Il Global Art Market Report di Art Basel e Ubs non considera solo le vendite effettuate tramite case d’asta, ma anche quelle di fiere, gallerie, trattative private (laddove stimabili) e di altri canali
Le vendite mondiali di arte e antichità hanno superato i 50 miliardi di dollari (50,1). Un risultato all’apparenza ragguardevole, ma che segna un calo del 22% sul 2019. Gli scambi online hanno tuttavia raggiunto un quarto del totale, valore doppio rispetto all’anno precedente
La Cina ha sorpassato gli Usa come primo mercato globale per le aste pubbliche. Le aste private hanno mostrato un risultato sorprendente: le loro vendite sono aumentate del 36%
Il collezionista 2020 nel segmento hnwi
Art Economics (società della dr.ssa McAndrew) in collaborazione con l’osservatorio Ubs Investor Watch ha intervistato 2569 collezionisti hnw di dieci diversi mercati. Tutti hanno risposto di aver continuato ad avere un coinvolgimento attivo nei confronti della propria passione, nonostante la crisi. Anzi, i due terzi hanno dichiarato che il loro interesse nei confronti del collezionismo si è accresciuto proprio durante la pandemia. L’80% dei collezionisti ricchi dice di aver acquistato tramite galleria.
Il 41% dei collezionisti hnwi (high net worth individual, individui ad alto reddito personale. Si parte da un minimo di un milione di dollari di patrimonio netto) ha comprato almeno un’opera d’arte in fiera nel 2020. La metà ha risposto all’indagine dicendo di voler visitare una fiera nei primi sei mesi del 2021, soprattutto se locale. La percentuale sale (68%) se si chiede di allargare l’orizzonte al terzo trimestre e ancora di più al quarto (80%). I ricchi e gli ultraricchi hanno privilegiato il canale delle aste per i loro acquisti online. Seguono gallerie e stanze di visita virtuali (Ovr). Circa il 90% dei collezionisti più abbienti ha risposto di aver visitato almeno una piattaforma virtuale di vendita durante l’anno.
I millennial sono stati i maggiori spenditori nel 2020, con una spesa mediana di 228.000 dollari. Il 30% di loro ha speso oltre un milione di dollari (fra i boomers, il 17%). Le collezioniste hanno speso più dei maschi, con un aumento mediano della spesa del 13% anno su anno.
The Art Market Report 2021, i numeri di mercato
Questi i principali risultati del rapporto. Le vendite mondiali di arte e antichità hanno superato i 50 miliardi di dollari (50,1). Un risultato all’apparenza ragguardevole, ma che segna un calo del 22% rispetto al 2019. Allo stesso tempo, le vendite online hanno raggiunto livelli record: 12,4 miliardi. Si tratta di un valore doppio rispetto al 2019, poco meno del 25% dei ricavi totali. Le vendite complessive (aste, gallerie, vendite dirette) online sono state il 25% del totale. I social media si confermano il mezzo privilegiato dagli operatori per raggiungere nuove fette di pubblico.
I tre mercati principali sono stati secondo l’Art Market Report 2021 Stati Uniti (42%), Regno Unito (20%), Grande Cina (20%). Con Grande Cina si intende il Dragone inclusi i territori di Hong Kong, Macao, Taiwan. Tutti e tre (Usa, Uk, Grande Cina) fanno l’82% del mercato.
Negli Usa le vendite di opere d’arte non sono mai andate così in basso (-24%) dal 2009, anno chiave nella crisi dei mutui subprime. 21,3 miliardi il ricavato totale, superiore comunque del 76% a quello del 2009. Andamento analogo per il Regno Unito, dove le vendite si sono ridotte del 22% fino a scendere appena sotto i 10 miliardi di dollari, il più forte declino da una decade. Si tratta però di un livello ancora superiore (del 10%) a quello della recessione del 2009.
Nella Grande Cina nel 2020 le vendite complessive, 10 miliardi di dollari, sono diminuite del 12%. Si tratta, sottolinea il report, del terzo anno di declino, anche se quest’anno è stato più leggero.
Il collezionista e canali di acquisto nel 2020
Per quanto riguarda le gallerie d’arte e i mercanti, le vendite sono globalmente calate del 20% dopo essere aumentate del 2% nel 2019. Molti, riducendo i costi operativi, sono stati capaci di mantenere una certa profittabilità. Anzi, addirittura il 28% ha dichiarato di aver migliorato la profittabilità delle vendite rispetto al 2019. Oltre la metà delle gallerie si aspetta un miglioramento delle vendite nel 2021 grazie a un potenziamento delle vendite online, dei rapporti con i clienti e al ritorno delle fiere.
Sul versante delle fiere d’arte, si riscontra nel 2020 una cancellazione del 61% degli eventi. Il 37 si è tenuto online, mentre il restane 2% ha optato per una soluzione “mista”, o phygital.
Il mondo delle aste pubbliche riporta vendite per 17,6 miliardi di dollari, valore che segna una diminuzione delle vendite del 30% rispetto all’anno precedente. Le aste private – con 3,2 miliardi – invece crescono inaspettatamente del 36%.
Dragone supera Aquila
Coerentemente con il report di Artprice e Artron, Art Basel riporta che nel 2020 c’è stato il sorpasso della Cina sugli Usa nel mercato delle aste pubbliche (36% versus 29% della torta). In asta, si è generalmente assistito a una diminuzione del valore medio dei lotti e delle quantità vendute. Quasi un quarto (22%) dei pezzi venduti in asta nel 2020 è avvenuto online; nel 2019 era circa la metà. Il ricavato delle vendite di opere d’arte online è stato di 12,4 miliardi di dollari. Tuttavia, solo il 6% delle opere d’arte vendute online ha superato il milione di euro, a fronte del 58% delle vendite offline.