli che investono nell’azionario. A livello di approccio è il “value&screening” la strategia che va per la maggiore
Etf sostenibili per asset class
Un’infografica di MSCI, ripresa dal sito visualcapitalist, ha risposto a queste domande. In generale, la portata degli etf sostenibili può variare. Un etf sostenibile può investire in società di tecnologia pulita, mentre un altro potrebbe concentrarsi sui leader sostenibili di un indice quale l’S&P 500. Nel complesso, l’universo degli etf sostenibili può essere scomponibile in quattro diverse aree a seconda della classe di attivo in cui investe. Non sorprende che la maggior parte degli etf sostenibili siano etf azionari, rappresentando, al 31 dicembre 2020, l’81% del mercato. Seguono gli etf obbligazionari che rappresentano il 17% di tutti gli etf sostenibili. In questa categoria sempre più diffuso è l’investimento in “green bond”, obbligazioni la cui raccolta di capitale è finalizzata a progetti ambientali come la gestione dell’acqua e gli edifici verdi e più in generale volta a raggiungere obiettivi climatici. Solo otto fondi, circa il 2% dei etf sostenibili, alloca invece i risparmi in differenti asset class, mentre i fondi alternativi, che investono in altre classi d’attivo che non sia obbligazioni e azioni, contano appena perlo 0,5%.
Etf sostenibili per approccio
In generale, ci sono quattro approcci principali: d’integrazione, “value & screening”, tematico e ad impatto. I primi, che utilizzano i criteri esg per ridurre il rischio e migliorare le performance di portafoglio nel lungo termine, rappresentano il 41% dell’universo sostenibile. Il metodo best-in class, per cui si investe nei leader di un dato settore, è una forma di integrazione. Negli Stati Uniti, i 24 maggiori etf azionari che seguono questo approccio detengono circa 25 miliardi di dollari in attività. Gli etf value&screening contano invece per il 43,9%, investendo secondo date preferenze degli investitori. All’estremità inferiore dello spettro, il 3% di tutti gli etf sostenibili seguono approcci di impatto, che comprendono investimenti che forniscono soluzioni a problemi ambientali e sociali. Quelli che investono per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, sono un esempio di etf a impatto.
Etf sostenibili per area geografica
Quando si parla di prevalenza di etf sostenibili nel mondo, l’Europa è in testa, contando per oltre la metà di tutti gli etf sostenibili. Il Nord America è staccato con un margine significativo. Dei 40 etf con oltre 1 miliardo di dollari di patrimonio, 26 sono domiciliati in Europa. L’interesse per gli investimenti sostenibile è forte in Asia, sebbene solo il 6% degli etf esg sia domiciliati in quest’area. Uno studio ha rilevato che il 79% degli investitori istituzionali in Asia-Pacifico ha aumentato “significativamente” o “moderatamente” gli investimenti in attività legate all’esg.
Etf sostenibili per intensità di carbonio
Infine, un’altra metrica per sotto-categorizzare l’universo degli etf esg è l’intensità di carbonio, ovvero quanto le aziende in cui questi fondo investono riducono in misura più o meno significativa le loro emissioni di gas che alterano il clima. Il 6% degli etf sostenibili ha mostrato livelli particolarmente bassi di intensità di carbonio, con un’intensità media ponderata di carbonio (WACI) tra le 0 e le 15 tonnellate. I settori più attenti a questo tema risultano essere quello bancario e assicurativo. Di contro, il 7% degli etf esg ha livelli molto alti. Si tratta di fondi per lo più esposti a società minerarie e di servizi pubblici. Il 58% rientra invece nella gamma moderata di 70-250 WACI.