S&P Global nel report “The Big Picture: 2022 Banking Industry Outlook” ha analizzato qual’è lo scenario del settore bancario per il prossimo anno
Secondo le stime di S&P Global la liquidità in eccesso in seno alle banche diminuirà nel 2022 e nel 2023, attestandosi sopra i 2.900 miliardi di dollari
Costi e preferenza dei clienti per il canale digitale hanno portato alla chiusura delle filiali: nell’ultimo anno solo negli Stati Uniti sono state chiuse 3.488 filiali
Rischio di credito in calo
Il rischio di credito è diminuito come gli aiuti del governo hanno dato ai mutuatari un po’ di respiro durante le fasi più acute della recessione. Con i consumatori e le aziende ritrovatisi in una situazione di forza e pieni di liquidità inoltre i prestiti in essere sono stati ripagati prima del previsto. Tutto ciò ha inibito la crescita dei prestiti. Tuttavia, le riserve per le perdite sui prestiti, aumentate bruscamente nel 2020 per i timori legati alla pandemia, come il contesto economico è andato migliorando, sono calate. Il rapporto riserve/prestiti del settore è sceso all’1,79% nel secondo trimestre del 2021 dal 2,23% del terzo trimestre del 2020. Inoltre i massicci accumuli di riserve fino al 2020 dovrebbero rivelarsi più che sufficienti a coprire le perdite di credito realizzate nel 2021, permettendo alle istituzioni di ridurre sostanzialmente gli accantonamenti per le perdite sui prestiti. Prevediamo che gli accantonamenti saranno ben al di sotto dei charge-off, il che permetterà alle banche di liberare rispettivamente 56,4 miliardi di dollari nel 2021 e 10,7 miliardi di dollari nel 2022.
Liquidità in eccesso nei bilanci delle banche
Le banche statunitensi hanno visto i loro margini d’interesse netti crollare ai minimi storici a causa dei bassi tassi d’interesse e dei rapporti prestiti/depositi depressi. Tuttavia, la crescita esplosiva dei depositi dovuti all’intervento del governo nell’economia le ha inondate di liquidità. I clienti pagano in anticipo i crediti esistenti e mostrano meno richiesta di nuovi prestiti. Prevediamo che la crescita dei prestiti migliorerà nella seconda metà del 2021 e che la crescita dei depositi rallenterà in quanto i clienti useranno alcuni dei loro risparmi in eccesso e aumenteranno le spese. Tuttavia, lo spostamento non sarà abbastanza grande per le banche da impiegare la loro liquidità in eccesso, che S&P Global stima a 3,72 mila miliardi di dollari al 30 giugno. Secondo le stime la liquidità in eccesso diminuirà nel 2022 e nel 2023, ma rimarrà al di sopra dei 2.900 miliardi di dollari.
Record di m&a bancarie in vista
Dopo un primo trimestre a rilento, il ritmo delle operazioni di m&a bancarie negli Stati Uniti è aumentato notevolmente perché le preoccupazioni sul credito hanno incoraggiato molti acquirenti a rivolgersi alle operazioni straordinarie. Le pressioni fondamentali sui ricavi, con il desiderio di investire in tecnologia e ridurre i costi dovrebbero sostenere un ulteriore rimbalzo dell’attività di m&a bancaria e portare i valori aggregati delle operazioni nel 2021 e 2022 ai livelli più alti dalla crisi finanziaria globale. Alla fine di agosto, S&P Global aveva previsto che quest’anno si sarebbero verificate circa 230 operazioni con un valore aggregato di 63,3 miliardi di dollari. Ma anche questa stima di attività record potrebbe rivelarsi troppo conservativa. Fino al 13 ottobre, 166 accordi bancari con un valore complessivo di 57,3 miliardi di dollari sono emersi.
Meno filiali, più digitale
La pandemia ha accelerato notevolmente il ritmo dell’adozione del digitale, poiché i clienti sono passati dal visitare le filiali alle transazioni sui canali digitali. Le banche statunitensi hanno risposto spendendo di più in tecnologia e chiudendo filiali ad un ritmo record. Entrambe le tendenze dovrebbero continuare con l’aumento dell’attività m&a che permette futuri investimenti tecnologici e un maggiore consolidamento delle filiali. Un anno dopo l’inizio della pandemia, più della metà degli intervistati al sondaggio annuale di S&P Global Market Intelligence sul mobile banking negli Stati Uniti, condotto nei mesi di febbraio e marzo 2021, ha dichiarato di visitare meno frequentemente le filiali. Tra gli intervistati, più del 65% ha utilizzato le app bancarie più frequentemente e il 90% di questi ha indicato che continuerà o aumenterà l’utilizzo di queste anche dopo il covid. Risultato: le banche hanno chiuso molte più filiali nel 2020 che in qualsiasi altro periodo degli ultimi 10 anni. Nell’ultimo anno solo negli Usa hanno chiuso 3.488 filiali, contro l’apertura di 1.074 sedi.
Le fintech fan paura
Diverse aziende fintech, soprattutto quelle operanti nei pagamenti mobili, nel prestito digitale e nella gestione degli investimenti, hanno costantemente ampliato il loro ventaglio di prodotti offerti, conquistando quote importanti di mercato. Solo nel secondo trimestre negli Usa le aziende fintech hanno attratto quasi 7,5 miliardi di dollari in finanziamenti di capitale di rischio attraverso 194 transazioni, per un aumento di quasi il 70% su base annua. Le aziende che operano nel settore dei pagamenti hanno attirato la maggior parte del capitale. Diversi aziende hanno registrato un picco di utenti, grazie all’aggiunta di servizi non di pagamento come il conto corrente o la compravendita di azioni, che le hanno rese degli hub finanziari mobili. Il che proietta queste società in diretta competizione con le banche tradizionali.