Dal 2014 ad oggi, i rendimenti immobiliari sono leggermente scesi in tutte le piazze, pur rimanendo ben più alti dei titoli di Stato
Quando l’attività immobiliare è percepita con un profilo di rischio più alto i prezzi si abbassano, facendo aumentare i relativi rendimenti
I negozi retail high street di Napoli, Bologna e Torino rendono, in media, tra il 6,35 e il 5,9%, a fronte di rendimenti attesi a Milano e a Roma, nel 2021, di poco superiori ai 4 punti percentuali
Si sente però sempre parlare quasi esclusivamente di immobili residenziali acquistati in ottica di investimento. E se un investitore puntasse su immobili commerciali, come per esempio, negozi, uffici, ma anche gdo, fashion, sportelli bancari, servizi, ristoranti e farmacie etc, quali opportunità ci sarebbero? E su quali categorie sarebbe meglio orientare il campo di ricerca?
“Tra le piazze più attrattive per gli investimenti immobiliari commerciali troviamo sicuramente le città di Milano e Roma, a seguire Firenze, Torino, Bologna e Napoli, seppur con rendimenti più alti. Il motivo è legato al fatto che quando l’attività immobiliare è percepita con un profilo di rischio più alto i prezzi si abbassano, facendo aumentare i relativi rendimenti”, ha proseguito Faini, che ha precisato che, volendo fare un esempio concreto, acquistare un negozio lungo una high street italiana è un investimento con un profilo di rischio più basso, rispetto a una vetrina situata in una strada commerciale secondaria, che potrebbe essere maggiormente soggetta a fenomeni, come per esempio l’e-commerce.
“Possiamo dire che a un rendimento più elevato corrisponde un prezzo d’acquisto più basso e un rischio più corposo. Questo discorso vale anche per la location, Milano e Roma rappresentano da sempre delle piazze più sicure e con una domanda molto forte, che genera di conseguenza rendimenti leggermente inferiori rispetto a città come Bologna e Napoli, più “rischiose” seppur con un potenziale molto interessante”, ha spiegato Faini.
Se si analizzano, infatti, i dati di World Capital, dal 2014 ad oggi i rendimenti sono leggermente scesi in tutte le piazze, pur rimanendo quelli in location secondarie più elevati rispetto alle città prime. Per esempio, nel 2021, Napoli, Bologna e Torino si collocano in un range compreso tra il 6,35 e il 5,9%, a fronte di rendimenti attesi a Milano e Roma, di poco superiori ai 4 punti percentuali (vedere immagine).
Ma quali comparti vanno meglio e quali entrano nei radar degli investitori?
“Soffermandoci sui rendimenti degli immobili commerciali di Milano notiamo come siano gli sportelli bancari a registrare negli ultimi anni i rendimenti più elevati. Questo perché tale attività è stata colpita dall’home banking, generando diverse chiusure di istituti di credito e il rischio che ciò accada nuovamente è più alto, rispetto ad altre categorie di immobili commerciali come per esempio la gdo e le farmacie, che negli ultimi anni sono entrate nel mirino degli investitori, causando così rendimenti più contenuti”, ha risposto Faini.
Grande attenzione va poi al tema della sostenibilità degli immobili, che può fornire una “bussola” per dirottare possibili investimenti. “In generale, gli investitori istituzionali si orientano su un portafoglio di investimenti immobiliari commerciali variegato, con profili di rischio differenti in modo da avere un insieme equilibrato”, ha illustrato Faini che poi ha concluso dicendo: “Per quanto riguarda le altre asset class immobiliari, registriamo un forte interesse da parte degli investitori anche per il comparto della logistica. Questo è un settore che grazie alla crescita sempre più forte dell’e-commerce sta acquisendo grande valore, così come diventano centrali gli hub in città che rappresentano dei punti nevralgici per le attività economiche”.