La sfida tecnologica fra Jeff Bezos (Blue Origin) e Richard Branson (Virgin Galactic) potrebbe essere riassunta come quella fra razzo e aeroplano: per i passeggeri paganti, l’esperienza di bordo non sarà assolutamente la stessa
Ecco le differenze fondamentali fra i due servizi di turismo spaziale, dal prezzo alla “destinazione” di arrivo
Non senza aver attirato ironie, Blue Origin ha cercato di rimediare sul piano della comunicazione diramando un tweet di pura pubblicità comparativa, a ridosso del volo spaziale di Richard Branson. Al di là degli scopi promozionali, la verità è che Virgin Galactic e Blue Origin offrono servizi di turismo spaziale decisamente diversi. Cambiano, ad esempio, l’approccio tecnologico, l’ambiente della cabina e, in parte, anche la destinazione.
From the beginning, New Shepard was designed to fly above the Kármán line so none of our astronauts have an asterisk next to their name. For 96% of the world’s population, space begins 100 km up at the internationally recognized Kármán line. pic.twitter.com/QRoufBIrUJ
— Blue Origin (@blueorigin) July 9, 2021
Simili, invece, dovrebbero essere i prezzi dei rispettivi biglietti. Si sa per certo che Virgin Galactic chiederà 250mila dollari, per i 90 minuti circa di volo e per il relativo training preparatorio. Per il viaggio di Blue Origin il prezzo dovrebbe essere superiore ai 200mila dollari, ma mancano ancora conferme ufficiali. Il primo sedile a pagamento della compagnia di Bezos è stato messo all’asta e acquistato per 28 milioni di dollari da un soggetto rimasto anonimo – sarebbe dovuto decollare il 20 luglio assieme al fondatore di Amazon, ma ha rimandato la partenza a una futura spedizione.
L’aereo contro la capsula
La prima fondamentale differenza che distingue Virgin Galactic e Blue Origin si nota colpo d’occhio. Quello promosso da Richard Branson è un sistema che decolla da una rampa di lancio, ancorato alla base di un grande aereo da trasporto; la VSS Unity una volta raggiunta una certa altitudine si stacca, accende i motori e procede verso la soglia dello spazio. Dopo pochi minuti nell’orbita bassa terrestre, il velivolo atterra planando su una pista. Anche visto da fuori, quello di Virgin somiglia da vicino a un aeroplano. La VSS Unity raggiunge un’altitudine di 80 chilometri, una soglia riconosciuta come “spazio” dalla NASA, ma non dalla gran parte della comunità internazionale.