Peggiorano le stime del Fmi per la crisi covid. Il pil globale crollerà nel 2020 del 4,9%. Ad aprile, l’attesa era del -3%. La stima di crescita per il 2021 sarà inoltre del 5,4%, lo 0,4% in meno rispetto a quanto stimato la volta precedente
Nei calcoli dell’International monetary fund, il conto presentato all’economia globale dalla crisi covid sarà di oltre 12.000 miliardi di dollari
L’Italia sarà il paese che pagherà lo scotto maggiore della crisi pandemica. Solo alla Spagna toccherà una percentuale simile. Brusca frenata per Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna nel 2020
Per l’Italia, possibile rimbalzo sarà del 6,3% nel 2021. Rispetto allo scorso aggiornamento di aprile, il peggioramento si attesta sul 3,7% delle stime per quest’anno, con un miglioramento però dell’1,5% per quelle del prossimo
Il Fondo monetario riscrive la crisi covid
L’impatto dell’epidemia sull’economia mondiale è stato “più negativo” del previsto. E il Fondo monetario internazionale non ha potuto fare a meno di tagliare le sue stime. Il pil globale crollerà nel 2020 del 4,9%. Ad aprile, l’attesa era del -3%. La stima di crescita per il 2021 sarà inoltre del 5,4%, lo 0,4% in meno rispetto a quanto stimato la volta precedente. Come già scritto su We Wealth, il “Great lockdown” ha prodotto la peggiore crisi dal 1929. Quello attuale è un colpo “catastrofico” per il mercato del lavoro, rischiando di annullare tutti progressi fatti nella lotta alla povertà a livello globale negli anni recenti.
E’ anche vero però che “alcuni paesi (soprattutto l’Europa) sono riusciti a contenere le ricadute con efficaci piani di breve termine”. La capo economista Gita Gopinath quindi cita i dati dell’Organizzazione mondiale del lavoro, dichiarando che il calo delle ore lavorate nel primo trimestre 2020 rispetto al quarto trimestre del 2019 equivale alla perdita di 130 milioni di posti di lavoro. Il calo del secondo trimestre equivale invece a 300 milioni di posti. Nei calcoli dell’International monetary fund, il conto presentato all’economia globale dalla crisi covid sarà di oltre 12.000 miliardi di dollari.
Conto salato per l’Italia
L’Italia sarà il paese che pagherà lo scotto maggiore della crisi pandemica. Il Belpaese nel 2020 vivrà un crollo del prodotto interno lordo pari al 12,8%. Solo alla Spagna toccherà una percentuale simile. Brusca frenata per Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna nel 2020. Secondo l’aggiornamento delle stime del Fmi, la locomotiva tedesca si contrarrà quest’anno del 7,8%, per poi crescere del 5,4% il prossimo. Il Fondo prevede poi per la Francia un pil in calo del 12,5% nel 2020 e una crescita del 7,3% nel 2021, mentre per la Spagna si stima -12,8% quest’anno e una crescita del 6,3% nel 2021. Calo a due cifre anche per il pil del Regno Unito, che calerà del 10,2% nel 2020 per salire del 6,3% nel 2021.
Per l’Italia, possibile rimbalzo sarà del 6,3% nel 2021. Rispetto allo scorso aggiornamento di aprile, il peggioramento si attesta sul 3,7% delle stime per quest’anno, con un miglioramento però dell’1,5% per quelle del prossimo. Preoccupa molto l’andamento dei conti pubblici italiani. Secondo l’Imf, il rapporto tra deficit e pil in Italia sarà del 12,7% quest’anno e del 7% il prossimo. Il rapporto tra debito e pil raggiungerà invece un drammtico 166,1% nel 2020, per poi planare al 161,9% nel 2021. A livello mondiale, si prevede che il debito pubblico salirà “ai massimi di sempre”, superando anche il picco successivo alla seconda guerra mondiale.
La brutta giornata delle borse
Sulla scia delle brutte stime del Fmi, dei timori di nuovi dazi Usa su Uk e Ue e di quelli per i nuovi contagi, sono peggiorate le principali Borse europee, insieme a Wall Street. La peggiore Francoforte (-2,8%), seguita da Madrid (-2,7%) Londra (-2,5%) e Parigi (-2,4%). In calo Milano (-3,2%), con lo spread Btp-Bund salito a 170 punti. L’indice d’area, Stoxx 600, perdeva il 2,5%, sotto il peso di energia, beni voluttuari e finanza. Col greggio che accentuava il calo (wti – 5,3% a 38,2 dollari al barile) giù i petroliferi, soprattutto Royal Dutch (-4,6%), Eni (-4,4%) e Aker (-4,1%). Tra le auto le perdite maggiori sono di Daimler (-5,9%), Peugeot (-5,7%) e Renault (-5,1%). In rosso le banche, tra le peggiori Bnp (-4,3%, SocGen (-4,4%), e Erste (-6,2%).
Il Ftse Mib, dopo un’apertura in calo, ha accelerato al ribasso in scia ai movimenti di Wall Street, segnando -3,42% a 19.162 punti.